.
.
.
Argirocastro (o Gjirokastër, in albanese) è conosciuta come la Città di pietra ed è una delle mete più fascinose dei Balcani. Famosa per il centro storico dichiarato Patrimonio dell’Umanità Unesco, che ha un Bazar ottomano pieno di negozi, e pure per la sua fortezza d’argento che vedi in copertina: è un luogo pieno di storia e di bellezze che puoi goderti per bene anche su due ruote. Argirocastro di solito la si visita in una giornata, anche se è meglio dedicargliene almeno due: le cose da vedere non sono poche e le viste panoramiche che puoi farti con l’itinerario di oggi non sono da meno. TrueRiders, c’è tanta roba, very exotic e very raffinata: andiamo?
Per l’itinerario di oggi puoi partire da Ksamil seguendo la strada principale, Rruga Riviera, poi imbocca Apollonia Street verso la SH81. Fatti questa strada finché non arrivi a Saranda, attraversando un bel pezzo di costa immerso nella natura. Quando sei arrivato in città continua su Rruga Flamurit e segui le indicazioni verso Rruga Skënderbeu.
Ripartendo da Saranda continua sulla Rruga Ura e Kardhiqit, che invece si fa un po’ di montagna, finché non ti immetti nella SH4. Questa ti porta dritto verso Argirocastro, meta principale di oggi: giunto in città imbocca Bulevardi 18 Shtatori e fatti le vie centrali che ti portano fino al cuore della Fortezza d’argento.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SH81 e la SH4.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Negozi al Bazar di Argirocastro, Albania. iStock/zm_photo
La si conosce meglio come Gjirokastër ma Argirocastro ha una storia lunga e tortuosa. Risale al quarto secolo d.C. e si sviluppa attorno a un forte creato a controllo della valle del fiume Drino. I documenti storici del quattordicesimo secolo la menzionano come Argyropolihne, in tutta probabilità collegamento alla principessa delle leggende Argjiro. Cade sotto il dominio ottomano nel 1417, periodo che ne cambia drasticamente architettura e sviluppo urbano.
Come è accaduto spesso sotto la dominazione ottomana, anche perché questi sono 500 anni di dominazione ottomana, Argirocastro fiorisce come non mai col suo Bazar e diventa un grosso centro di amministrazione e commercio prendendo l’aspetto di oggi.
Le abitazioni tipiche si chiamano kule, sono in pietra, e sono a più piani. Ogni kule è una piccola fortezza, perché combinano funzionalità domestiche e difensive, una diversa dall’altra (ne nominiamo un paio fra poco). Nel XX secolo Argirocastro diventa centro simbolico del comunismo albanese, essendo la città natale del dittatore Enver Hoxha che ha governato il paese dal ’44 all’85 in terrore e paranoia.
Esterno del Museo Etnografico, Argirocastro, Albania
La sua casa natale oggi è il Museo Etnografico di Argirocastro, costruito nel ’66, dopo che la casa originale è stata distrutta da un incendio: in origine Museo dell’Antifascismo dal ’66 al ’91, ora è un museo di 4 piani a mo’ di casa tipica, con diverse cose specifiche che hanno diverse altre case un po’ particolari della zona. Il tutto molto decorato con costumi e artefatti tipici di una famiglia ricca e degli amministratori ottomani che vivevano nel diciannovesimo secolo.
Degno di nota è il centro storico col suo Bazar. Il Bazar di Argirocastro, o meglio Qafa e Pazarit, è stato ricostruito dopo un incendio nel XIX secolo ma mantiene l’architettura tradizionale con le strade acciottolate e gli edifici in pietra. Ci sono botteghe artigiane, tanti negozi di souvenir e caffè. Qua c’è la Moschea del Bazar, anno domini 1557, una delle poche a sopravvivere al comunismo.
Nel 2005 l’UNESCO ha messo Argirocastro nella lista dei Patrimoni dell’Umanità come importante esempio di città ottomana ben conservata. La città vecchia è quella alta che ha le case coi tetti di pietra, qualche rudere e le strade lastricate, Però, in sintesi, cosa vedere ad Argirocastro?
Lockheed T-33 Shooting Star nel Castello di Argirocastro, Albania. Dragoncello / Shutterstock.com
Il Castello di Argirocastro, costruito originariamente nel XII secolo, si domina la città dall’alto della collina ed è una delle fortificazioni più grandi e imponenti dei Balcani. Nato come struttura difensiva subisce importanti ampliamenti e restauri nel corso dei secoli, specie in quei 500 anni di dominio ottomano e sotto il governatore Ali Pasha di Tepelena nel XIX secolo, che aggiunge la torre dell’orologio e migliora le difese.
