L’antico borgo di Golferenzo è proprio quello che serve per trovare un (bel) po’ di quiete e serenità, al riparo dai ritmi incessanti della vita quotidiana. Piccolo paesino di appena 175 anime, Golferenzo vanta origine antiche e prestigiose; sembra, infatti, che l’imperatore Federico I, il Barbarossa, nel 1164 pose il centro sotto il diretto dominio pavese, evidenza che porta a pensare che l’antico borgo fosse dotato di un castello e avesse giurisdizione su tutte le terre contermini. Oggi, pochi irriducibili (quasi coraggiosi) abitano e animano ancora i vicoli golferenzesi, prediligendo la quiete e l’aria buona ai servizi che una grande città può fornire. Noi, quindi, prenderemo in prestito per qualche ora un po’ di quella quiete di cui gli abitanti di Golferenzo godono tutto l’anno, per provare anche noi a disintossicarci un po’ dal tribolare quotidiano.
Per questa volta, amici di TrueRiders, faremo qualcosa di leggermente diverso dal solito. Oramai, difatti, avrete imparato a conoscermi e sapete che a me piace fare (e farvi fare) un sacco di km: i miei percorsi, di norma, non sono mai sotto i 150/200 km. Tuttavia, oggi no: oggi ne faremo pochi, una ottantina circa, ma di grande qualità e, soprattutto, andremo a goderci la destinazione. E quindi partiamo: Pavia è il nostro portale d’ingresso in questo paradiso. Ci lasceremo, dunque, alle spalle il capoluogo di provincia, sfruttando la SS 617 Bronese per qualche km; arrivati a Stradella salutiamo la 617 e facciamo il nostro trionfale ingresso sulla SP 201 che lasceremo appena sotto Golferenzo dove la SP 41, tra una serie di curve al fulmicotone, ci condurrà alla nostra meta.
Ora parcheggiate la moto, togliete il casco e addentratevi nei vicoli dell’antico borgo, dove il tempo si è fermato a molti secoli orsono.
Seppur piccola Golferenzo ha sempre attirato l’interesse delle famiglie nobili della zona. Come dicevamo, fu un castello autonomo per diversi secoli, per diretto volere dell’imperatore Federico I. Durante il corso del XIV secolo i possedimenti divennero della famiglia Beccaria, un ramo locale del ben più noto clan che governava Pavia per poi, nel 1626, essere venduti alla famiglia Dal Pozzo. Pochi decenni e, nel 1690, il territorio venne interamente venduto ai Belcredi che mantennero i diritti feudali su queste terre sino al 1797, anno di abolizione del sistema feudale. Tuttavia, i territori rimasero per buona parte di proprietà della famiglia fino a tutto il periodo della II Guerra Mondiale, per poi essere frazionati fra diversi proprietari.
Una vera a propria oasi di pace
Oggi il borgo, annoverato fra i borghi più belli d’Italia, si presenta come un luogo senza tempo: i vicoli, pavimentati in mattoncino rosso, sono percorribili per la maggior parte solo a piedi; il rumore del mondo quasi scompare e lo scoccare delle campane scandisce lo scorrere lento del tempo. Il campanile della chiesa parrocchiale, intitolata a san Nicola, vigila silente sul buon andamento delle cose. L’antico palazzo signorile e le prigioni possono essere ammirate solo da fuori, purtroppo, essendo di proprietà privata. Sarà comunque possibile gustare la cucina locale in una delle trattorie, magari accompagnata da un buon pinot grigio di produzione locale. Ah, non ve l’ho detto? L’antico borgo di Golferenzo è famoso anche per i suoi vini pregiati, in particolare pinot nero, pinot grigio e moscato. Motivo in più per approfondire ulteriormente la visita.
Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.
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