Valtellina, terra di profonde tradizioni legate alla civiltà camuna e di paesaggi incantevoli. Basti pensare a Bormio, città termale che già i Romani avevano capito come valorizzare, ma anche territorio di confine dove le vette imponenti delle Alpi regalano degli scorci di rara bellezza che cambiano di stagione in stagione. Esattamente come due piccoli bacini artificiali, i Laghi di Cancano, situati nei pressi delle storiche Torri di Fraele, antichi esempi di architettura militare di fine XIV secolo. Un luogo ricco di simbolismi, dove concedersi un giro in moto tanto breve quanto intenso, e capace di regalare emozioni che rimarranno impresse negli occhi e nell’anima. Partiamo?
Partiamo da Bormio, località termale della Valtellina dove potete cominciare in bellezza con un bel bagno in queste acque salutari note sin nell’Antica Roma. Usciamo dalla città e imbocchiamo la SS38 fino al bivio con la SS301 che seguiamo oltrepassando Premadio fino a Turri Piano. Qui lasciamo la SS301 e ci immettiamo lungo la strada di montagna segnalata con cartelli marroni che ci conduce in pochi chilometri ai Laghi di Cancano. Il percorso è asfaltato, ma le condizioni della strada non sono sempre ottimali, quindi è importante prestare particolare attenzione. Subito dopo la biglietteria iniziano i tornanti e la pendenza aumenta. Giunti in cima incontriamo le Torri di Fraele da cui possiamo ammirare i diciannove tornati percorsi. Proseguendo lungo il tracciato, arriviamo al Lago Scale (dove si pratica la pesca sportiva), il Lago di Cancano e Lago di San Giacomo. Sono loro la principale attrazione naturale della zona e di questo giro in moto sulle Torri di Fraele. Presso il Lago di San Giacomo possiamo visitare la Chiesa di San Giacomo di Fraele, ricostruita dopo l’apertura della diga ma risalente al XIII secolo. Dal Lago di San Giacomo il confine con la Svizzera dista circa due chilometri. Per chi volesse raggiungere Livigno, non vi è un percorso diretto (la zona è decisamente aspra). È consigliabile tornare a Bormio e prendere nuovamente la SS301 che passa per il Passo del Foscagno.
Il Lago delle Scale è il primo laghetto che si incontra, non ha immissari o emissari ed è alimentato da sorgenti interne. Ma qui è vietata la balneazione. Il secondo bacino è l’artificiale Lago di Cancano la cui diga è percorribile in moto e dalla quale fare qualche fotografia. Il terzo lago lungo la strada è il Lago di San Giacomo. L’accesso alla Valle di Cancano per i mezzi motorizzati è soggetto al pagamento di un biglietto giornaliero di 5 euro. Potete ritirarlo alla biglietteria che si trova subito prima l’inizio dei tornanti; in alternativa potete pagare presso uno dei totem digitali nei dintorni.
“12 denari per ogni carico trasportato” era la tassa, stabilita negli Statuti Bormoni del 1516, per attraversare la Valle di Fraele. Le torri facevano parte della fortificazione edificata lungo il Passo Fraele proprio per proteggere l’attraversamento dei viandanti. Il valico era anche conosciuto come “Passo delle Scale” in quanto erano presenti degli scalini di legno che poggiati allo scosceso roccione sottostante facilitavano il passaggio o, all’occorrenza, lo impedivano. Le torri di vedetta servivano anche a lanciare segnali in caso di pericolo. Oggi sono state restaurate grazie ai contributi della Legge Valtellina.
Sono due le dighe che sorgono presso i Laghi Cancano. La prima risale al 1922; quando entrò in funzione le acque dell’alto corso dell’Adda poterono essere impiegate per produrre energia idroelettrica. Ecco perché nel 1928 fu costruita la centrale elettrica di Rasin ad Isolaccia. Un grande progresso tecnologico che comportò un sostanziale impatto ambientale. Ciononostante nel 1939, a causa dell’intenso sviluppo industriale, venne deciso di erigere un ulteriore sbarramento chiamato San Giacomo di Fraele. Il nuovo lago sommerse il primo sbarramento e le costruzioni sorte nel corso degli anni sulle sue rive.
Tutto bellissimo, ma dove mangiare? Tra un laghetto e l’altro, anche la tappa rifocillante dobbiamo considerarla. Ecco tre locali amatissimi dagli avventori esperti del luogo.
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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