C’è una regione, in Italia, drammaticamente sottovalutata quando si tratta di scoprire luoghi nuovi, bellezze della natura e borghi dove scoprire tutto il buono di una enogastronomia che è davvero ricchissima. Stiamo parlando, ma i più smaliziati lo sapranno già, del Molise. Celata tra l’Abruzzo e la Puglia, quasi schiacciata da due ingombranti vicini, è una regione che “si fa gli affari suoi”, mentre è accogliente e generosa con coloro che decidono di visitarla. Insomma, un luogo dalle mille opportunità e dai luoghi assolutamente imperdibili, come il borgo di Guardialfiera, che poggia su una collina dalla quale ammirare un lago che, anch’esso, è una vera particolarità. L’itinerario giusto per stuzzicare curiosità e voglia di viaggiare. Partiamo?
Lasciamo Termoli, facilmente raggiungibile tramite l’Autostrada A14 “Adriatica” o la SS16, e usciamo dalla città tramite la SS483, poi prendiamo per breve tratto la SS709 fino a Colle Macchiuzzo e deviamo sulla SP111 fino a Contrada Santa Chiara. Riprendiamo nuovamente la SS483 e raggiungiamo, in complessivi 15 km, la località di Guglionesi.
Da qui tracciamo la linea trasversale della SP126 e prendiamo la SS647 “Fondo del Biferno”, ma anche detta Bifernina, in direzione della SP187/SS87 per arrivare in 20 km a Larino. Continuiamo sulla Statale 87 Sannitica per 15 chilometri, arrivando a Casacalenda, il punto più a sud di questo itinerario. Ancora un tratto traversale, tramite la SP159, poi prendiamo la SS647 che si apre nel magnifico Viadotto Molise II, quello che supera parte del lago di Guardialfiera, e ci spingiamo fino al borgo che gli dà il nome. Si conclude così un percorso di 66 chilometri, lungo poco più di un’ora, ovviamente soste escluse.
Guardie di Alfiero. Deriverebbe da loro, a grandi linee, l’attuale nome di Guardialfiera. Un borgo che apparentemente vivrebbe in una sorta di anonimato, immerso in un paesaggio naturale dove sembra quasi perdersi, complice anche una popolazione che neanche arriva a 1000 abitanti. E invece, visitandolo, ci si accorge di come la quotidianità di provincia nel Basso Molise rappresenti una vera ricchezza. Alla pari delle architetture dell’antica chiesa di Santa Maria Assunta, un complesso che racchiude in sé migliaia di anni di storia. Lo fa nella trasformazione da tempio pagano a chiesa cristiana, nel succedersi armonico degli stili che vanno dal bizantino al romanico e che disegnano una stratificazione di elementi, la cui antica cripta è peraltro un ritrovamento recente che getta nuova luce sull’evolversi della fede in questi territori.
Parimenti interessante, sebbene non strettamente legato al lato più “monumentale” di questa cittadina, è la magnifica vista che spazia sul lago di Guardialfiera. Anche qui, come in molte realtà degli Appennini, si tratta di un bacino di origine artificiale, realizzato tramite la costruzione di una diga a barriera che, a cavallo tra gli anni ’60 e ’70, ha fatto nascere un lago dalla superficie di circa 7,5 chilometri quadrati e una profondità che supera i 60 metri. Un lago che ha un’altra caratteristica particolare: per gran parte della sua lunghezza è attraversato da un viadotto (sono in realtà due) che permette di guidare letteralmente “sospesi” sull’acqua, in un contesto che ha pochissimi eguali a livello paesaggistico.
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