Una presenza maestosa in una campagna che, altrimenti, considereremmo come una buffer zone tra Brescia e Cremona. Ed è proprio qui, tra aeroporti, fiumi e piccole realtà di provincia, che incontriamo un luogo che sembra uscito dai paesaggi della Loira. Ma siamo in Lombardia, più precisamente a Borgo San Giacomo, dove si trova l’antico Castello di Padernello, sospeso su un fossato quadrangolare che sembra ingannare le leggi della gravità e dell’architettura. Un regalo che i Martinengo, i “bergamaschi veneziani”, hanno lasciato ai posteri, un castello unico nel suo genere. Scopriamolo insieme.
Un lungo tratto rettilineo, uscendo da Brescia, dà il via a questo itinerario “di provincia”. Raggiungiamo Poncarale, da qui prendiamo la SP24 che costeggia l’aeroporto militare di Ghedi fino all’omonima cittadina. Prendiamo ora la SP668 fino alla prima rotatoria, da dove poi seguiamo le indicazioni per Manerbio, che sorge a sud del fiume Mella. Ancora, SP1 per raggiungere il castello di Padernello. Dopo la visita, percorriamo i pochi chilometri che ci separano dal “suo” Borgo San Giacomo, e infine altri 8 chilometri in direzione della interessante località di Orzinuovi.
Costruito alla fine del XIV secolo da Bernardino Martinengo, il castello di Padernello è un unicum nell’architettura di questo territorio. L’edificio ha pianta quadrata e quattro torri difensive angolari, che costituiscono la prima testimonianza dell’esistenza di fortificazioni nella frazione di Borgo San Giacomo.
La storia del maniero risale al 1391: una torre circondata da un doppio fossato con vista su vigneti, boschi e pascoli. Questo maestoso edificio fu costruito nella prima metà del XV secolo e passò in mano ai Martinengo di Padernello. Dalla semplice torre, il complesso che oggi ammiriamo venne successivamente integrato intorno al 1470, dotato di beccatelli e meccanismi, con funzione di controllo e di osservazione dei territori limitrofi, e dotato di feritoie e merlature guelfe. Allo stesso periodo risale l’elegante portico nord, sul quale troviamo uno dei simboli del castello di Padernello, ovvero uno scudo con l’aquila imperiale, che è il simbolo della famiglia. Il cortile interno, invece, inizia con la loggia ovest, con colonne con incisi gli stemmi delle famiglie Martinengo e Colleoni, quest’ultima imparentata con la famiglia Martinengo come proprietari del castello.
Oggi, l’architettura del castello è meno evidente nelle sue forme quattrocentesche, poiché è nel XVIII secolo che Gerolamo Silvio operò numerosi aggiustamenti e correzioni, secondo l’uso dell’epoca, che trasformarono un edificio protettivo in villa signorile. A quest’epoca risalgono lo scalone settecentesco del Marchetti, la sala da ballo e la cappella dei Santi Faustino e Giovita, patroni di Brescia.
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Vittima anch’esso del passare del tempo, e di un generale disinteresse per tutto ciò che è fuori dalla città, il maniero bresciano ha conosciuto però grazie alla Castello di Padernello ETS Fondazione un vero e proprio ritorno agli splendori di un tempo. Oggi è possibile visitarlo con due tipologie di percorsi: il primo, che include il castello e le mostre d’arte, e quello più completo che include anche Ponte San Vigilio e cascina La Bassa.
Ma la bellezza di questo luogo non finisce qui: al suo interno, infatti, c’è un vero e proprio ecosistema dell’accoglienza che include ben quattro ristoranti (Locanda del Vegnot, Ristorante La Bianca, Osteria Aquila Rossa e Cascina La Bassa) e una struttura ricettiva che può accogliere fino a 16 persone in un contesto di totale digital detox, senza WiFi e senza TV.
Salvo che nel periodo estivo, dal 5 al 26 agosto, il castello è visitabile (previa prenotazione, sempre raccomandata benché di fatto non obbligatoria) dal martedì alla domenica con orari cadenzati minimo di 30 minuti.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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