Il borgo a misura d'uomo nella Toscana da cartolina: il paese dalle mura a forma di cuore è la gustosa sorpresa della Maremma

Il borgo a misura d’uomo nella Toscana da cartolina: il paese dalle mura a forma di cuore è la gustosa sorpresa della Maremma

Stefano Maria Meconi  | 18 Nov 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti

Per molti toscani è una invocazione, alla pari del pota bresciano-bergamasco o del belin genovese. Ma la Maremma è anche, e soprattutto, una zona geografica che corrisponde alle terre degli antichi Etruschi, che sfora verso il vicino Lazio e che si riconosce per una certa omogeneità del territorio, fatto di dolci colline, grandi spazi verdi che degradano verso il mare, di piccoli borghi sui quali lo sguardo è facile che si posi. Un po’ come Montemerano, le cui bellezze sono “semplici” ma autentiche, esattamente come i sapori del posto, placido e perfetto da vivere on the road. La stessa strada che occorre per arrivarci e che, siamo sicuri, difficilmente deluderà il (moto)turista esperto. Partiamo?

Montemerano in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

Una full immersion in una Toscana che si presenta in tutto il suo splendore rurale e meno “massimalista”. Questo itinerario, 57 chilometri e poco più di un’ora di durata, è un viaggio che parte e arriva in quella Maremma da sempre molto nota per il suo rapporto simbiotico con la natura. Lasciamo Manciano e, tramite la SR74, raggiungiamo la SP159 che percorriamo per circa 6 chilometri. Montemerano, il vero fulcro di questo percorso, dista infatti 6,5 chilometri. Continuiamo sulla SP159 per altri 20 chilometri, per arrivare nell’altrettanto bella Scansano, il borgo del vino Morellino. Ancora SP159 per altri 14 chilometri, e arriviamo a Preselle. È l’ultima tappa intermedia prima di raggiungere Grosseto, ancora una volta tramite la stessa provinciale 159, che funge come un fil rouge per congiungere alcune delle località più belle della Maremma.

Un borgo di pietra, tra ristoranti stellati e… gatti sacri

Da feudo degli Aldobrandeschi a meraviglia aperta a tutti, Montemerano ne ha fatta di strada in questi ultimi secoli. Eppure, non ha rinunciato alla “storicità” del suo carattere e degli scorci, fatti di pietra dal colore che pare imitare i poggi e i campi coltivati della Maremma Toscana. Sono proprio palazzi, chiese, archi e camminamenti che, spesso puntinati da un verde diffusissimo entro e fuori le mura, restituiscono a questo borghetto toscano la sensazione tipica della cartolina. Similmente a quanto avviene a San Gimignano o a Monteriggioni, anche qui si conserva buona parte dell’antico complesso difensivo. Le mura di Montemerano, risalenti in larga parte al Duecento e al Trecento, si vedono soprattutto percorrendo la centralissima Via dello Spedale, e hanno una forma “a cuore” che sembra voler imitare l’allure romantica di questo luogo, ove non suggerirla.

Le mura e la pietra, come abbiamo visto, sono il collegamento ideale tra tutti i luoghi del borgo toscano. Tra cui, immancabile, è la passeggiata che conduce su Via Italia e verso Piazza del Castello, epicentri della proposta turistica, commerciale ed enogastronomica di Montemerano. Non a caso, qui si trova il rinomatissimo Da Caino, ristorante condotto da Valeria Piccini la cui cucina è stata premiata con 2 stelle Michelin, riconoscimento di cui possono fregiarsi poco meno di 500 strutture in Italia.

E se qui potrete nutrire il corpo a base di ravioli di cacio, pici all’amatriciana, caciucco e crostino toscano, è percorrendo i vicoli che incontrerete una realtà decisamente umile, eppure straordinariamente elegante. La già citata Piazza del Castello, la fu Piazza d’Armi (del castello, invece, non se ne ha traccia) corrisponde al luogo d’incontro essenziale, il cui vicolo “a botte” regala una suggestiva cornice per sequele di scatti fotografici.

Imperdibile, infine, la visita alla chiesa di San Giorgio: non tanto per la pur interessante struttura architettonica, quanto per l’opera della Madonna della Gattaiola, una tavola con una rappresentazione quattrocentesca (sebbene di gusto decisamente più antico) della Vergine sulla quale è praticato un foro che, la tradizione vuole, permettesse ai gatti di passare da un ambiente all’altro.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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