In Toscana c'è un piccolo borgo ai piedi di una grande roccia: l'effetto ottico ti lascerà davvero senza parole

In Toscana c’è un piccolo borgo ai piedi di una grande roccia: l’effetto ottico ti lascerà davvero senza parole

Adriano Bocci  | 16 Gen 2025  | Tempo di lettura: 6 minuti
Roccalbegna, Grossetto. Panorama del Sasso. Shutterstock_1526439359

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In Italia ci sono luoghi a cui piace sfidare un po’ la logica, dove natura e ingegno dell’homo vanno a matrimoniarsi per fare scenari quasi surreali. Quello di oggi non è il primo, ma non è neanche l’ultimo: è l’ennesimo caso di un borgo incastonato ai piedi di una roccia monumentale, o meglio, due, e l’effetto ottico lascia sempre a bocca aperta. Oggi facciamo un viaggetto in una delle parti della Toscana che fa sempre piacere vedere, quella che si fa la zona del Parco faunistico del Monte Amiata, e passiamo per Roccalbegna, fuori dai sentieri più battuti. Il verde dei parchi e le colline maremmane fan perdere lo sguardo fra i vari agriturismi e poggi che passi per le strade. Andiamo, TrueRider? Salta in sella.

Roccalbegna in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

Il percorso comincia da Arcidosso, un borghetto mucho suggestivo del Monte Amiata, e va sui 76 km e mezzo da fare, contando il nulla fra traffico e soste, in poco meno di un’ora e mezza. Non siamo qui solo per le strade, però, com’è giusto che sia, però partiamo. Da Arcidosso scendi verso est per imboccare Via Roma, poi entra su Viale Davide Lazzaretti seguendo la SP160. Per un po’ ti costeggi i paesaggi tipici del Monte Amiata, finché non arrivi al borgo di Roccalbegna ai piedi della roccia.

Quando devi ripartire dopo aver sosteggiato di gran carriera rimettiti sulla SP160 verso sud-ovest. All’altezza della rotonda tira dritto sulla SP163 e da lì a pochissimo prendi la SP159. Altre colline e arrivi a Scansano, famosa per il vino Morellino (è un buon momento per portare una bottiglia a casa) e per varie cosucce.
Da Scansano devi riprendere la SP159 e farti sui 28 km fino a Grosseto, dove finisce il giro di oggi, e piazzati verso il centro seguendo Via Guglielmo Oberdan. Considera che ci sono alcuni parcheggi gratuiti vicino Piazza Fratelli Rosselli, a Viale Giacomo Matteotti, e al Parco Piero Fanti vicino alla Conad.

Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SP160, la SP163 e la SP159.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.

Roccalbegna. Cosa vedere, cosa mangiare, e dove godersi la vista di tutta la valle con una singola salita

Sasso di Roccalbegna. Shutterstock_1526439353
Sasso di Roccalbegna, i ruderi della Rocca Aldobrandesca

Roccalbegna sorge nell’alta valle del fiume Albegna a 522 m s.l.m. ed è più scenografico del previsto, per il comune più piccolo della provincia di Grosseto. Ci sono meno di 1000 roccalbegnini che vivono ai piedi di due formazioni rocciose imponenti: il Sasso e la Rocca, entrambe sormontate da antichi forti. L’effetto ottico parla per sé: il centro storico è sospeso fra le pietre, con ovvi edifici in pietra pittoreschi davvero.

Quando ti ci fermi per la sosta, escludendo la questione del pranzo dove devi mangiare i formaggi locali (leggasi il pecorino toscano, che qui la tradizione viene fatta dal Caseificio Il Fiorino, 1957), fermati un attimo e considera il fatto che Roccalbegna è famosa per un paio di biscotti in particolare. Primo da nominare per forza è il Biscotto Salato di Roccalbegna, forma intrecciata a fiocco, friabile, sale e semi di anice: lucente, medievale, da matrimonio. Presidio Slow Food, inserito nei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), fate un po’ voi se portarne qualcuno a casa. L’altro è il Brecciotto di Roccalbegna, dalla forma irregolare, anch’esso anice, ma profuma di vino e si mangia con i vini passiti.


Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Roccalbegna

Escludendo il “ndo cojo cojo” per la pausa cibo col primo forno che trovi aperto, quando vai nel centro storico in pietra ci sono alcune cose da vedere. A due passi, appena fuori dalla cinta muraria vicino alla Porta di Maremma, c’è la Chiesa della Madonna del Soccorso fatta nel quindicesimo secolo, semplice e con una facciata a capanna. In passato c’erano degli affreschi del Quattrocento che raffiguravano Sant’Antonio Abate e San Giobbe, che poi sono stati trasferiti nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo (non è troppo distante) per questioni di conservazione. La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo è quella più conosciuta, tredicesimo-quattordicesimo secolo: portale gotico e rosone sono le prime cose che noti, poi entri e trovi un polittico di Ambrogio Lorenzetti.

Sulle stesse righe c’è da vedere (sempre questione di un paio di viuzze, vicino al Cassero Senese di Roccalbegna) c’è l’Oratorio del Santissimo Crocifisso del XIV secolo, fatto sui resti dell’antica pieve di San Giovanni (c’è un’epigrafe lì dentro del 1388). Piccola, raccolta, piccolo campanile, punto è che dentro c’è dell’arte: una croce dipinta del 1360 di Luca di Tommè. In passato c’erano pure dei dipinti di Sebastiano Folli che mostravano la Pietà e la Madonna della Misericordia, ma purtroppo negli anni ’80 sono state trafugate. Però c’è dell’altro: tre dipinti di Francesco Nasini e comunque arredi sacri e manufatti che stuzzicano curiosità. Fa pure da piccolo museo.

Sasso di Roccalbegna, panorama dal Sasso. I, Sailko, Wikimedia
Sasso di Roccalbegna, panorama dal Sasso. I, Sailko, CC BY-SA 3.0, da Wikimedia Commons

Poi vorrai ovviamente farti la salita. Come darti torto? Quando sali al Sasso (Ruderi della Rocca Aldobrandesca) la vista è mozzafiato perché si abbraccia tutta la valle e dà una prospettiva unica su quest’angolo della Toscana. Gli Aldobrandeschi la usarono come forte principale, inespugnabile da sola, e pure come eventuale rifugio per la popolazione. L’altra fortificazione minore invece si chiama Cassero Senese e faceva più da punto di vedetta, del Duecento ma ripresa nel 1446 come abitazione. Se hai voglia di ulteriore verde sono disponibili delle escursioni alla Riserva naturale Bosco dei Rocconi, oasi WWF, riserva naturale molto rigogliosa dove puoi fare trekking e birdwatching, quello calmo e tranquillo della Maremma toscana.

Rocca Aldobrandesca sul Sasso, Roccalbegna. LigaDue, Wikimedia
Vista da vicino della Rocca Aldobrandesca. LigaDue, CC BY 3.0, via Wikimedia Commons

Ah già, giusto: se ci vai verso fine anno, il 24 novembre, in onore di Santa Caterina si fa la Focarazza. È una festa dove un grande falò viene acceso al centro del borgo dopo essere stato benedetto, veglia al compleanno di Santa Caterina, e ci vanno tutti, nonostante le dimensioni ridotte del borgo: le fiamme illuminano una campagna che, di sera, è avvolta dal manto della sera.

 

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Quando il fuoco comincia ad abbassarsi arrivano gruppi di uomini da contrade diverse per sfidare il fuoco e il fumo e conquistare lo stollo, un lungo palo di cerro che viene bruciato assieme alla legna. C’è un museo dedicato, il Museo della Focarazza di Santa Caterina, sua frazione, con l’esposizione che sta dentro l’ex-fucina di un fabbro ferraio. Considera solo che la Focarazza è a fine novembre: per tutto il resto ci sono gli sconti.

Adriano Bocci
Adriano Bocci

Scrivo cose per professione. Paragono dettagli per passione. Accarezzo gatti per amore. Laurea in Comunicazione, classe '94, un uomo semplice: vedo cose belle, metto like. Poi mi incuriosisco, mi informo e vi rendo partecipi di dove crearvi bei ricordi.



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