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Genzano? Sì. Della Basilicata, vero?
Se nomino Genzano la prima cosa che ti viene in mente è Infiorata. Il che è giusto, è bello, è lecito; ma, sorpresa, in Basilicata c’è un’altra Genzano con un fascino completamente diverso. Oggi parliamo un po’ di Genzano di Lucania, arroccato nell’alta Valle del Bradano, un borghetto che mescola con grazia una storia millenaria, un’architettura fascinolenta e paesaggi rurali che su due ruote sono un amore: il respiro del territorio è ancora autentico e l’itinerario di oggi ti porta in un piccolo mondo sospeso tra passato e presente da un ponte… che è un castello. Andiamo, TrueRiders.
L’itinerario inizia a Bari dove prendi Via Giuseppe Capruzzi e ti fai Via Michele Cifarelli, Strada S. Giorgio Martire e Strada Vicinale Glomerelli, continuando verso Via Bruno Buozzi. Procedi ancora sulla SP231 fino a raggiungere Bitonto, imboccando poi Via Modugno per arrivare al centro.
Da qua parti seguendo Via Galileo Galilei, Via Castelfidardo e Via Raffaele Abbaticchio verso la SP231. Mettiti là dentro e continua sulla Strada Vicinale Appia Traiana finché non ti riconnetti sulla SP231. Prosegui seguendo le indicazioni per Viale Orazio Flacco a Ruvo di Puglia, poi prendi Via Don Primo Mazzolari e poi la SP2 per andare verso Terlizzi.
Da Terlizzi invece devi andare, inizialmente, sulla Strada Vicinale Difesa Claretti, poi immettiti sulla SP2 e vai verso la SP231 sfruttandoti Via Luigi Galvani. Segui la SP234 fino ad Andria dove devi svoltare per arrivare a Castel del Monte.
Quando riparti da Castel del Monte devi andare verso sud e farti la SP234 per poi seguire le indicazioni verso la SP138 prima e la SP230 poi, che ti portano fino alla SS169. Da qui tira dritto finché non arrivi a Genzano di Lucania.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SP231, la SP234, la SP138 e la SP230.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
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Genzano di Lucania, lassù nell’alta Valle del Bradano fra le contrade di Pago e Pila Grande, si può vantare di origini antichissime. Periodo romano, in effetti, tal’era noto come Pagus Gentianum, insediamento fra settimo e sesto secolo a.C. di cui son stati rinvenuti i ruderi di mura difensive, tombe, epigrafi e tratti di acciottolato. Gli abitanti sul quinto-sesto secolo d.C. si trasferiscono nell’attuale area di Genzano per fuggire a un’epidemia di malaria, su quel colle utile a livello difensivo, in un periodaccio dove oltre alla malaria c’erano sia le guerre, che le malattie, che… l’anarchia militare.
Medioevo: la prima esistenza del borgo viene dal 258 d.C. per la decapitazione di due martiri cristiani e fratelli. Tra il 1000 e il 1806 però il feudo fa un po’ di passamano fra famiglie nobili che probabilmente hai già sentito: Sanseverino, Ruffo, Orsini, e pure i De Marinis, che lo governano fino all’abolizione del feudo nel 1806. Nell’undicesimo secolo Genzano di Lucania entra nell’orbita dei Normanni guidati da Roberto il Guiscardo, nato sul 1015. Roberto d’Altavilla intraprese la conquista dell’Italia meridionale, e sotto di lui i Normanni consolidarono il proprio potere nel Sud Italia: Genzano viene deliziosamente fortificato da loro, amanti delle fortificazioni quasi come i Longobardi.
Unico peccato effettivamente è che fra diciannovesimo e ventesimo secolo si vede una emigrazione pesante, con più di 2.000 genzanesi che lasciano la patria per far fortuna nelle Americhe. Tale fenomeno, più il terremoto dell’Irpinia del 1980, hanno contribuito allo spopolamento, specie del centro storico. Tale centro storico difatti è stupendo, arroccato su uno sperone roccioso, e fa da parte vecchia con le viuzze e le abitazioni antiche; la parte nuova, invece, sta più in alto e ha le strade ampie e gli edifici moderni.
Castello di Monteserico. Genzano di Lucania, Basilicata. Fabio Boccuzzi / Shutterstock.com
Come anticipato, il centro storico è arroccato sulla roccia mentre la parte nuova sta più in alto. Nella parte nuova, la parte probabilmente più famosa e fotografata, è la Fontana Cavallina neoclassica fatta tra 1865 e 1893, una delle 33 fontane più belle d’Italia. Tale fontana è sormontata da una statua della dea Cerere, statua che risale al I secolo a.C. poiché ritrovata a Pila Grande. È quella in copertina (crediti: iStock/milla1974).
Sui 15 km dal paese, su una collina a 550 metri s.l.m., si erge il Castello di Monteserico sopra l’omonima cima. Sta sulla strada per Irsina e la catena di Serra della Battaglia: lo si conosce dal 1041 perché qui i Normanni sconfissero i Bizantini. Distrutto agli inizi del 1500 è stato ristrutturato in più fasi dal Settecento all’Ottocento, specie dagli svevi, proprio perché poi veniva ben frequentato da Federico II che amava soggiornarci per la presenza dei rapaci della zona, per diventare appunto Magister Massarium Apulia, dove venivano allevati i cavalli e la produzione agricola. Nei sotterranei del castello ci sono delle grotte preistoriche che erano abitate dai monaci basiliani (e qualche pezzetto di un convento). Se per questo un altro castello effettivamente separa la Genzano di Lucania vecchia da quella nuova, ma ora è adattato alla sede del municipio.
Santuario della Santissima Maria delle Grazie. Genzano di Lucania, Basilicata. Miti74 / Shutterstock.com
Parlando d’altro, ci sono due cose da nominare. Anzitutto Genzano di Lucania è attraversata dalla parte sud della Via Francigena, percorso storico ben conosciuto nel tratto di Via Bradanica e che collega Ortona a Matera, amato da pellegrini e trekkisti. Secondo poi c’è il Palazzo Marchesale De Marinis, ex residenza della stessa famiglia, che oggi si usa per gli uffici comunali. Nel centro storico ci sono altre cose da vedere:
Diga Serra del Corvo, Genzano di Lucania. disto89 / Shutterstock.com
E tutto questo in aggiunta alle bellezze del paesaggio. Paesaggisticamente parlando la natura attorno a Genzano è ben suggestiva, specie per la Diga Serra del Corvo dalla forma a V, una delle più grosse opere idrauliche della Basilicata. Fatta nel 1974, ergo abbastanza recende: raccoglie le acque del torrente Basentello e assieme alle colline attorno dà ottimi paesaggi per rilassarsi in profondissima quiete.
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