Sambuca di Sicilia, un gioiello un po’ nascosto nell’entroterra sud-occidentale della Sicilia, è un pezzo di terra dove paesaggio e storia si intrecciano in un modo un po’ diverso. Sta ai margini della Valle del Belice e alle pendici del Monte Genuardo, a qualche km dal Lago Arancio e a 16 km dalla costa. La vecchia Zabut prendeva il nome dal fondatore, un emiro saraceno di nome Al-Zabut, che ci fece un forte nel nono secolo. Ciò si vede dalla struttura urbana di Bonaparte del borgo, e infatti le viuzze del Quartiere Saraceno ricordano molto le vecchie kasbah. Qua i sambucesi (gli abitanti di Sambuca di Sicilia) custodiscono un enorme patrimonio storico e culturale, al che è Sambuca è stata Borgo dei Borghi 2016. C’è un sacco di roba da vedere: andiamo, TrueRiders?
Parti da Sciacca seguendo Via Orti S. Salvatore/SP76 e prosegui in direzione di Via Maglienti Friscia. Continua su SP54 attraversando Via Sant’Agata Dè Goti e Contrada Santa Maria, poi imbocca la SP37 in direzione di Caltabellotta.
Da Caltabellotta devi continuare su Via Botteghelle e svoltare su Via Triocola/SP37. Continua diritto sulla SP19, imbocca Via del Corso/SS386 e segui le indicazioni per Palermo. Prosegui su Via Ungheria/SS188 fino a raggiungere Chiusa Sclafani.
Riparti e fatti Via Santa Caterina/SS188 e imbocca Via Giorgio Almirante. Segui ancora la SS188, poi svolta su Via S. Croce e successivamente su Via Pietro Caruso per arrivare a Sambuca di Sicilia. Poi da lì, dopo averla esplorata, prendi Via Figuli verso Piazza Regione Siciliana/SP69. Segui la SP70 e poi la SP44 e arriva a Santa Margherita di Belice.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono SP76, SP54, SP37, SP19, SS386, SS188, SP70 e SP44.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Sambuca di Sicilia. iStock/DeniseSerra
Sambuca di Sicilia sta nella Valle del Belice, provincia di Agrigento, ed è un borgo pienissimo di storia e di cultura noto principalmente per le sue chiese (alcune piccole ed alcune grandi), per le influenze arabe e in genere per il patrimonio barocco. Prima cosa da vedere è il Museo Archeologico Palazzo Panitteri con tanti reperti che vengono dal sito archeologico di Monte Adranone. Il percorso è diviso in due: il Settore A è sulle parti abitative, culturali e pubbliche, mentre il Settore B ha il focus sulla Necropoli, ma comunque ci sono materiali rinvenuti sul circuito murario fino all’assedio romano del III secolo, ma la Sala 5 ha i manufatti di un complesso artigianale chiamato Fattoria e di un santuario che era per le divinità ctonie.
Comunque da ricordare che sta nel Palazzo Panitteri, edificio seicentesco con l’accesso su scala catalana e decorazioni sul tardo-barocco e rococò; era un torrione d’avamposto sulle mura della vecchia Zabut ma poi è diventata una dimora patrizia.
Altra cosa da vedere è sicuramente il Teatro Comunale L’Idea, fatto tra il 1848 e il 1851, classico teatro a ferro di cavallo prima di privati e poi del Comune, che lo prende nel 1886 e lo restaura (nuovamente nel tempo e dopo il terremoto del 1968). Si fanno spettacoli ben diversificati con artisti locali, nazionali ed esteri.
Sambuca di Sicilia ha il suo belvedere, o meglio il Terrazzo Belvedere che viene chiamato anche Calvario, nella parte più alta del borgo, la stessa area del Castello di Zabut. La vista va ben oltre i confini del paesello, con le montagne delle Rose e la catena dei Monti Sicani.
Ci arrivi da una scalinata che parte da Piazza Baldi Centellis portandoti ad un’acropoli fortificata: nel diciannovesimo secolo le rimanenze del castello vennero demolite per fare una grossa terrazza per celebrare la Crocifissione del Venerdì Santo (ecco perché lo si chiama Calvario). Qui ci fanno anche qualche evento in estate, ed appunto è inserito tra i Luoghi di Identità e Memoria (LIM) dalla Regione Sicilia.
Chiesa di Santa Caterina. Guzman, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Tornando alle chiese c’è da nominare la Chiesa di Santa Caterina d’Alessandria e i resti dell’annesso Monastero delle Benedettine (ex Monastero di Santa Caterina d’Alessandria) che stanno a Corso Umberto I, vicino a Piazza della Vittoria. La chiesa, anno 1515, è barocca con gli altari in marmo e finisce in una cappella con l’altare maggiore. Nel diciassettesimo secolo è stata migliorata con gli stucchi fatti da Vincenzo Messina, palermitano, con le statue sulle 4 virtù (la chiesa ha una navata divisa in 4 sezioni).
Invece il Monastero delle Benedettine una volta era ben più lungo, ma il terremoto del 1968 causò grossi danni, portando alla demolizione. Al suo posto è stata fatta Piazza della Vittoria con un Monumento ai Caduti. L’ala rimanente del monastero è stata restaurata e ospita la Pinacoteca Istituzione Gianbecchina, su una collezione di 190 opere date da Gianbecchina (Giovanni Becchina) al proprio paese natale, opere fatte tra il 1924 e il 1996. Oli su tela, acquerelli, schizzi e acqueforti.
Chiesa Madre, Sambuca di Sicilia. Davide Mauro, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Prima fra tutte le chiese è la Chiesa Madre, o Matrice, nata attorno al 1420 su un pezzo dell’antico Castello di Zabut. Sta nella parte più vecchia del borgo, con una facciata coi basamenti in tufo e preceduta da una lunga scalinata, con un portale d’ingresso arabo-normanno. Tre navate, pianta a croce romana, ma nel punto dove il transetto si unisce alla navata centrale c’è una cupola di ispirazione rinascimentale. Il campanile è ricavato da una delle torri del castelo saraceno e finisce con una guglia piramidale rivestite da mattonelle in ceramica policroma, sorrette dal tufo in cui sono state scolpite le foglie d’acanto. Dopo 50 anni di restauro (sempre causa terremoto fine anni ’60) è stata riaperta solo a gennaio 2019.
Fortino di Mazzallakkar. Ennio Gurrera, Copyrighted free use, via Wikimedia Commons
Ultima cosa da vedere è il Lago Arancio e il suo Fortino di Mazzallakkar. Tale forte viene fatto dagli Arabi attorno all’830 d.C. e nei periodi di secca le rovine emergono dalle acque. Sta nella zona dei Mulini tra la collina di Castellazzo e la Torre Cellaro, fatto a pianta quadrata con le torri circolari agli angoli, fatte di pietra calcarea. 4 metri di mura, faceva da avamposto al vecchio castello di Zabut (l’attuale paese). Negli anni ’50 si è costruita una diga sul fiume Carboj e si è quindi creato il Lago Arancio (sì, è artificiale), ergo per sei mesi l’anno il forte è sommerso parzialmente.
Crediti copertina: Davide Mauro, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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