L'ombelico della Sicilia è la "piccola Atene", tra miniere e splendide architetture normanne

L’ombelico della Sicilia è la “piccola Atene”, tra miniere e splendide architetture normanne

Leonardo Anchesi  | 09 Feb 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti
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La Sicilia è, senza ombra di dubbio, una terra meravigliosa, sia per il suo straordinario territorio, caratterizzato da un’ammaliante convivenza fra mare ed entroterra, sia per, o forse sarebbe più corretto dire soprattutto, resa unica dalle numerose e diverse dominazioni che si sono susseguite nei secoli. E Caltanissetta, capoluogo di provincia che rimane alle spalle delle affollate spiagge siciliane, non fa eccezione, anzi, conferma con forza questo principio. Greci, Romani, Arabi, Normanni e tanti altri sono passati accanto a lei, dominandola, vivendola e lasciando ognuno segni tangibili del proprio passaggio. Un incantevole palinsesto di culture che oggi si presenta a noi in tutta la sua bellezza, pronto a offrirsi completamente a noi visitatori e, nel nostro caso specifico, ad accoglierci sulle sue strade che dalle zone interne, immancabilmente, conducono verso le coste.

1 Un triangolo in Trinacria

1.1 Mappa

1.2 Itinerario

Rilassatevi qualche ora, fate stretching prima di salire in moto e scaldate bene motore e gomme perché oggi si fanno chilometri; per la precisione 199, attraversando paesaggi incantati che dai monti della Sicilia ci porteranno fino alle coste per poi ricondurci nel profondo entroterra. Si parte, come previsto, da Caltanissetta, guadagnando subito l’uscita verso sud sulla SS 640, la statale dal seducente nome di “Strada degli Scrittori”, che ci permetterà di raggiungere Agrigento, la perla del barocco della Sicilia. Il suo tracciato, costellato di viadotti e lunghi rettilinei, è perfetto per godersi la natura o, in alternativa, far galoppare un po’ i cavalli, ma sempre nel rispetto del codice della strada. Ad Agrigento sarà, invece, la SS 115, al sud occidentale sicula, a condurre i giochi, portandoci verso est, in direzione di Gela, seconda tappa del nostro viaggio.

Tuttavia, oggi non avremo tempo di visitare quest’altra città unica, poiché la SS 626 ci chiama a gran voce per farci tornare, attraverso la Valle del Salso, verso Caltanissetta, al contempo punto di partenza e meta di questo nostro magico viaggio in Sicilia. Ora, una volta lasciata la moto a godersi un po’ di sano e meritato riposo, è giunto il momento di visitare le bellezze della città.

2 Sulle tracce dei Normanni nell’abbazia di Santo Spirito

Il prospetto settentrionale accoglie il visitatore

In una città costellata di opere barocche noi abbiamo deciso di andare in controtendenza e portarvi a visitare un monumento che è lontanissimo da questo sfarzosa corrente artistica, sia in termini temporali che stilistici; si tratta dell’abbazia di Santo Spirito, uno dei tanti segni lasciati dai Normanni e, sicuramente, uno di quelli che è giunto sino a noi nelle condizioni migliori. Si tratta di un edificio sacro consacrato verso la metà del XII secolo (1153) dall’impianto piuttosto semplice ma, tuttavia, particolarmente significativo. Una navata unica si sviluppa in lunghezza, lasciando al prospetto absidale l’arduo compito di colloquiare con il visitatore all’esterno. L’ingresso principale è posto sul fianco settentrionale della chiesa, stante l’assenza di una vera e propria facciata; l’edificio, di fatti, sul prospetto occidentale è adiacente alla struttura monastica.

Il pregevole fonte battesimale normanno è il protagonista della navata

L’interno non delude gli amanti della semplicità: la pietra viva, nella sua più pura essenza, è la vera protagonista, lasciando qua e là la scena quando al grande affresco del Pantocratore nel catino absidale, quando al pregevole fonte battesimale di fattura normanna, coevo al cantiere originario. Quasi miracolosamente la chiesa è scampata alle rinnovazioni barocche, molto in voga nel Seicento, restando una testimonianza importantissima della cultura normanna.

3 Le miniere di Trabia Tallarita: la storia delle miniere in Sicilia

IS1341628694Il complesso minerario vi racconterà una storia unica

A pochi km dal centro città, qualora aveste ancora voglia di salire in sella, si trovano i resti di quella che un tempo fu una delle attività più fiorenti della zona: la miniera di Trabia Tallarita, realtà industriale che fino alla metà degli anni Settanta (del Novecento) era votata all’estrazione del prezioso zolfo. Le origini di questo tipo di commercio sono antichissime; tuttavia, il suo periodo di massimo splendore fu negli anni Venti del Novecento quando il complesso minerario, tanta era la presenza di maestranze, divenne un paese vero e proprio, completamente autonomo dal punto di vista dei servizi, compresa una Stazione dei Carabinieri. La concorrenza americana, giunta in Italia negli anni Cinquanta, mise in crisi il sistema e nel 1975 la fiorente miniera chiuse i battenti.

Oggi, dopo una poderosa opera di riqualificazione messa in atto dal Ministero della Cultura, il sito è visitabile; qui potrete scoprire tutti i segreti dell’estrazione dello zolfo, conoscere come vivano i minatori e le loro famiglie e visitare il museo, ove è presente anche una mostra fotografica permanente dedicata la mondo delle miniere.

 

Credit foto:
Pro-loco Caltanisetta
Abbazia di Santo Spirito – Wikipedia
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Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi

Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.




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