Da 801 anni è il borgo del presepe: qui San Francesco realizzò la scenografia che avrebbe accompagnato il Natale fino al giorno d'oggi

Da 801 anni è il borgo del presepe: qui San Francesco realizzò la scenografia che avrebbe accompagnato il Natale fino al giorno d’oggi

Adriano Bocci  | 22 Nov 2024  | Tempo di lettura: 6 minuti
Greccio, santuario dell'Eremo di San Francesco d'Assisi, vista panoramica

Parte dei borghi più belli d’Italia dal 2016, in mezzo alla Valle Reatina c’è un borgo stupendo di nome Greccio che ormai da più di ottocento anni è il simbolo indiscusso della tradizione natalizia. È proprio qua che nel 1223 San Francesco d’Assisi ha dato vita al primo presepe vivente della storia, un gesto rivoluzionario che poi ha lasciato il segno nella cultura e nello spirito di più di un borgo Italiano. Circondato da ottimi paesaggi, nella calma e nella quiete delle colline sabine, Greccio è una di quelle mete che ci si può fare su due ruote come meta (e come pausa) che non ti puoi perdere nel modo più totale quando ti avvicini al Natale o verso fine anno. A chi va un giretto nel Lazio, TrueRiders?

Greccio in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

L’itinerario parte dal borgo di Greccio proseguendo verso sud-est sulla Via S. Francesco e poi per Viale Rimembranze e Via Spinacceto. Si svolta su Via Limiti Sud per immettersi sulla SP45e per continuare lungo Via Terni e successivamente su Via della Repubblica.
Da qui si raggiunge Contigliano percorrendo il Raccordo Rieti – Terni. Si continua su su questa strada verso Rieti uscendo dalla SS4 e continuando sulla SS4bis, attraversando Via Sacchetti Sassetti, Viale Lionello Matteucci e Viale Cesare Verani per entrare al centro città.
Lasciata Rieti si va per Viale Emilio Maraini mantenendo la sinistra e poi si imbocca Via Marco Curio Dentato alla rotonda. Dopo aver attraversato Piazza Quattro Strade si prosegue a Via Martiri delle Fosse Reatine e Via Torretta, continuando poi su Via Garibaldi, Via Dante Alighieri e prendendo Via A. Costa per avvicinarsi a Cantalice.
Da Cantalice, si va per Via Giacomo Matteotti e Via Santangelo arrivando in direzione di Via Borgo Valle a Rivodutri. Successivamente si imbocca Via S. Susanna e si segue la SS79 verso Terni prima di prendere Viale Vincenzo Noceta per raggiungere Piediluco.
L’ultima tappa ci ricollega da Piediluco a Greccio andando per Via del Lago e la SS79, seguendo poi la SP4a, SP4 e la SS79bis fino a Via dei Frati e infine a Via S. Francesco, concludendo il percorso ad anello.

Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SS79, la SP4, la SS4bis, la SP45e e il Raccordo Rieti – Terni.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.

Greccio, cosa vedere nel borgo del presepe che tiene vive le tradizioni da oltre otto secoli

Greccio, santuario dell'eremo di San Francesco d'Assisi
Greccio, santuario dell’eremo di San Francesco d’Assisi
Una scenografia vivissima, antica, e col cuore giovane: sono più di otto secoli che Greccio fa da icona al Natale. Una storia che inizia nel 1223 quando San Francesco d’Assisi, volendo avvicinare le persone al mistero della Natività, sceglie questo luogo per fare il primo presepe vivente della storia. Simbolico senza ombra di dubbio, ma un’esperienza molto partecipata che riporta lo spirto del Natale alle origini più autentiche, ed è per questo che Greccio viene chiamato abbastanza spesso la Betlemme della Valle Reatina.
A tutti gli effetti andare a Greccio vuol dire tornare indietro di poco meno di un millennio, al che una visita al Santuario di Greccio è il must più grande che va fatto qui, dove avvenne il primo presepe. È un santuario pittoresco che sta incastonato nella roccia, in un setting classico circondato dai boschi, che si conserva la Cappella del Presepio. La storia di quel lontanissimo Natale del 1223 viene raccontato tramite affreschi da vedere assolutamente, così come il fatto che il santuario è pure la sede del Museo Internazionale del Presepio con una collezione delle rappresentazioni della Natività che vengono da tutto il mondo, tutti con una storia un po’ diversa.

