Ebbene sì, scavato da enormi rocce come fosse una scultura, in così poco c’è tutta l’essenza del Portogallo. Ci stiamo riferendo a Monsanto, che è un luogo unico e unico davvero dove natura e architettura sono state “fuse” in modo perfettamente bilanciato (come tutto dovrebbe essere). Le case si adattano ai giganteschi massi granitici che ci sono nel paesaggio, le stradine parlano di secoli di storia, deus vult, così come il castello medievale. Non a caso è il villaggio più portoghese del Portogallo, ed è praticamente al confine con la Spagna.
No, davvero, è stato proclamato così già da un po’, a prova evidente dell’autenticità di questo curioso borghetto medievale che parte dal Paleolitico, poi occupato dai romani, visigoti e mori. C’è da dire che Monsanto non è proprio easy da raggiungere. Alla fine è un paese in collina che richiede un po’ di salite e di camminate, quindi non aspettarti di fermarti con la moto e goderti il panorama in poco tempo.
Si è unito una decina di anni fa con Idanha-a-Velha ed ha importanti punti archeologici, perché sorge dove una volta c’era Civitas Igaeditanoru, una città romana. Nel dodicesimo secolo con la Reconquista cristiana il re Afonso I del Portogallo se lo riprende e lo concede ai Cavalieri Templari. Partiamo da qui?
Da Coimbra parti imboccando Rua do Brasil in direzione della N17. Prosegui lungo la IC2/N1 quindi percorri la IP3, la IC6 e poi la N17 verso la Rotunda Armindo Lousada, entrando infine sulla N230-6 fino a Oliveira do Hospital. Quando arrivi continua lungo la EM509 attraversando R. do Eiró e Rua Dr. Vasco Campos per andare sulla N17 finché non raggiungi la località di Nogueira do Cravo. Da qui devi imboccare la N230 verso EM510 e passare per Erada e seguire la N343 verso R. dos Três Lagares/ER238 fino a Fundão.
Da Fundão devi andare sulla N18, la N239 e la IC31, verso R. da Estrada e attraversando Av. Fernando Ramos Rocha finché non raggiungi (finalmente) il borgo di Monsanto.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono N17, N230, N18, N239, IC6 e IC31.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Castelo de Monsanto e Capela de Santa Maria do Castelo, Portogallo
Il borgo più portoghese del Portogallo. Le stradine acciottolate sono belle, ma nulla in confronto al fatto che le case sono costruite sfruttando enormi massi granitici. Alcune case sembrano scolpite nella pietra, alcune effettivamente lo sono, altre sono sovrastate dalle rocce imponenti (è il caso di un ristorante lì). Il connubio uomo-natura rende ogni angoletto di Monsanto fenomenale e meritevole di foto, senza ombra di dubbio. Ma parliamo un attimo di cosa vedere a Monsanto, perché non è mica solo rocce. Cioè, non completamente, ecco.
In principio era il Castello di Monsanto, nato nel XII secolo per ordine di Gualdim Pais, Gran Maestro dei Cavalieri Templari, e sta nella parte più alta del borgo di Monsanto. Come forte era (ovviamente) un baluardo difensivo contro le incursioni dei Mori, integrandosi in maniera quasi ridicolmente impeccabile col paesaggio da come sfrutta bene la propria struttura, appunto in granito locale. Le mura sono possenti, le torri di avvistamento danno grande visione (e vista), mostrando colline, valli e l’atmosfera della Beira Baixa che al tramonto è stupenda. Fra le mura c’è una piccola cappella che ricorda l’importanza strategica e religiosa dei secoli scorsi, la Capela de Santa Maria do Castelo (questa qua sopra).
Capela de Santo António e ingresso in pietra, Monsanto, Portogallo
Sulle stesse righe c’è la Chiesa di San Salvador e qualche altra cappella sparsa lungo il borgo, inclusa la Capela de Santo António, esempio distintivo di architettura manuelina: quattro ghimberghe sul portale ad arco e vicine colonne decorate dai fiori di giglio, con sopra una torre campanaria e un cimitero del 1836. Invece la Chiesa Matriz di São Salvador è più sobria e combina bene pietra e legno, un po’ più rustica.
Altra cosa da vedere è la Capela de São Miguel che invece sta nella parte nord-orientale del castello, architettura romanica, dodicesimo secolo. Una pianta semplice semplice con una singola navata e un bel portale ad arco a tutto sesto decorato con motivi zoomorfi che stanno incisi sulle imposte. Tombe su tombe sono scavate nella roccia lì, vecchie pratiche funerarie, con sarcofagi sia dentro che fuori. Vicino alla cappella (sulle rocce, ndr.) c’è una torre campanaria e tanti bei panorami da vedere.
Torre de Lucano, o Torre dell’Orologio, Monsanto, Portogallo. Duca696, CC BY-SA 3.0, via Wikimedia Commons
Tornando un po’ a Monsanto c’è da dire che il simbolo del borgo è la Torre de Lucano, la nota Torre dell’Orologio, del quindicesimo secolo su pianta quadrata. Sopra di essa c’è una banderuola col Gallo d’Argento, che è stato messo lì dopo che nel 1938 Monsanto è diventato il villaggio più portoghese del Portogallo in un concorso nazionale. Era l’epoca dello Estado Novo, romanticizzando la vita nei piccoli borghi per migliorare la produzione agricola, selezionando quindi una dozzina di villaggi e vinse Monsanto, che vide (come in sé la zona) limitare lo sviluppo urbano, lasciandolo lo stesso di allora.
La torre di base era difensiva, da avvistamento, e la vista panoramica è parte del fascino ed era parte del suo lavoro. Vicino alla torre c’è una chiesa manierista del XVI secolo, la Igreja da Misericórdia, per aggiungere ancor di più alla piazza principale.
Detto questo, a Monsanto i massi sono un po’ ovunque. Siamo in Portogallo, ma siamo comunque al confine con la Spagna… se vuoi vedere com’è la fine del mondo, tocca qui.
Però vacci che sembri la fine del mondo.
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