Che l’Italia ci abbia abituato ai record e alle bellezze “sconosciute” non è certo una novità. Ma sapevate che in Trentino-Alto Adige c’è un valico di montagna che compare solo come una linea tratteggiata sugli Atlanti? La sua è una storia recentissima, che si inserisce in un contesto paesaggistico unico nel suo genere, come solo questa regione sa offrire. Il Passo Castrin, Hofmahdjoch in tedesco, è una serie di curve e di gallerie straordinarie, che sembrano studiate apposta per fare la felicità dei motociclisti. E ovviamente noi non potevamo esimerci dal raccontarvelo. Pronti a partire?
Lasciata Merano/Meran, prendiamo la SS238 in direzione Cermes (5 km), e da qui prendiamo la serie di strade tutte locali che conducono al passo Castrin. Attraversiamo via Gegend, via Alpreid, via Holzneregg per San Pancrazio, oltrepassiamo il lago Alborelo e deviamo dalla via Nazionale a Pumbach, seguendo le indicazioni per Proves/Lauregno/valle di Non. L’arrivo sul valico coincide con il grande tunnel che ha dato il nome a tutta la strada. Proseguiamo così lungo la SP86 fino al bivio di Lauregno, poi SP28 e SS42 per Cagnò. Siamo quasi giunti a destinazione, ovvero continuiamo per pochi chilometri verso Cles, sulla sponda ovest del lago di Santa Giustina.
Se fino a ieri non avevate mai sentito parlare del passo Castrin, siete in buona compagnia. La strada, infatti, è recentissima: venne costruita solo nel 1998, per collegare i comuni della Deutschnonsberg al resto dell’Alto Adige. Di cosa stiamo parlando? Nell’Alta Val di Non, che appartiene alla provincia di Trento, ci sono tre comuni che hanno una popolazione a maggioranza tedesca: Proveis e Laurein, collegati da questo valico, e Nostra Signora nella foresta-St. Felice.
Ancora negli anni ’90, non c’era modo per arrivare direttamente a Proveis e Laurein dal Sudtirol, e si doveva passare per il passo Palade o il passo della Mendola. Con questa strada, che si compone di ben 4 tunnel, si è creato un collegamento alternativo tra Merano, Cermes e il lago di Santa Giustina, e allo stesso tempo una nuova strada magnifica caratterizzata da pendenze, tornanti e alture e che raggiunge i 1781 m s.l.m con una pendenza massima di poco superiore al 9%.
Quando percorri il Passo Castrin, poi, sai quando parti ma non quando finisci, in quanto è assente la segnaletica che illustra la fine del valico. Addirittura in inverno è la neve che segna, idealmente, i limiti geografici della zona. Diciamo pure che, trattandosi di una strada di collegamento e non di un valico “vero e proprio”, è anche difficile inquadrarla in questo senso. Ma il nome lo definisce così, e chi siamo noi per rinunciare a un passo?
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Durante la tua passeggiata in moto verso il Passo Castrin nella prossimità della Valle di Non potrai sostare ad ammirare le acque del Lago Tovel. Questo lago fino a qualche anno fa era molto visitato per via di un fenomeno naturale, dovuto all’azione di un’alga, che rendeva le sue acque di colore rosso intenso. Oggi il maggior equilibrio del bacino ha reso le acque “specchiate”, ma non per questo meno belle. Nei dintorni del lago, inoltre, vi sono poi splendidi sentieri dove perdersi nella magnificenza di questa valle.
Un percorso davvero irresistibile è quello del canyon Rio Sass, una tratta rocciosa dove avventurarsi in una situazione di bilico, una zona molto ripida e suggestiva delimitata da una cascata che accompagna l’intero percorso. Il tutto, in una camminata che prosegue per circa 2500 metri e che si può fare in un paio d’ore, all’interno di un territorio sviluppatosi 110 milioni di anni fa.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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