C’era una volta un papa che decise, da un giorno all’altro, di non esserlo più. È una storia apparentemente recente, come ci dimostra la storica rinuncia che papa Benedetto XVI fece nel 2013, lasciando il pontificato. Ma non fu l’unico a compiere questo passo: 800 anni prima, papa Celestino V rinunciò a soli 6 mesi dall’incoronazione, e addirittura il suo successore Celestino V decise di incarcerarlo. In un castello, quello di Fumone, dal quale venivano lanciati i segnali di fumo che “spaventavano” tutta la Ciociaria. Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema: è il leitmotiv di un passato lontanissimo, che ci ricorda come questo punto sulle mappe non fosse proprio così anonimo. E ancora oggi, è un posto pronto a stupire, col suo passato medievale, che gli è valso il soprannome di Olimpo della Ciociaria da Curzio Malaparte.
Partenza dal capoluogo Frosinone, che si trova lungo l’A1 Autostrada del Sole. Se vieni da Roma, puoi uscire già a Ferentino e seguire il raccordo fino a uscire sulla strada regionale 155 in direzione Alatri, che è la via principale da imboccare. Svolta a sinistra e prendi Strada Provinciale Santa Cecilia/SP34. Svolta a destra e prendi Via Vallone Cera/SP35. Continua su Via Monte San Marino e poi Via Vicinale Campone. Imbocca a sinistra la SP36 e sali fino alla tua destinazione, Fumone. Per fare ritorno al punto di partenza, puoi cogliere l’occasione per passare da Alatri, uno dei borghi laziali più caratteristici. Questo giro ad anello non è troppo lungo: richiede un tempo in sella totale di poco più di un’ora.
Fumone, ingresso al borgo.
Fumone (783 m s.l.m.) si erge su un colle situato tra i monti Ernici e i monti Lepini, tra la valle del Sacco e la conca compresa tra Fiuggi e Alatri. Conta quasi duemila abitanti e si trova in provincia di Frosinone, nel sud del Lazio. Il territorio a nord-ovest comprende parte del lago di Canterno, isolotti compresi. Storicamente il Castello è stato per 500 anni un’importante fortezza militare dello Stato Pontificio, fino al XVI Secolo: è la prima attrazione che andremo a visitare.
Quando Fumone fuma, tutta la campagna trema: lo abbiamo già visto prima, ma questo adagio popolare si riferisce alla passata funzione del castello di Fumone come torre di avvistamento. Con le fumate prodotte dall’alta torre, si avvertiva in tutta la zona che i nemici erano in arrivo. Come detto, al suo interno fu carcerato il Papa dimissionario Celestino V, nella fine del XIII Secolo. Oggi l’edificio è proprietà dalla famiglia Longhi-De Paolis, cui è legata la leggenda del marchesino Francesco Longhi che venne ucciso a soli cinque anni per motivi di eredità: da allora (1851) il suo fantasma si aggirerebbe tra le stanze del Castello. I nuovi proprietari hanno aperto il monumento al pubblico (ingresso 12€): si può usufruire di visite guidate nel giardino pensile, nel piano nobile, e nella prigione di papa Celestino V, dove l’ex pontefice visse quasi un anno praticamente murato vivo.
L’architettura religiosa più rilevante è la Chiesa Collegiata di Santa Maria Annunziata, nel centro storico, ristrutturata completamente nel Settecento, e contenente diverse opere d’arte di valore. Altra chiesa meritevole di un passaggio è la Chiesa di SS. Michele e Gaugerico, vicino al Castello e al Giardino pensile. Più defilate, la Chiesa della Madonna delle Grazie (in via Madonna delle Grazie) e la Chiesa di San Pietro Celestino V (in frazione Pozzi).
Una buona idea è fare un giro nella Riserva Naturale del Lago di Canterno: il lago è piccolo ma offre una bellissima vista, è poco affollato, con presenza sia di aree picnic che di alcuni bar/ristoranti. L’autunno è la stagione perfetta per una camminata sulle sue sponde. E per andare oltre e continuare a esplorare la Ciociaria, TrueRiders ha per te sempre l’itinerario pronto!
Peloso e buona cucina, due temi che non sembrano andare particolarmente d’accordo. Tranne a Fumone, dove la tradizione porta sulla tavola, servite in splendidi piatti di coccio (terracotta), le sagne pelose. Si tratta di una pasta fatta a mano, acqua e farina con una piccola aggiunta di sale. Un impasto ruvido che si taglia bello spesso e largo, “ignorante” come si usa dire da queste parti, e che si arricchisce di un condimento cremoso a base di fagioli. Insomma, il classico piatto della domenica, di una giornata fredda, ideale dopo una passeggiata tra i vicoli del “borgo che fuma”.
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