Un’Italia che non esiste più ma della quale conserviamo un ricordo spesso misterioso o che suscita emozioni contrastanti: è quella dei borghi abbandonati del Bel Paese. Migliaia di anni di storia che spesso subiscono battute d’arresto improvvise, per disastri naturali o scelte economiche. E così, quelli che fino a poco tempo prima erano paesi brulicanti di vita, cadono nel dimenticatoio dell’uomo. Eppure tanti di questi, con pazienza e buona volontà, potrebbero ritrovare una seconda vita come mete turistiche di qualità. Altri invece sono lasciati al triste destino di un degrado che li rende, casualmente, ancor più interessanti all’occhio del viaggiatore. Il destino delle città fantasma italiane è proprio quello: essere spopolate da chi le vivrebbe abitualmente e ripopolate da mandrie di turisti mordi e fuggi.
Noi di TrueRiders amiamo proporti sempre idee e consigli di viaggio nuovi, dai grandi percorsi di montagna fino alle città più antiche d’Italia. In questo nuovo approfondimento andremo a spulciare guide, rovistare tra mappe ormai ingiallite e cercare quelle splendide cittadine che hanno perso lo smalto di un tempo, ma hanno acquistato la reputazione di ghost town che tanto piace ai globetrotter di tutto il mondo. Pronti a partire?
Il più celebre è forse anche il meno ‘ideale’ dei borghi abbandonati, almeno per i termini con i quali si usa questa espressione. Stiamo parlando di Consonno, una realtà della Brianza che in molti hanno conosciuto – fino a mezzo secolo fa – per un azzardato, e immediatamente fallito, progetto commerciale. Quello che un tempo era un piccolo conglomerato di case fu abbattuto per costruirci una città delle fiabe, con architetture arabeggianti, negozi e parchi di divertimento. Fu una frana a decretarne la morte ancor prima della nascita. E oggi di Consonno, il “principe dei borghi abbandonati” del Nord Italia, non rimangono che architetture decadenti e scorci spaventosi.
Spostandoci in Veneto ci attende California di Gosaldo, un borghetto – del quale oggi rimangono poche case in pietra avvolte da rovi e alberi – costruito nel pieno della febbre dell’oro di fine Ottocento. Questa piccola realtà di provincia era divenuta nel frattempo meta turistica, ma il 4 novembre 1966 il maltempo spazzò via la strada di collegamento con le zone circostanti. Era la stessa notte della tragica alluvione di Firenze, ma mentre il capoluogo toscano è rinato, oggi della California veneta non rimangono che tristi ricordi.
Non lontano da Roma, a un tiro di schioppo dal Lago di Bracciano c’è uno dei borghi abbandonati più belli e curiosi d’Italia. Stiamo parlando di Canale Monterano, celebre soprattutto per le sue architetture che furono progettate da Gian Lorenzo Bernini, tra i più grandi architetti del passato. Immersi nella natura, che ha ripreso i suoi spazi e riconquistato un ruolo preponderante, ci sono tempietti, palazzi e chiese. Ma anche la bella Cascata di Diosilla, che dona un’atmosfera magica a questo luogo così facile da raggiungere anche in sella.
È il più famoso tra i borghi abbandonati d’Italia: Craco, la terra del mistero – e della sorprendente seconda vita cinematografica – nell’entroterra lucano. La città fantasma era in realtà abitata fino alla prima metà del Novecento, ma frani e smottamenti l’hanno condannata allo spopolamento. Eppure la sua storia ha conosciuto una fase due: quella di scenografia privilegiata per celebri opere del grande schermo. Non solo The Passion, il drammatico film di Mel Gibson sulle ultime ore di vita di Gesù, ma anche il divertente Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo e 007 – Quantum of Solace.
Ancora più giù nella penisola italiana incontriamo Pentedattilo, frazione di Melito di Porto Salvo. Nella Calabria ionica, fatta di realtà spesso ancorate a una tradizione secolare, questo borghetto sormontato da una roccia che ricorda la forma di una mano (Pentedattilo significa appunto “cinque dita”) è un simbolo di rinascita. Sì, perché dopo il progressivo abbandono dell’Ottocento e Novecento, negli ultimi anni ha quasi ribaltato la sua realtà di borgo abbandonato. Come? Con progetti di recupero basati su artigianato, cultura locale ed enogastronomia. Una rivincita sulla – a volte crudele – natura.
L’arte è invece protagonista a Valogno, nel cuore del parco di Roccamonfina (Campania). Qui le case abbandonate sono state usate da artisti di strada come grandi tele, e a ogni angolo c’è una raffigurazione che porta colore e armonia alle strade deserte. Frida Kahlo fa così compagnia ad Alice in Wonderland, mentre foreste misteriose gettano un’ombra rinfrescante sui disegni di bambini che giocano liberi. Un paese dei murales in tutto il suo splendore, non lontano da Caserta e la sua imponente Reggia. Sempre in Campania c’è anche Roscigno Vecchia, un borgo fantasma – in realtà c’è un solo abitante a controllare il tutto, Giuseppe Spagnuolo – dall’aspetto incantevole e fiabesco, dove natura e antichi ruderi sembrano fusi in un abbraccio.
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