Compiano, che sta nel mezzo dell’Alta Val di Taro (provincia di Parma) è uno dei Borghi più belli d’Italia per quanto bene è conservato. Circondato da mura medievali massicce e stupende, si erge su uno sperone roccioso che domina la valle con una vista mozzafiato stupenda. La posizione strategica è importantissima, perché praticamente sta al confine tra Emilia-Romagna, Liguria e Toscana, con ovvio e automatico crocevia culturale e di battaglie storiche. Acciottolato, bello, edifici in pietra, balconi fioriti, un quadro del Rinascimento, ma viene dominato a sua volta dal Castello di Compiano, una di quelle cose che vanno viste. Magari vissute pure, contando che è una lochescion meravigliosa, punto d’incontro di passato e presente. TrueRiders, andiamo.
Parti da Borgo Val di Taro imboccando Via Taro verso sud-est e segui le indicazioni per Via Alcide De Gasperi alla prima rotonda. Prosegui dritto su Via A. Star e alla rotonda successiva, tieni la direzione su Via A. De Gasperi/SS523. Continua sulla SP4 dopo aver preso la prima uscita alla rotonda, poi svolta a destra per imboccare la SP66.
Dopo aver visitato Compiano riprendi il viaggio procedendo verso nord-ovest lungo la SP66 fino a raggiungere la SP4, che dovrai imboccare svoltando a destra. Continua finché non incroci Via G. Botti/SP359R e prosegui lì: arrivato al bivio con la SP81 devi svoltare a sinistra e continuare lungo la strada, tenendoti sulla SP81 a due successive deviazioni. Poi svolta a sinistra sulla SS654 che ti porta fino a Santo Stefano d’Aveto.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono Via A. De Gasperi, SS523, SP4, SP66, SP359R, SP81 e SS654.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Compiano, panorama dal Castello di Compiano. Parma1983, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
Compiano non è solo il Castello di Compiano, che domina il borgo e su cui ci concentreremo tra poco), ma ha anche altre cose da vedere. La Chiesa di San Giovanni Battista nel centro ha un cuore fondente di barocco e neoclassico, periodo longobardo, con una prima edificazione fuori le mura. Tra fine XVI e inizio XVII secolo la chiesa si ricostruisce dentro al centro fortificato con l’aspetto di oggi a navata unica e alcune cappelle laterali, specie la Cappella del Santo Crocifisso Miracoloso con un crocifisso in legno del XV secolo e la Cappella di San Francesco, voluta dai Farnese e l’unica cappella barocca.
Oltre quella di San Giovanni Battista c’è pure la Chiesa di San Bartolomeo Apostolo (loc. Strela) e la Chiesa di Sant’Antonio Abate (fraz. Isola). Bonaparte di queste chiese sono state ricostruite nel tempo o di recente, quasi sempre sul barocco.
È comunque un borgo medievale da vedere lentamente, con case in pietra e porte d’accesso stupende che sapranno farsi fotografare per bene. Rimanendo in tema foto non puoi non goderti la posizione strategica, perché a poca distanza dal borgo ci sono boschi e colline per passeggiate stupende, escursioni a piedi o a cavallo. Qui la raccolta di funghi è un’attività anche per i visitatori, ma a proposito di funghi, a Compiano la visita non è considerabile tale senza un po’ di tradizione enogastronomica centellinata come “fatta”. Questo perché i piatti a base di funghi porcini, formaggi locali, salumi tipici (heylà prosciutto di Parma) e vini sono parte delle cose da visitare, magari col gusto.
Parliamone meglio: una delle prelibatezze più rinomate della zona è il fungo porcino di Borgotaro che ha un aroma molto intenso. Sì, cresce nei boschi circostanti, e spesso oltre a mangiarlo con la pasta viene fritto o trifolato. Altra cosa da mangiare a Compiano sono i panigacci, una specie di pane non lievitato cotto in testi di terracotta, originario della vicina Lunigiana ma diffuso anche in Alta Val Taro. Li si mangia caldi caldi, companaticum. Menzione speciale va all’Amor di Borgotaro, un pasticcino fatto da due cialde con in mezzo crema e granella di nocciole. Semplice, bono, una specialità distintiva delle pasticcerie locali.
Questo viaggio enogastronomico continua, and that’s why.
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Il Castello di Compiano, incastonato là nell’Appennino Parmense, è una delle fortificazioni medievali più belle dell’Emilia-Romagna e la sua storia si mischia con quella di grandi famiglie nobili. D’altronde Compiano ricorda castrum cum campo plano, e la prima torre difensiva (pre-Mille) è dei Malaspina che poi la cedono al Comune di Piacenza nel 1141. Passa un secolo e il potere della zona va ai Landi, che hanno dominato la zona per più di 400 anni finché Agostino Landi non diventa Principe del Sacro Romano Impero (saluti dalla Venezia della Germania).
Quasi verso fine Seicento Compiano va sotto ai Farnese e nei secoli successivi il Castello è diventato un forte militare, poi una prigione di stato, passando prima dai Borbone e poi a Napoleone per poi tornare ai Borbone.
La struttura è fatta da 4 torri, una circolare e una quadrata, che è la più antica e che aveva le prigioni. La vista sull’Appennino e su Compiano stesso è stupendamente panoramica. Sarebbe dovuto diventare anche una casa di cura a fine ‘800, progetto andato in fumo, e la proprietà passa a un arciprete di Compiano che lo fa diventare Collegio femminile del Sacro Cuore gestito dalle suore torinesi.
Metà anni ’60 del 900 e diventa la casa di Lina Raimondi Gambarotta (Lina Angela Luisa Contessa Raimondi Marchesa Gambarotta) che la fa diventare una casa-museo eclettica, ricca di mobili pregiati e opere d’arte raccolte nei suoi viaggi. Alla sua morte il castello viene donato al Comune di Compiano e aperto al pubblico, rivelandosi uno scrigno di tesori storici e artistici, per un motivo.
O meglio, tre, perché il Castello di Compiano ospita 3 musei diversi:
Non è solo cultura quel che luccica: è insomma trasformato in un elegantissimo boutique hotel che offre 13 camere in cui soggiornare, e alcune stanno nei camminamenti di ronda e nelle torri. In estate è un’oasi di relax, considerata la piscina panoramica immersa nel verde del parco, e tale piscina (con bar, tutta attrezzata) è disponibile sia agli ospiti che ai visitatori. La piscina si apre da giugno a settembre, 10-18.30; nessuna sorpresa, visto che parliamo di una location esclusiva per matrimoni, eventi e meeting di livello. Poi se vai in piscina ricevi uno sconto al biglietto per le collezioni del museo, che scende a 7 euro (10€ di default).
Se hai fame, il ristorante Al Panigaccio lo trovi qui: ci sono le foto dei piatti.
Crediti copertina:Parma1983, CC BY-SA 4.0, via Wikimedia Commons
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