Sono davvero poche, negli ultimi anni, le realtà industriali italiane che hanno mantenuto il tricolore a ogni livello dell’organigramma aziendale. Un globalismo della produzione dal quale poche realtà sono “sopravvissute”, riuscendo a mantenere saldo il loro legame con l’Italia. Nel mondo dei motori, questo ‘patriottismo’ è abbastanza raro: la Ferrari è sì parte di un gruppo quotato nei Paesi Bassi, ma di fatto è solo una scelta di tipo fiscale. Ducati fa parte del gruppo tedesco Audi, alla quale appartiene peraltro un altro storico marchio italiano delle quattro ruote, Lamborghini. Caso diverso è invece quello che riguarda Moto Guzzi che, sin dalla sua fondazione avvenuta nel 1921, è sempre rimasta di proprietà italiana, divenendo nel 2004 parte di un altro gruppo che ha segnato la storia delle due ruote, Piaggio. E questa storia ha il suo centro in un borgo sul lago di Como, Mandello sul Lario, che oggi possiamo definire come la “capitale delle 2 ruote in Italia”. Se non altro, di quelle che italiane lo sono ancora al 100%. Andiamo a scoprirne di più insieme.
Partiamo da Lecco, da dove prendiamo la SS36 “del Lago di Como e dello Spluga” che lasciamo poco prima di raggiungere Abbadia Lariana tramite la SP72, che ci accompagnerà anche nel breve tratto in direzione di Mandello del Lario, la nostra meta di elezione lungo l’itinerario alla scoperta dei luoghi di Moto Guzzi. Proseguiamo lungo la Provinciale 72 costeggiando per intero il lago di Como, toccando in rapida successione le località di Lierna, Pino, la bella Vezio con il suo antico castello, fino ad arrivare a Bellano al termine di un breve tratto di circa 27 chilometri. Nulla ci vieta, però, di proseguire ancor più verso nord, sempre tramite la SP72, per arrivare fino a Dervio e su, a Sorico, punto più a nord del Lario.
Era il 15 marzo 1921 quando Carlo Guzzi e Giorgio Parodi, rispettivamente imprenditore e aviatore della Regia Aeronautica, decisero di fondare a Genova la Società Anonima Moto Guzzi. Antesignana di una storia che sarebbe durata per oltre cent’anni la G.P. 500, una moto lontanissima dagli standard attuali ma che, già negli anni ’20, aveva lo sguardo rivolto verso il futuro. 500cc di cilindrata con motore a un solo cilindro disposto in orizzontale, raffreddamento ad aria, frizione in bagno d’olio, telaio realizzato con tubi e una ragguardevole velocità, almeno per l’epoca, di 100 km/h.
Nonostante la fondazione fosse stata siglata nel capoluogo ligure, Parodi e Guzzi scelsero come stabilimento produttivo una piccola località sulla sponda ovest del lago di Como, Mandello del Lario. Un posto sufficientemente vicino a Milano, già all’epoca importante centro economico, ma allo stesso tempo lontano a sufficienza per assumere una sua identità specifica. La storia di Guzzi segue le alterne fortune dell’Italia del primo Novecento, nel 1934 diviene il primo produttore italiano per numero di moto costruite e già nel 1946, appena dopo la guerra, riprende la sua produzione con importanti novità, come il motore a 2 tempi impiegato nella realizzazione della Cardellino (1954-1965).
Nonostante un calo di produzione negli anni ’60, Moto Guzzi continua a scommettere su innovazioni tecniche ed esperimenti, come le moto “da corsa” degli anni ’70 e ’80, l’introduzione dell’iniezione elettronica e la partecipazione alle corse endurance. Nel 2000 la società diviene parte del gruppo Aprilia che, a sua volta, nel 2004 è ceduta alla Piaggio. Si realizza così la fusione di due simboli del mondo a due ruote italiano, Moto Guzzi e l’azienda produttrice della Vespa, matrimonio foriero di rinnovamento e nuovi successi che vedono sempre a Mandello sul Lario il centro focale di questa secolare azienda italiana.
Dalle acque del lago di Como alle montagne della Grigna, il borgo nel quale da più di un secolo vengono prodotte le Moto Guzzi è un piccolo scrigno di bellezza che tocca ambedue le sponde di uno dei più grandi laghi d’Italia, un caso peraltro geograficamente piuttosto remoto. Mandello sul Lario è un paesino di poco inferiore ai 10mila abitanti, ai piedi dell’iconica Porta di Prada, montagna con una curiosa forma “a porta” che spicca a 1653 m s.l.m.
Nel borgo, che si espande lungo il profilo del lago, incontriamo diverse chiese e siti religiosi antichi dal forte impatto scenico, come la chiesa di San Lorenzo con il ricco complesso decorativo del catino absidale, o il santuario della Beata Vergine del Fiume, dalle ricche decorazioni di stampo barocco-rococò.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
Sottovalutata in passato, ma oggi tutti vogliono visitarla. A soli 250 chilometri ...
Tra i vari, bellissimi e particolari borghi dell'Umbria, alcune località ...
In mezzo all'Emilia-Romagna tra le pieghe verdi della valle dell'Enza c'è un ...
©
2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur