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Potresti pensare che la bassa mantovana in autunno è un luogo grigio, nebbioso, incolore. E invece c’è un borgo che ti stupirà con le decine di casette colorate raggruppate intorno alla piazza centrale. È Pomponesco, località affacciata sul fiume Po, in passato amata dai Gonzaga, e nel presente amata da diversi registi che qui hanno ambientato i loro film.
Ad accompagnare la tua visita non può mancare una sosta per assaggiare la specialità locale: il lüadèl, chiamato anche “pane del Po” oppure “la schiacciatina dei poveri”, un tipo particolare di focaccia da consumare ancora caldo insieme a salumi locali e un buon bicchiere di Lambrusco. Vivaci colori + buona tavola = rimedio perfetto contro la malinconia dell’autunno!
Il viaggio a Pomponesco dà occasione di percorrere un buon tratto lungo la riva sinistra del Po. La partenza è da Cremona, da cui puoi prendere la provinciale SP59/SP85 che passa per San Daniele Po (da non confondere con San Daniele Friuli che è dove viene prodotto il famoso prosciutto) e Solarolo (da non confondere con l’omonimo borgo ravennate dove è nata la cantante Laura Pausini). Non ti confonderai certo quando arriverai al cospetto del grande letto del fiume Po, in corrispondenza di Casalmaggiore: da qui non ti resta che costeggiare il corso d’acqua verso Viadana e poi fino a destinazione.
In alternativa parti da Cremona attraversando Corso Vittorio Emanuele II andando verso Via Amilcare Ponchielli. Imbocca la SP87 e prosegui sulla SP343R finché non entri nella Strada Sabbionetana (SP420) che ti porta verso Casalmaggiore, sulle rive del Po.
Da qui devi continuare sulla SPexSS358bis verso Viadana. Da lì imbocca Via Kennedy e fatti la SP57 che ti porta a Pomponesco. Fatti Via XX Settembre finché non arrivi al centro, poi smonta dalla moto e goditi il borgo. E un caffè.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SP87, la SP343R, la Strada Sabbionetana (SP420), la SPexSS358bis e la SP57.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
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Se volessimo fare la “carta d’identità” della località, potremmo iniziare dicendo che fa parte del circuito dei Borghi Più Belli d’Italia. Più in generale, si tratta di un tipico centro della bassa padana bagnata dal Po: piazze ariose e geometriche, vaste campagne coltivate, e una spiccata tradizione culinaria che fa innamorare ogni visitatore che entra in un ristorante e osteria. Andiamo allora a visitare Pomponesco e le sue attrazioni!
Parrocchia Dei Santi Sette Fratelli Martiri. Casalmaggiore Provincia, CC BY-SA 4.0 <https://creativecommons.org/licenses/by-sa/4.0>, da Wikimedia Commons
La potente famiglia dei Gonzaga, nel Cinquecento, voleva rendere il paese un simbolo del proprio splendore. Lo fece costruendo un castello che divenne residenza di Giulio Cesare Gonzaga, intorno al quale si sviluppò il resto della cittadina. Il castello è andato distrutto e non esiste più, ma resta la splendida piazza XXIII Aprile con i suoi imponenti portici. È qui che si trova il palazzo Comunale con le sue torri e la Chiesa Arcipretale di Santa Felicita e dei Sette Fratelli Martiri (Parrocchia dei Santi Sette Fratelli Martiri). A distinguere Pomponesco da molti altri borghi padani delle vicinanze, ci sono le graziose casette dalle pareti colorate che circondano il centro!
Piazza XXIII Aprile, Pomponesco. Io, Public domain, via Wikimedia Commons
La piazza XXIII Aprile ha una particolare bellezza prospettica che i grandi registi non si sono lasciati sfuggire. È stata scenografia di film di Cesare Zavattini, Mario Soldati, Bernardo Bertolucci. L’ultimo film della saga di Don Camillo, di Mario Girotti, è girato qui. A proposito: a partire da Brescello per poi andare a Viadana, Gualtieri, e appunto Pomponesco, ci troviamo nel pieno del territorio in cui sono ambientate le storie di Don Camillo ideate da Giovannino Guareschi, che poi sono diventate set della fortunata e stupenda saga cinematografica.
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Infine, puoi fare una passeggiata lungo i percorsi naturalistici della Riserva Naturale Garzaia di Pomponesco, area naturale protetta situata nell’alveo del fiume Po. È collegata al centro da quattro accessi, di cui due direttamente dalla strada sull’argine. E dopo aver fatto quattro passi, non c’è niente di meglio che tornare in paese e rifocillarsi con un pasto a base di lüadèl e Lambrusco, oppure se vuoi andare sul classico opta per i cappelletti in brodo con ripieno di carne!
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