Chiesa dell'Immacolata Concezione, Greccio. Simona Bottone / Shutterstock.com
Chiesa dell’Immacolata Concezione, Greccio. Simona Bottone / Shutterstock.com
Ma parliamo un po’ di Greccio in sé: come ci si può aspettare da una premessa del genere è un piccolo splendore medievale con le strade strette e le casette in pietra. Per coerenza c’è da vedere la Chiesa di San Michele Arcangelo che spicca lì dal XI secolo e sta proprio sulla piazza principale, con gli affreschi sul misticismo francescano che sono da immortalare in una foto (o due, o tre). Sempre nel centro storico ci sono diverse botteghe dell’artigianato e begli scorci panoramici sulla Valle Reatina, o meglio, quella che chiamano Valle Santa per i tanti luoghi legati alla vita di San Francesco.
Qui si mangia bene, nulla da dire: la cucina è semplice e genuina. Nei ristoranti e nei dintorni di Greccio ci trovi il prosciutto di Poggio Mirteto e la coppa reatina in primis, poi gli strangozzi alla reatina e gli gnocchi ricci come primi e le salsicce di maiale e fegato (coi semi di finocchio) fra i vari secondi, con tanto di patate alla sabinese col rosmarino e l’aglio, al forno. Di dolce c’è decisamente da mangiare il pangiallo, natalizio come pochi. Magari dopo che ti sei fatto un paio di sentieri fra le montagne, come quello che porta alla Cappelletta sul Monte Lacerone, altro luogo di preghiera e rifugio per San Francesco.

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Piediluco sul Lago di Piediluco
L’itinerario parte e ritorna a Greccio ma si fa bei borghi che oltre alla vista possono donare un sacco di altre cose. Anzitutto Contigliano, borghetto medievale con i palazzi del XVI e XVII secolo al centro storico e antiche porte di accesso stupende, qui ci spicca la Collegiata di San Michele Arcangelo costruita nel 1689 che si domina tutto il borgo. Qua c’è uno snodo importante del cammino spirituale più famoso in zona, il Cammino di Francesco e della Via Benedicti, che si fanno Contigliano e lo collegano ad altri luoghi francescani.
Passiamo poi a Rieti, l’ombelico d’Italia, con la Cattedrale di Santa Maria Assunta del XII secolo con una stupenda facciata romanica e il campanile. Qui in zona ci sono, fra molti palazzi storici, il Palazzo Vescovile che fa da sede al Museo Diocesano, e il Palazzo Comunale che si affaccia su Piazza Vittorio Emanuele II. Mura medievali tutto intorno, con vicoli meravigliosi.

Poi c’è Cantalice un po’ arroccato tra le colline che si divide in due: Cantalice Inferiore e Cantalice Superiore. Scorci bellissimi tra le casette in pietra e la Chiesa di San Giovanni Battista decorato in barocco e la Chiesa di San Pietro Apostolo del XVIII secolo. Poi c’è l’accesso al borgo che dà il benvenuto e si chiama Porta del Buon Giorno, ma da vedere ci sono i resti della Torre del Cassero a testimonianza dell’uso strategico del paesello in passato. E anche qui ci passa il Cammino di Francesco che collega i vari santuari della Valle Santa Reatina.

 

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Passando invece per Rivodutri non è difficile notare la Porta Alchemica, un monumento del XVI secolo che è decorato dai simboli esoterici che parlano di alchimia e misteri. Qua c’è la Chiesa di San Michele Arcangelo con dentro una stupenda tela del ‘700 sulla Crocifissione; in zona ci sono le Sorgenti di Santa Susanna come meraviglia naturale, tra le più grandi d’Europa. Dal suo fiume limpido ci pescano le trote, per cui Rivodutri è rinomatissima a livello culinario.
Verso la fine c’è da nominare invece Piediluco che è affacciato sul Lago di Piediluco, in mezzo alle colline umbre. Il borgo difatti ha il Centro Nazionale di Canottaggio dove si fanno le competizioni a livello mondiale, ma qua è immancabile una visitina alla Rocca di Piediluco con viste stupende sul lago e sulla zona tutta. Non consigliamo il canottaggio in questo periodo, però, che fa freddino.

Adriano Bocci
Adriano Bocci


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