In Europa abbiamo un concetto di strade di montagna che non è sicuramente secondo a nessuno per spettacolarità. Ti basterà pensare al nostrano passo dello Stelvio, un percorso che sfiora quota 2800 metri e con i suoi 50 tornanti è un vero capolavoro di ingegneria stradale. In Francia il col de la Bonette arriva addirittura a 2800 metri e poi c’è la Spagna che “batte” tutti coi 3367 metri del pico del Veleta, che però non è un passo vero e proprio. Ad esserlo, invece, è una strada lontanissima dal Vecchio continente: è il Cristo Redentor, o più correttamente il Paso Internacional Los Libertadores. Una serpentina impegnativa, ardua e bellissima che da sola vale il viaggio verso l’altra parte del mondo. Vamos!
Prima della partenza da Santiago del Cile, situata a “soli” 570 m s.l.m. è necessario dotarsi non solo di una moto (almeno che non si sia scelto di importare la propria), ma anche di un abbigliamento che sia capace di adattarsi a ogni clima e temperatura. Si arriva, è bene ricordarlo, a 3200 metri e certo su quelle cime non aspettatevi un caldo esagerato. Sul nostro Shop TrueRiders ci sono ogni giorno offerte e nuovi prodotti che possono aiutarvi, ai migliori prezzi online, in un’impresa memorabile.
Uscendo da Santiago del Cile, si prende la strada 5 in direzione Santa Paula, poi la Ruta 57 fino alle porte di Coquimbito. Da qui, Ruta 60 fino a Cancha Pelada, dove si può scegliere se proseguire sul tunnel della Ruta 60, oppure prendere la E-773 che corrisponde all’antico Paso Uspallata, fino a quasi 4000 metri. Superato il confine, si rientra in
Ora siamo pronti per partire si arriverà alla meta percorrendo due strade la Route 60 per il primo tratto e poi la Route 7 che vi porterà in Argentina. Il confine tra Cile e Argentina è di oltre 5000 chilometri e tutti questi sono quasi totalmente in coincidenza della catena montuosa delle Ande. Tantissimi, quindi, i passi: Paso de Los Libertadores su tutti, ma anche il Paso Los Caracoles (in italiano “passo delle lumache” così chiamato perché la velocità è veramente limitata per via dei tornanti a gomito).
Si ridiscende a Las Cuevas, e da qui la Strada 7 passa per Puente del Inca, Punta de Vacas, Polvaredas e Uspallata. Si prosegue poi verso sud fino a Perdriel, e infine Ruta 40 (sì, proprio la leggendaria strada che unisce nord e sud dell’Argentina) fino a Mendoza, al termine di un viaggio di 363 chilometri (375 passando per l’Uspallata).
Affrontare il Paso de Los Libertadores richiede una destrezza e una buona abilità di guida, insomma non è un itinerario – come già scritto – per motociclisti principianti. La parte finale del viaggio ha però un asfalto molto buono e tenuto in quasi perfette condizioni. Arrivati a Mendoza, dopo quasi 400 chilometri, sarete senza dubbio soddisfatti.
La statua del Cristo Redentor de Los Ande, sulla vetta del Paso Uspallata
Tir e montagna non sono due parole che vanno d’accordo. Ma non qui, nella Principal Cordillera tra Argentina e Cile, due dei più importanti paesi a maggioranza ispanofona dell’America Latina. A 3200 m s.l.m. è oggi molto più semplice della strada che si percorreva in passato, e che prevedeva la salita fino ai 3832 m s.l.m. del Paso Uspallata. Il suo nome, però, deriva proprio da questa ulteriore, impegnativa scalata delle Ande. È qui, infatti, che si trova la statua del Cristo Redentore, da dove si può vedere tutta la bellezza delle Ande.
Nel 1980, per rendere più facili i collegamenti tra Santiago del Cile e Mendoza (Argentina), venne aperto un tunnel 600 metri più in basso, permettendo un più facile collegamento anche d’inverno tra i due paesi, che di fatto “evita” le decine di tornanti dell’Uspallata. Questa rimane però la vera emozione di un percorso che, soprattutto in territorio cileno, presenta una successione di curve emozionante, chiamate affettuosamente caracoles (lumache) per la lentezza con la quale camion e TIR possono affrontarle.
Del resto, le differenze tra i due lati sono evidenti. Il cileno è più divertente da fare alla guida di una moto, ma anche più impegnativo. La conformazione delle montagne infatti ha comportato che le strade siano più tortuose o ripide. Il lato argentino, invece, ha una leggera salita ed è caratterizzato da paesaggio molto selvaggio, ma straordinario.
Se si sceglie di partire dal Cile e proseguire verso l’Argentina, paese che ha tantissime radici in comune con l’Italia (oltre il 30% della popolazione argentina è di origine italiana, infatti), ad attendere all’arrivo si trovano numerosi, ed eccezionali, sapori della terra. La regione di Mendoza è infatti una delle più famose per i vini rossi. Il Trapiche è uno dei più buoni. Da mettere sotto i denti c’è la carne a la olla mendocina, un gustoso e particolare spezzatino immerso in un trionfo di verdure. L’ideale per ricaricarsi le pile dopo un’impresa come il Paso Internacional Los Libertadores.
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