Il fratello maggiore si estende per 212 chilometri quadrati, lui per poco meno di due. Uno è tra i più grandi e conosciuti laghi d’Italia, l’altro è una meta poco nota, ma come vedremo è un argomento che gioca a suo favore. Se il primo è il Lago Maggiore, quello che ci interessa scoprire stavolta è il lago di Mergozzo, una piccola oasi umida dell’alto Piemonte, non lontana dal confine franco-svizzero, che ha tutte le carte in regola per divenire la meta perfetta di una (moto)gita autunnale. Insomma, uno di quei posti che una volta scoperti potrete giocarveli con gli amici e scatenare la loro invidia. Pronti a scoprirlo?
Questo itinerario, che vede come protagonista il Lago di Mergozzo, è in realtà un perfetto anello del Verbano-Cusio-Ossola. Lasciata Verbania, sulle sponde del Maggiore, seguiamo la Statale 34 per circa 8 chilometri fino a raggiungere le sponde del Mergozzo. Dopo l’immancabile visita, ci aspetta il tratto più lungo dell’itinerario: 32,5 km in direzione nord, attraversando il Parco Nazionale della Val Grande lungo la SS33 del Sempione. Arriviamo così a Domodossola. Da qui iniziamo a ridiscendere verso sud-est, prendendo la Statale 337 in direzione di Santa Maria Maggiore, in piena Val Vigezzo. 31 sono i chilometri che ci separano da Cannobio, sempre seguendo la SS337 prima e la Provinciale 75 poi. Toccata e fuga sul Lago Maggiore, prima di immergerci nelle atmosfere di montagna che, superata Cannero Riviera, ci portano a Piancavallo e al Belvedere di San Salvatore. Da qui ridiscendiamo in pochi chilometri (SP55) verso Verbania. 140 chilometri, 3 ore e mezza di viaggio soste escluse: itinerario concluso!
Più che un lago a sé stante, il Lago di Mergozzo è una diramazione che risale ai tempi antichissimi; infatti, dista solo un paio di chilometri dal Lago Maggiore, al quale è rimasto unito fino circa al XVI secolo. Oggi sono separati da una striscia di terreno larga 3 km, ma allo stesso tempo c’è un piccolo canale che li unisce.
Negli anni, il Mergozzo si è guadagnato l’invidiabile fama di lago più pulito d’Italia. Un record reso possibile da una politica ecologica molto decisa, con l’assenza di scarichi civili e industriali e l’assoluto divieto di navigazione alle barche a motore. Il Mergheus non è però un lago “immobile” e lo si può godere in tanti modi diversi: la canoa, il kayak e addirittura il windsurf, o con una più rilassante battuta di pesca sportiva. Il tutto, senza motori e senza inquinamento, per rispettare un ecosistema fragile ma bellissimo.
Se poi si vuole lasciare parcheggiata la moto, il Sentiero Azzurro di Mergozzo è un percorso da fare a piedi che scala il Montorfano e arriva a Mergozzo città. Ideale per conoscere un aspetto diverso della zona.
È la regina di tutti gli spelling e i nomi cose città giocati per noia nelle giornate di pioggia. Ma la conosci davvero Domodossola? Antica capitale dei Leponzi, è celebre (un po’ come Bologna) per i suoi portici quattrocenteschi, sui quali aggettano le antiche case della signoria locale. Una città industriale ma dal cuore antico, ritmi lenti e piacevoli che la resero una delle tappe del Grand Tour ottocentesco.
Nei dintorni, il Sacro Monte Calvario fa parte dei Sacri Monti Piemontesi che dal 2003 fanno parte dei Patrimoni dell’Umanità UNESCO.
I Castelli di Cannero a Cannero Riviera sul Lago Maggiore
Castelli sì, ma non sulla collina, bensì in mezzo al Lago Maggiore. È il curioso spettacolo che ti troverai davanti agli occhi a Cannero Riviera. Sono degli antichi castelli di epoca medievale, abitati dai Mazzarditi di Ronco che, nel XV secolo, volevano costruirsi uno stato privato. Furono rasi al suolo dal duca Filippo Maria Visconti di Milano, e da allora i reperti sono divenuti una bellissima meta turistica sulla quale insistono progetti di recupero funzionale.
Un “panorama mozzafiato sulla sponda del Lago Maggiore”, così lo definisce il Fondo Ambiente Italiano che lo riconosce come uno dei Luoghi del cuore della zona. È il Belvedere di San Salvatore a Premeno, vicino alla storica Villa Bernocchi. Da qui si ammira un favoloso scorcio del cosiddetto Golfo Borromeo (dal nome di San Carlo Borromeo, che nacque nella vicina Arona), da fotografare tanto di giorno quanto, soprattutto, illuminato a giorno dalle luci del lungolago.
Il lungolago di Cannobio
Ai piedi del Monte Giove, bagnato dal lago, Cannobio è uno dei pochi comuni lacustri d’Italia a potersi fregiare da quasi un ventennio ininterrotto della Bandiera Blu per la qualità delle sue acque. Insieme a quella Arancione del Touring Club Italiano, è il riconoscimento di un’accoglienza turistica d’eccellenza, che si basa su un ricco patrimonio storico-artistico, l’ottima cucina piemontese di lago e una natura incontaminata, perfetta da scoprire soprattutto in primavera ed estate.
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