L'altopiano più colorato d'Italia è uno scrigno di bellezza fragile da scoprire 12 mesi all'anno

L’altopiano più colorato d’Italia è uno scrigno di bellezza fragile da scoprire 12 mesi all’anno

Stefano Maria Meconi  | 24 Nov 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Luoghi preziosi d’Italia, che come l’ala di una libellula o lo stelo di un fiore sono tanto belli quanto fragili. E proprio per questo non vanno lasciati da soli, dimenticati o abbandonati, ma riscoperti con quella voglia di esplorazione e di avventura continua che sono il vero leitmotiv del viaggiare su due ruote. Ecco perché, quando pensiamo ai Monti Sibillini, a riempire la mente e il cuore non deve essere la tristezza per le devastazioni dei terremoti del 2016-2017, ma la resilienza di un territorio che ha tutte le carte in regola per tornare più bello, più amato e più vissuto di prima. Soprattutto da te, amico rider, che non vedi l’ora di partire. Andiamo?

1 Monti Sibillini in moto. L’itinerario

1.1 Mappa

1.2 Percorso

Partenza da Norcia, arrivo a Colfiorito. Dall’Umbria all’Umbria, ma passando in alcune delle località naturalistiche e storiche più belle delle Marche. Dopo aver visitato il bellissimo borgo di Norcia, famoso per la figura di San Benedetto e per la ricca tradizione enogastronomica, possiamo partire per il nostro viaggio tra i Monti Sibillini. La prima tappa, di circa 30 chilometri, conduce verso la località montana di Castelluccio. Situata a 1452 m s.l.m., si trova infatti nel territorio comunale di Norcia, e si raggiunge grazie alla SS685 prima, e alla SP477 poi, che supera l’ampio dislivello tra la vallata e la Piana di Castelluccio, e offre uno degli scenari naturalistici più suggestivi dell’Italia centrale, soprattutto durante i mesi estivi, con la fioritura dei campi di lenticchie.

Monti Sibillini in moto. La Piana di Castelluccio

La fioritura della Piana di Castelluccio, che avviene generalmente tra giugno e luglio

Ci rilassiamo nel pieno della natura di Castelluccio, uno dei luoghi più colpiti dalla sequenza sismica del 2016-2017 e al centro di un lento recupero. Proseguiamo il nostro viaggio tra Monti Sibillini percorrendo la Strada Provinciale 136. Superiamo il confine delle Marche, per ritrovarci in circa 15 chilometri a Castelsantangelo sul Nera. Lasciamo Castelsantangelo sul Nera, e ci dirigiamo verso il nord delle Marche, attraversando prima la SP134, e successivamente la Strada provinciale 209 (in direzione di Macerata e Camerino) e la Strada provinciale 96, che ci portano in circa 40 chilometri, una volta superata la SP256, nel bellissimo borgo di Camerino. Da Camerino, proseguiamo verso l’ultima tappa del nostro viaggio, la bella località di Colfiorito. La raggiungiamo in 22 chilometri, attraverso la SP17 e la SS77, e passando per Serravalle di Chienti.

2 Tra sapori e sapere: le terre dei Monti Sibillini da scoprire

Castelsantangelo sul Nera è un piccolo borgo di montagna che deve il suo nome a San Michele Arcangelo, santo patrono della località, e al fiume Nera, che nasce da sorgenti presenti proprio sul territorio. Il Nera è uno dei maggiori fiumi italiani in termini di portata d’acqua, addirittura più dell’Arno e dell’Isonzo. Sebbene gravemente colpita dal terremoto nel 2016, conserva parte dei suoi luoghi simbolo, come la fortezza che sovrasta il borgo.

Monti Sibillini in moto. Camerino

La campagna intorno a Camerino

Spartiacque tra il Chienti e il Potenza, Camerino è una rinomata città universitaria. L’Università di Camerino fu voluta da Papa Benedetto XII nel 1336 ed è uno degli atenei più antichi d’Italia. Pensate che l’Università La Sapienza di Roma è stata fondata appena 33 anni prima, nel 1303. La città è anche celebre per la produzione della pasta fresca, di cui costituisce – insieme a Campofilone – uno dei principali centri delle Marche.

La piccola Colfiorito, che altri non é se non una frazione di Foligno, è invece rinomata per un’altra specialità tipica che viene degustata in tutta Italia: la lenticchia. E sì, perché insieme a quelle di Castelluccio, le lenticchie di Colfiorito arricchiscono le tavole del Bel Paese soprattutto nel periodo delle feste. Ricchissime di benefici per la salute, si possono consumare sotto forma di zuppe e minestre e sono un ottimo ingrediente per tantissime ricette.

Il “nero di Norcia” è il prosciutto crudo tipico della città umbra, patria della norcineria

Norcia è la città di San Benedetto, la cui magnifica basilica, capolavoro dell’architettura romanica, dovrebbe essere completamente ricostruita nel giro di pochi anni secondo i principi dell’anastilosi, ovvero utilizzare gli stessi materiali e le stesse forme. Il centro storico della città è ricco di luoghi dove assaggiare le tante specialità tipiche: proprio da qui deriva il termine norcineria che simboleggia le specialità a base di carne e insaccati tipiche di Umbria, Marche, Lazio e Abruzzo.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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