Nel regno di Re Zog I negli anni ’30 del ventesimo secolo in parte diventa una prigione (oppositori politici, nulla di nuovo), ruolo tenuto anche sotto il comunismo. Il castello oggi conserva davvero molto: le 5 torri, mura difensive, una chiesa e una grande cisterna. Dentro c’è il Museo Nazionale delle Armi che espone un sacco di armi, da quelle antiche a quelle della Seconda Guerra Mondiale, più quell’aereo militare americano che vedi qui sopra, simbolo della tensione della Guerra Fredda. Ogni 5 anni ci si fa il Festival Nazionale del Folklore, e come puoi vedere dalla copertina, vista panoramica sulla città e sul fiume Drino. Da vedere, TrueRiders.
Visualizza questo post su Instagram
Ristrutturata nel 1827 ma fatta nel XVIII secolo, Casa Skenduli è una delle abitazioni tradizionali ottomane meglio conservate di Argirocastro. Molto raffinato, appartenuto alla famiglia Skenduli, è simbolo di opulenza. Diciamolo meglio: ben 64 finestre, 40 porte, 12 stanze e 9 camini, ciascuno con dettagli architettonici artigianali dell’epoca. Nel comunismo la casa è stata espropriata e trasformata in Museo Etnografico per poi essere restituita ai propietari nel 1993. Le visite le puoi fare con un discendente della famiglia originale. Sta vicino al Museo Etnografico.
Visualizza questo post su Instagram
Invece Casa Zekate è fatta tra il 1811 e il 1812. Commissionata da Beqir Zeko, fidato collaboratore del governatore ottomano Ali Pasha Tepelena, stessa questione: opulenza ed elevato status sociale. Questa invece è una casa a tre piana con torri gemelle e una facciata elegante con doppi archi. Gli interni hanno soffitti in legno intagliato, affreschi al muro e camini decorati. Il balcone in legno del terzo piano dà una vista panoramica spettacolare sulla città e sulla valle. Sta nel quartiere di Palorto e accoglie visitatori tutto l’anno.
Visualizza questo post su Instagram
Questo sta vicino alla Piazza Çerçiz Topulli. Il Tunnel della Guerra Fredda è un bunker sotterraneo fatto negli anni ’70 nel regime comunista di Enver Hoxha. Questo rifugio di 800 metri con 59 stanze era destinato a ospitare i funzionari governativi in caso di attacco nucleare. Rimasto intatto e aperto al pubblico dal 2014 il tunnel permette un’esperienza suggestiva e un po’ inquietante, a testimone della paranoia e delle misure estreme della Guerra Fredda in Albania.
Ponte Ali Pasha, vicino Argirocastro, Albania. iStock/Mathias Calabotta
Il Ponte di Ali Pasha è conosciuto come Ponte di Dunavat ed è un ponte in pietra creato a inizio XIX secolo su volere di Ali Pasha di Tepelenë. Parte di un grosso sistema di acquedotti serviva a portare l’acqua dal Monte Sopot, che sta a 10 km di distanza, fino al Castello di Argirocastro che mancava di una fonte d’acqua naturale. Gran parte dell’acquedotto è stato demolito nel 1932 ma la sezione vicino al quartiere di Dunavat è ancora intatta. 16 metri d’altezza, 40 di lunghezza e 2.3 di larghezza, in pietra. Lo si raggiunge in mezz’ora a piedi dal centro di Argirocastro.
Lago Viroi a 3 km da Argirocastro, Albania
A soli 3 km da Argirocastro il Liqeni i Viroit (o Lago Viroi) è un lago naturale circondato da foreste e sentieri panoramici. Le sue acque cristalline sono alimentate da sorgenti sotterranee e fanno un ambiente ottimo per passeggiate, escursioni e relax. Ci sono dei punti di ristoro nelle vicinanze e l’atmosfera è ben serena. Mettitelo come ultimo punto nel viaggio, ma fai spazio per i souvenir del bazar.
Marittime, Cozie, Graie e Lepontine: non sono i nomi delle Grazie o di qualche ...
Un nome, una garanzia: Sustenpass. Il più giovane dei passi delle Alpi Svizzere, ma ...
Per voi la moto non è solamente un mezzo, non è solamente una passione, ma una ...
©
2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito
Fytur