Pericolosamente bella: l'isola più amata dai motociclisti è un sogno da vivere su due ruote

Pericolosamente bella: l’isola più amata dai motociclisti è un sogno da vivere su due ruote

Stefano Maria Meconi  | 17 Lug 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti
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È l’isola che dal 1907 ospita il Tourist Trophy, una delle competizioni su due ruote più famose (e pericolose) al mondo. Ma è anche un luogo di bellezza sorprendente, con una storia tutta da raccontare che fa spesso rima con il motociclismo. Siamo nel Regno Unito, o almeno lo siamo solo formalmente, perché l’Isola di Man è una terra che stupisce anche da questo punto di vista.
Facilmente raggiungibile da Liverpool, Belfast e Dublino, prendendo uno dei traghetti per Douglas, arriverete in una meravigliosa isola del Mare d’Irlanda che molti credono, erroneamente, parte del Regno Unito. Almeno formalmente, infatti, non lo è: l’isola è una dipendenza della monarchia britannica, ma ha un governo autonomo che esercita la propria giurisdizione.

Geografia politica a parte, la destinazione è comunque leggendaria per qualsiasi motociclista che, almeno una volta nella vita, dovrebbe quantomeno assaporarne l’atmosfera.  Stiamo infatti parlando dell’isola che ospita una delle corse motociclistiche più belle, affascinanti, ma anche pericolose di tutto il mondo: il Tourist Trophy, che proprio qui andò in scena – anzi, “in pista” – per la prima volta nel lontanissimo 1907.

Da quella data si sono avvicendati vincitori e purtroppo anche vittime, ma nulla ha potuto scalfire il fascino di una corsa che, per partecipanti, visitatori e abitanti dell’isola, è molto più di una semplice gara: una sfida dal sapore antico che ogni anno si consuma tra passione autentica, tradizione e nomi ormai entrati nel mito delle competizioni motociclistiche.

Isola di Man in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Partendo da Douglas, prendi la A2 in direzione nord-est verso Laxey. Questo tratto di circa 13 chilometri ti porterà lungo la splendida costa dell’Isola di Man, offrendo viste mozzafiato sul mare e sulla campagna. A Laxey, potrai fare una breve sosta per visitare la storica Laxey Wheel, la più grande ruota idraulica del mondo. Proseguendo il viaggio, continua sulla A2 in direzione nord verso Ramsey. Dopo circa altri 13 chilometri, attraverserai paesaggi montuosi e valli verdi, arrivando in una delle principali città dell’isola. Ramsey è un luogo perfetto per una pausa, con il suo porto pittoresco e numerosi negozi e caffè.

Da Ramsey, prendi la A3 in direzione ovest verso Michael. Questo tratto di circa 18 chilometri ti condurrà attraverso l’interno dell’isola, con viste su campi aperti e colline. Michael è un tranquillo villaggio rurale, ideale per una breve sosta per apprezzare la serenità del paesaggio. Continua sulla A3 in direzione sud-ovest verso Peel, raggiungendo East Quay dopo circa 15 chilometri. Peel è una delle città più affascinanti dell’isola, con il suo caratteristico porto e il castello di Peel che si affaccia sul mare. Prosegui poi verso sud lungo la A7 e successivamente la A5 per circa 15 chilometri fino a raggiungere Castletown, l’antica capitale dell’Isola di Man, ricca di storia e sede del Castello di Rushen.

Infine, da Castletown, ritorna a Douglas prendendo la A5 in direzione nord-est per circa 16 chilometri. Questo ultimo tratto ti riporterà lungo la costa, offrendoti un’ultima occasione di godere dei panorami costieri prima di concludere il tuo viaggio a Douglas. Questo itinerario copre una distanza totale di circa 90 chilometri e ti permetterà di esplorare alcune delle località più pittoresche e storiche dell’Isola di Man.

Isola di Man e Tourist Trophy: un connubio da leggenda

Ma dove si svolge il TT? Sono circa 60 i chilometri, di puro rischio, che compongono lo Snaefell Mountain Course, il circuito stradale che ogni anno ospita il Tourist Trophy: il “tracciato”, che lega il suo nome alla montagna più alta dell’Isola di Man, si compone di fatto di strade normalmente aperte alla circolazione del traffico. Un circuito cittadino a tutti gli effetti insomma, ma davvero straordinario, per ambientazione, difficoltà, numero e varietà di curve, molte delle quali tra l’altro dedicate ai piloti e agli eventi che hanno fatto la storia di questa gara.

Una pista pericolosa che non lascia scampo in caso di cadute, come più volte ha raccontato Giacomo Agostini, trionfatore all’Isola di Man per ben dieci edizioni, in un’epoca in cui il TT era parte integrante del calendario del motomondiale e assegnava punti come Gran Premio motociclistico di Gran Bretagna. Proprio l’italiano fu tra coloro che più lottò, dopo il tragico incidente occorso a Gilberto Parlotti, per togliere alla competizione la validità per il mondiale in modo che per i piloti non fosse  obbligatorio doverla affrontare; eppure, lo stesso Ago ammette che il fascino di sfrecciare tra le case e affrontare tanto la nebbia quanto i saliscendi del tracciato era un’emozione fortissima, una scarica di adrenalina capace di attrarre nonostante la consapevolezza del pericolo.

Da anni, di fatto, il TT non fa più parte del motomondiale e, malgrado le polemiche che spesso tornano prepotenti in caso di incidenti (anche mortali), il suo mito è tuttora intatto. Difficile per un appassionato non conoscere ad esempio i nomi di Joey Dunlop e Jonh McGuinness, che detengono il primato di vittorie. Per quel che riguarda il tempo sul giro, il record assoluto, fatto registrare da Michael Dunlop nel  2016, è di 16’53.929.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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