Uno scrigno di pasta frolla dentro il quale viene colata una generosa dose di crema pasticcera, dando vita a un dolce “street food” che può facilmente essere consumato in ogni momento della giornata, dalla colazione fino allo spuntino. È il pasticciotto, e voi direte: ma cosa c’entra con le moto? C’è da fare una premessa: questa specialità, da molti, viene facilmente associata all’aggettivo leccese, perché si pensa che provenga dalla città simbolo del Salento. E invece, non è proprio così: per scoprirne al meglio le origini, abbiamo deciso di fare un giro tra le città della bassa Puglia, fino ad arrivare a lei, Galatina, che oltre a essere una bellissima località d’arte e di tradizioni è la depositaria della tradizione di questo dolce che rallegra le vacanze di milioni di persone ogni anno.
Lasciato il centro storico di Lecce, seguiamo la SP362 fino a raggiungere la SS101, che oltrepassa la tangenziale della città e vira dritta verso sud. Continuiamo per circa 14 km fino all’uscita Copertino/Galatina, da qui poi seguiamo la SP18 e raggiungiamo Galatina in ulteriori 8 chilometri. Riprendiamo il percorso lungo la SP47 passando per Soleto, poi SP367 verso sud e arriviamo in circa 14 km a Melpignano, celebre perché vi si tiene ogni anno la Notte della Taranta. Ancora, siamo sulla SP36 fino a Cursi, poi SP38 attraversando Bagnolo del Salento e raggiungendo Palmariggi. Prendiamo infine la SS16, poi SS695 e siamo infine a Otranto (ca. 21 km).
La Basilica di Santa Caterina di Alessandria, edificio principale di Galatina.
Galatina si trova a 78 m s.l.m. sul declivio di una leggera altura. Il centro storico è stato costruito in una posizione che consentisse di raccogliere l’acqua piovana in cisterne scavate nelle rocce. Come il capoluogo Lecce, ha architetture che esibiscono influenze barocche. Dopo Lecce e la vicina Nardò, è il terzo comune più popoloso della provincia salentina.
Gli interni della Basilica di Santa Caterina di Alessandria, a Galatina.
Il suo simbolo, costruito nel XIV secolo, è la Basilica di Santa Caterina d’Alessandria. Sebbene sia poco conosciuta dal grande turismo, è uno dei capolavori dell’arte romanica e gotica italiana. Si trova nel centro storico; pur avendo all’esterno un aspetto molto sobrio, all’interno esibisce affreschi e cicli pittorici stupefacenti. I dipinti, infatti, occupano non solo il catino absidale, ma l’intera navata centrale, rivestendo pareti, colonne, la volta e persino i lati delle grande finestre.
Il barocco si mostra nel suo massimo splendore nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (protettori della città), sulla piazza centrale di Galatina. La chiesa, costruita nel XVII Secolo, è stata completata nel XVIII per riparare i danni di un terremoto. Di fronte, c’è la vivace e animata piazza dove ha luogo in estate il concerto della Notte della Taranta, e la Festa dei Santi Pietro e Paolo che si svolge dal 28 al 30 giugno.
La Chiesa di San Paolo (XVIII secolo, incorporata in palazzo Tondi) è conosciuta anche col nome di Cappella delle Tarantate, poiché nel XX secolo è stata luogo di fenomeni legati alla tarantismo – ovvero quello che interessa chi viene morso dalla tarantola. Secondo la tradizione, le donne pizzicate da questo ragno sfogavano l’effetto del veleno durante la festa del 29 giugno, in una sorta di esorcismo accompagnato da musica molto ritmata. La tappa finale dell’esorcismo avveniva in questa cappella, dove si invocava la grazia del Santo, e veniva fatta bere l’acqua benedetta.
È l’anno 1745, quando la famiglia Ascalone dà vita, attraverso il suo pasticciere Nicola, a un piccolo dolce che sarebbe divenuto celebre in tutto il Salento. Poco impasto, un po’ di crema e una piccola teglia di rame: nasce così il pasticciotto. La pasticceria Ascalone (Via Vittorio Emanuele II, 17) esiste ancora oggi, ed è un bellissimo locale dalle boiseries in tipico stile di fine Ottocento, con sedie rivestite di velluto rosso, una splendida cassa meccanica, patenti e documenti con le insegne sabaude. Oltre agli immancabili dolci ripieni, non mancano fruttoni, tartellette e tante altre golosissime specialità, in quella che su Instagram viene definita la pasticceria più antica d’Italia.
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