Giano era il “dio del passaggio”, dell’inizio di una nuova attività umana o di un nuovo periodo naturale: il riferimento a questa divinità romana è probabilmente all’origine del nome di Giano dell’Umbria, un borgo che in realtà ha origini ancora più antiche che risalgono fino al popolo degli Umbri. Nel Medioevo ha acquisito la struttura che rimane ancora oggi, ad eccezione del castello, di cui rimangono solo alcuni resti. È un piacere scoprire questo centro fortificato sospeso nel tempo anche perché offre una vista panoramica adorabile, dalla cima della collina su cui sorge, e che è uno dei motivi per il suo ingresso, avvenuto a fine 2023, nel circuito dei Borghi più Belli d’Italia, ragione in più per accendere il motore e andare a visitarlo. Partiamo?
Partendo dal capoluogo di Perugia, la strada è piuttosto lineare. Usciti dal centro di Perugia (via San Girolamo), imbocca la SS3bis, ed esci a Ripabianca. Prendi la SP415 e poi la SP452 in direzione di Via Case Basse e fino a Giano dell’Umbria. Per fare un giro ad anello, continua sulla SP451, e poi SP447, fino a imboccare la SS3. Percorrila fino a Foligno, e poi prendi la SS75 che ti riporta fino al punto di partenza, Perugia.
Giano dell’Umbria, la piazza del Municipio
Giano dell’Umbria si trova a 546 m s.l.m. Oltre ad aver fatto ingresso nell’associazione dei Borghi più Belli d’Italia, fa parte delle associazioni Città del Bio e Città del Vino (all’interno della Strada del Sagrantino), a testimoniare la rilevanza enogastronomica dei prodotti locali. E in più fa parte dell’Associazione Nazionale Città dell’Olio: qui viene prodotto il DOP Umbria Colli Martani, e in particolare l’olio è protagonista della festa più importante del paese, che si svolge l’ultimo weekend di novembre. Si tratta della Festa della Frasca, legata alla raccolta e della lavorazione delle olive.
L’ulivo monumentale di Giano dell’Umbria
Parlando di olio e di olive, un’attrazione particolare che si trova nel territorio di Giano dell’Umbria è il monumentale ulivo secolare che sorge all’interno di un uliveto della piccola frazione di Macciano. Largo fino a 8,3 metri (a seconda dell’intervento di potatura), ha una altezza di oltre 5 metri e un’età calcolata di 886 anni, con uno scarto di poco inferiore ai 60 anni. Se i calcoli sono corretti, dunque, risalirebbe all’incirca al XII secolo: questo albero, insomma, sarebbe nato più o meno nello stesso periodo di San Francesco d’Assisi.
Il Castello di Morcicchia, di cui oggi rimangono solo i resti, è stato nel medioevo un vero e proprio comune in posizione strategica sulla vecchia Via Flaminia – cosa che lo rendeva spesso conteso e preso di mira dalle più potenti Todi, Spoleto, Foligno. Si trova in posizione leggermente defilata dal borgo, a 565 m s.l.m. in posizione raggiungibile solo con una strada sterrata e scoscesa. In compenso regala una vista stupenda sui Monti Martani e la vallata Spoletina, in un’atmosfera di quiete e serenità.
Al suo interno trova spazio un piccolo Museo Archeologico che espone reperti di era romana trovati nella villa di Rufione, lungo l’antica via Flaminia. Per la visita è necessario rivolgersi al proprietario del negozio di alimentari di fronte alla porta del castello, il sig. Roberto Dottorini, che può essere contattato in anticipo telefonando al numero 336 634215.
Da visitare nel borgo c’è l’Abbazia di San Felice, di epoca medievale (XII secolo) in stile romanico spoletino e ampliata nel XVI secolo. Altre chiese rilevanti: la chiesa di San Michele e la chiesa di San Francesco che si trovano nel centro urbano.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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