L’antico percorso che unisce Firenze e Bologna, il cammino serpeggiante che si snoda tra le braccia accoglienti degli Appennini tosco-emiliani, il paradiso per ogni rider che anela a fondersi con la natura e la storia. È il Passo della Futa, dove il cielo sembra toccare la terra, ogni curva racconta una storia, ogni vista apre un capitolo nuovo di bellezza inesplorata. Ed è così che, in un luogo che ha scorci magnifici e storie pesanti da raccontare, potrai godere il rombo della tua moto che si fa eco tra i boschi e le valli, un inno alla libertà e all’avventura.
Lasciata Barberino di Mugello, prendiamo Via Bolognese per circa 500 metri prendendo la SP8. Il percorso si introduce con una certa facilità sulla SS65, che in poco meno di 8 chilometri arriva allo scollinamento del Passo della Futa, in località Firenzuola. Da qui continuiamo sempre sulla SS65, il cui intero percorso copre i circa 105 chilometri che separano Firenze e Bologna. Usciamo dalla statale dopo 20 chilometri e arriviamo così a Monghidoro, punto di approdo di questo breve ma piacevole itinerario appenninico.
Il cimitero militare germanico costruito sulla vetta del Passo della Futa
Durante i tragici anni della Seconda guerra mondiale, furono edificate sul Passo della Futa numerose fortificazioni da parte dell’esercito tedesco, come parte della cosiddetta Linea Gotica. Tali opere furono abbandonate alla fine della guerra ma permane ancora un importante cimitero militare germanico, che è possibile visitare e che riunisce le salme di oltre trentamila soldati tedeschi caduti nel territorio tosco-emiliano.
Oggi i viaggiatori possono ancora percorrere quell’antica rotta attraverso la Strada Regionale 65 della Futa e ammirare quello che resta della sua lunga storia; si tratta di una rotta più lunga e impegnativa rispetto alla vicina Autostrada del Sole, ma che sa regalare emozioni più intense a chi ama le bellezze naturali del territorio italiano.
Costruito a 950 m s.l.m. lungo il percorso della fu Linea Gotica, tra il 1961 e il 1969, il Cimitero militare germanico della Futa è il più grande del nostro Paese dedicato ai militari tedeschi caduti nel corso della Seconda guerra mondiale. Ospita quasi 31.000 vittime su un enorme spazio di 12 ettari, che qui sono stati collocate definitivamente dopo essere state sepolte, seppur provvisoriamente, in più di 2000 comuni italiani alla fine della guerra. Un grande memoriale, a cui si giunge con una salita imponente e panoramica, è il punto più elevato di questo luogo che gode di un panorama magnifico, e che simboleggia il ricordo delle stragi belliche.
Il periodo migliore per organizzare un viaggio in moto e raggiungere il Passo della Futa è sicuramente quello che va dalla primavera all’estate, questo principalmente perché in inverno non sono da escludere abbondanti nevicate e forti raffiche di vento. Proprio per proteggere i viaggiatori da queste pericolose condizioni atmosferiche è stato realizzato sulla sommità del Passo della Futa un lungo muro di protezione. Non bisogna dimenticare che il periodo della fioritura primaverile è anche quello che permette di godere maggiormente della natura che caratterizza il percorso, con i suoi boschi di conifere, abeti e aceri montani.
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