Come descrivere il fascino antico e allo stesso tempo selvaggio della Lucania? Ci vorrebbero le parole di un poeta. Proprio qui è nato un poeta importante dell’antichità, Orazio Flacco, autore di versi immortali che ancora oggi usiamo nel linguaggio quotidiano, come il celebre carpe diem. La città che gli ha dato i natali è Venosa – l’antica Venusia – che si trova nel nord della Basilicata, e più precisamente nell’area del Vulture-Melfese. Questa località – iscritta all’associazione dei Borghi Più Belli d’Italia – è nota non solo per le rovine romane, ma anche per il Castello Aragonese, imponente e scenografico con le quattro torri cilindriche agli angoli. E le attrazioni non finiscono qui: per conoscerle il modo migliore è accendere subito il motore e partire.
Il percorso tra le colline della Lucania (un’ora scarsa in moto) inizia dal capoluogo Potenza, che si raggiunge attraverso il raccordo autostradale 5 a partire dall’autostrada A2 del Mediterraneo (svincolo Potenza-Sicignano degli Alburni). La direzione da prendere è verso nord sulla SS658, per raggiungere Rionero in Vulture. Continuare sulla SP10 verso Ripacandida e poi avanti fino a Venosa.
Vista del castello di Venosa
Venosa è in provincia di Potenza, l’altitudine del municipio è a 415 m s.l.m. ma l’area del Comune va dai 177 m s.l.m. ai 813 m s.l.m. Il nome latino era Venusia, secondo molti dedicato a Venere, dea dell’amore; si trattava di una colonia romana (successivamente municipium) molto importante, poiché era una delle principali stazioni della via Appia.
Il Castello Aragonese, di epoca successiva a quella federiciana, fu costruito nel 1470 dal duca Pirro del Balzo. È luogo avvolto dal mistero: sembra che il Duca stesso sia stato strangolato nel suo stesso castello. Del maniero si può visitare una parte. Negli ambienti ricavati nei basamenti delle imponenti torri cilindriche si può entrare nel Museo Archeologico Nazionale Mario Torelli di Venosa (ingresso 4€) con un’esposizione dedicata alla colonia romana di Venusia.
Con lo stesso biglietto del Castello si può visitare il Parco Archeologico, che contiene i resti della colonia romana di Venusia (fondata nel 291 a. C.), fino all’età medievale. Tra i punti più rilevanti del complesso c’è l’impianto termale, i quartieri abitativi, la domus con mosaici. Il parco si trova ai piedi della cosiddetta Chiesa Incompiuta (progetto risalente al XII secolo ma mai portato a termine) che fa parte del complesso della Santissima Trinità, che comprende anche la “chiesa vecchia” più volte restaurata e riedificata nei secoli.
Andando ancora più indietro nel tempo, si può proseguire alla scoperta di Venosa nel suo periodo preistorico. L’Area Archeologica di Notarchirico vanta un sito paleolitico di grande valore, tra i più preziosi d’Italia. Si trova nella periferia della cittadina e si può visitare gratuitamente.
Il centro di Venosa vanta diverse fontane storiche, la più importante tra queste è la Fontana Angioina, costruita nel 1298 in onore di Carlo I D’Angiò che qui soggiornò per qualche mese. Altre fontane che troverai nel centro storico sono la Fontana di Messer Oto e la Fontana di San Marco. Nel centro è presente anche la Casa di Orazio, che si può vedere più che altro da fuori perché è quasi sempre chiusa. Ma se capiti in uno dei giorni in cui sono previste delle visite guidate, allora carpe diem!
La “Chiesa Incompiuta” nel parco archeologico di Venosa
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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