Soffri di vertigini? Se la risposta è sì, forse dovresti leggere un altro articolo. Perché di strade tranquille, di destinazioni sicure e di magnifici scenari da fine settimana ne abbiamo da offrire a bizzeffe. Ma stavolta, ci siamo voluti concentrare sulle strade più pericolose al mondo, veri e propri sentieri verso picchi di adrenalina, dove gli occhi aperti non sono per lo stupore, ma per la paura e il terrore. A volte, in realtà, basta anche solo un po’ di cautela, ma quella non è mai troppa in qualsiasi situazione. Ecco quali sono le strade più pericolose al mondo, dalla Nuova Zelanda alla Bolivia.
Lo Skippers Canyon è un sito naturale anticamente abitato dal popolo Maori, in Nuova Zelanda. Si trova a nord della città di Queenstown, ed è una strada che venne realizzata dai primi esploratori europei per raggiungere i giacimenti auriferi della zona. Oggi il percorso è tanto bello quanto pericoloso: una corsia, strettissimo, con dirupi di centinaia di metri. Senza dimenticare che qui le assicurazioni non offrono copertura. Insomma, da percorrere a proprio rischio e pericolo.
Se l’idea di percorrere i quasi 10mila chilometri della Transiberiana non fossero sufficienti a stimolare la vostra adrenalina, la Russia ha molte frecce al suo arco in fatto di strade pericolose. Come il Katu-Yaryk, un valico interamente sterrato che affronta il crinale di un canyon (verdissimo e dall’impatto scenico mozzafiato), nella remota repubblica dell’Altaj, regione del profondo Est al confine con Mongolia, Cina e Kazakhstan.
La Guoliang Road è la strada più pericolosa della Cina, ma non solo. Costruita fra il 1972 e il 1977, in molti casi anche a mano dagli operai, è per lunghi tratti uno scavo “al vivo” sulle pareti delle Taihang Mountains. Come nel caso del Guoliang Tunnel, lungo all’incirca 1.200 metri, alto 5 e largo 4, scavato con mazze e scalpelli e oggi percorso “tranquillamente” da molti autobus turistici.
La meno rischiosa delle strade d’America ha un soprannome decisamente poco rassicurante: l’autostrada della morte. È la BR116 in Brasile, una strada che può trasformarsi in un vero e proprio incubo. Ciò si deve non solo alla scarsissima manutenzione che rende molto accidentato il percorso, bensì all’elevato tasso di criminalità che consente a bande organizzate di pianificare degli appostamenti che possono rivelarsi davvero pericolosi per i motociclisti che la percorrono.
Leggermente più pericolosa, ma per ragioni che hanno a che fare con la forza della natura, è la James Dalton Highway, nello stato americano dell’Alaska. Come spesso accade, nei giorni sereni questa scenografica autostrada sembra uno scenario idilliaco. In realtà, la stretta carreggiata è cosparsa di piccole buche e, in virtù delle fortissime raffiche di vento che la interessano, può capitare di essere colpiti da pezzi di roccia durante la guida.
Bus, piccoli camion, ma soprattutto ciclisti e motociclisti. Sono loro gli utenti principali di quella che è considerata come una delle più pericolose strade al mondo, la Yungas Road, un percorso di 64 chilometri che unisce La Paz e Yungas, in Bolivia. Anche detta Camino de la Muerte, venne costruita negli anni ’30 durante la guerra tra Bolivia e Paraguay, è spesso larga meno di 3 metri e, soprattutto, è costruita su strapiombi fino a 600 metri, che rendono il percorso pericolosissimo e prono agli incidenti mortali (almeno 18 dal 1998 a oggi).
Anche se non rientrano ufficialmente nel novero delle strade più pericolose al mondo, anche il nostro paese ha alcuni percorsi dove prestare prudenza è assolutamente necessario. Se non per il livello di mantenimento dell’asfalto, per il numero di incidenti stradali e per una serie di ulteriori statistiche che l’ACI racchiude in degli indicatori precisi (numero complessivo di incidenti, incidenti mortali, morti, feriti, densità incidenti per km, indice di mortalità e incide di gravità).
Tra le strade più pericolose d’Italia per indice di mortalità, ci sono la SS20var a Racconigi, in Piemonte e la SS412 dir/b della Val Tidone, in Liguria. Per densità di incidenti, invece, il primato spetta al GRA di Roma e alla Tangenziale Ovest di Milano.
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