Nel cuore, nel cuor di Stradella
Che è quella città dove tutte
Le armoniche di questa pianura
Son nate e qualcuno le suona così…
“La fisarmonica di Stradella” è una bellissima canzone di Paolo Conte, ma non solo. In questa cittadina padana dell’Oltrepò Pavese la fisarmonica è una vera e propria istituzione, poiché per decenni gli stabilimenti del territorio hanno costruito strumenti di altissima fattura, a partire dal modello realizzato da Mariano Dallapè, che è considerato il prototipo della fisarmonica moderna. La località lombarda, che contende alla marchigiana Castelfidardo il “primato” nell’immaginario dei fisarmonicisti, ancora oggi va giustamente orgogliosa del suo glorioso passato nella musica e nella cultura. È proprio il caso di andare a scoprirla!
Partenza da Piacenza, crocevia tra le autostrade A21 Torino-Piacenza e A1 Milano-Roma. Prendi la statale SS10 fino a Rottofreno. Continua verso Castel San Giovanni, e poi raggiungi Stradella. Terminata la visita alla cittadina, puoi proseguire sulla SS617 per raggiungere un’altra bella città da vedere, il capoluogo Pavia. In alternativa, puoi allungare la strada di qualche minuto per visitare le altre località dei dintorni citate da Paolo Conte, ovvero:
È grigia la strada ed è grigia la luce
E Broni, Casteggio, Voghera
Son grigie anche loro
C’è solo un semaforo rosso quassù…
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Stradella (101 m s.l.m.) si trova in provincia di Pavia, da cui dista 17 km. Il territorio è quello dell’Oltrepò Pavese, dove gli Appennini toccano il limite settentrionale e si avvicinano al corso del fiume Po. Ha origini medievali, e oggi conta undicimila abitanti circa. Benché il periodo d’oro della produzione di strumenti musicali sia stato tra la fine dell’Ottocento e la metà del Novecento, la “Città della Fisarmonica” non perde il suo fascino a partire dal museo che ne racconta la storia.
Non poteva essere che Paolo Conte, nel 1999, a inaugurare il Museo della Fisarmonica di Stradella, intitolato a Mariano Dallapè. Si trova nel Centro Culturale di Via Montebello 2, ed è aperto al pubblico con un ingresso di 5€. È il luogo da visitare per scoprire l’evoluzione di uno strumento dal suono inconfondibile e familiare, dal funzionamento tecnico insieme semplice ma complesso. Inoltre, l’esposizione racconta la storia delle fabbriche del territorio che hanno costruito questi strumenti sin dal 1876 (hanno raggiunto addirittura il numero di 44 stabilimenti) in una moltitudine di varianti a partire da quello del suo ideatore.
Nello stesso edificio del Museo della Fisarmonica c’è anche il Museo Naturalistico “Ferruccio Lombardi” – con il biglietto cumulativo di 8€ si possono visitare entrambi. È anche chiamato Museo del Po, poiché fu creato proprio come esposizione di fossili, resti e reperti preistorici rinvenuti lungo le sponde del fiume. L’esposizione è dedicata all’ambiente naturalistico dell’Oltrepò e alla fauna che lo abita.
Piacenza e Pavia sono gli estremi del nostro itinerario, ma anche i territori che a lungo si sono contesi la cittadina di Stradella: gli scontri tra Piacentini e Pavesi risalgono almeno al XIII Secolo. Tra saccheggi, distruzioni, invasioni, annessioni, come è capitato a tanti comuni italiani, le vicende nei secoli sono state tormentate e spesso hanno causato la perdita di edifici e testimonianze storiche. Del passato rimane l’alta Torre Civica, costruzione medievale che oggi campeggia su piazza Vittorio Veneto e su tutto il centro cittadino, e svolge la funzione di campanile della Chiesa dei Santi Nabore e Felice. E fuori dal centro, si apre l’immensità della pianura dell’Emilia, una regione che ha una grande tradizione musicale, non solo di fisarmoniche: su TrueRiders trovi l’itinerario che te la fa scoprire!
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Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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