Il Passo del Lagastrello è un interessante percorso stradale, e valico appenninico (altezza massima di 1.198 metri s.l.m.), che si trova al confine tra la Toscana e l’Emilia Romagna. Questo percorso unisce tre province: quella toscana di Massa e quelle emiliano-romagnole di Reggio Emilia e Parma, attraverso in pieno il Parco nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano.
Il percorso verso il Lagastrello prende il via dalla bella località di Villafranca in Lunigiana, nell’omonima zona dell’Alta Toscana.
Lasciata Villafranca, proseguiamo in direzione Bagnone prendendo dapprima la SP28, che lasciamo dopo Mochignano di Sotto prendendo la SP22bis, strada ricca di curve che supera gli ampi dislivelli delle vette della Lunigiana. Una volta fatta la nostra sosta turistica a Bagnone, proseguiamo verso il Passo del Lagastrello sempre verso la SP22bis, raggiungendo Tavernelle e da qui proseguendo lungo la SP74, che ci porta in vetta al valico.
Dal passo possiamo ammirare il bel Lago Paduil, che costeggiamo per giungere al confine con l’Emilia Romagna. Proseguiamo lungo la SP15 che lasciamo a Enzano, immettendoci sulla SP102 fino a Collogna. Da qui, l’ultimo tratto di strada segue la SP18 per arrivare a Ligonchio, bella località delle vette emiliane conosciuta per essere la città natale della cantante Iva Zanicchi.
Passo del Lagastrello
In epoca romana il Passo del Lagastrello era attraversato dalla strada delle cento miglia, una via di collegamento importante tra Parma e Luni. Lungo la strada dell’attuale Lagastrello sorgeva, già intorno al X secolo, l’Abbazia di Linari, un luogo monastico la cui cura era affidata all’Ordine dei Cavalieri d’Altopascio. Oggi andato perduto, del complesso non rimangono che sparute tracce lungo la zona toscana del valico. Dato il suo collocamento strategico, a valle del monte Malpasso, il passo costituì già in epoca successiva a quella romana, quella longobarda, un fondamentale collegamento verso la Pianura Padana. Per lunghi secoli del medioevo fu, effettivamente, l’unica via sicura.
A contribuire a un calo di popolarità, nei trasporti e nelle manovre militari, ci pensò l’adattamento e l’ampliamento del vicino Passo della Cisa che avvenne già nel VI secolo per volontà di Agilulfo, re dei Longobardi dal 591 al 616, ma venne utilizzato spesso anche in quel periodo. C’è da dire che oggi come oggi le strade possono variare in qualità, al che più di diverse tratte hanno l’asfalto in buone condizioni mentre altri pezzo sono un po’ più sconnesse. Oggi il Passo del Lagastrello non ha più un’importanza strategica e, con il traffico ridotto, è possibile goderne facilmente.
Il passo si trova tra le Alpi Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, due catene montuose molto diverse: le prime di marmo e calcare, le seconde più dolci e ricoperte di vegetazione. Questa varietà rende l’area unica abbastanza unica, cosa che spesso la rende una sosta molto fotografata. In zona ci sono (e partono) diversi sentieri, essendo parte del Parco Nazionale dell’Appennino Tosco-Emiliano, e il passo stesso ospita una bella varietà di fauna, inclusi cervi, cinghiali e, occasionalmente, lupi.
Piccola curiosità: il nome Lagastrello forse deriva da lago e stretto, sempre in riferimento al fatto che ci sono bacini d’acqua e per com’è fatta la strada. Difficilmente è chiuso in inverno, giusto per condizioni meteorologiche avverse; in totale il Passo del Lagastrello è lungo 23,8 km da Ramiseto, oppure 19,6 km da Licciana Nardi e infine 12,8 km da Monchio delle Corti. Rispettivamente la pendenza è del 7,4%, 7,5%, e 10,6% di pendenza da Licciana Nardi, da tenere a mente.
Bagnone
A Villafranca in Lunigiana è imperdibile il Borgo di Filetto, un borghetto medievale che soprattutto ad agosto è molto vivo grazie ad un mercato; qui c’è il Museo Etnografico della Lunigiana che sta dentro a dei mulini del XV secolo, ma se hai voglia di un po’ di storia ci sono i resti del Castello di Malnido, purtroppo andato distrutto nella Seconda Guerra Mondiale. Dà comunque una bella vista panoramica da non buttare.
A Bagnone invece c’è un borgo medievale con un centro storico che fa l’amore col torrente del paese, creando piccole cascatelle. Qui c’è da vedere il Castello di Bagnone che ha una torre circolare del XIII secolo, ma pure la Chiesa di San Nicolò con una Madonna del Pianto del quindicesimo secolo.
A fine itinerario però c’è a Ventasso il Lago Calamone che sta ai piedi del Monte Ventasso, circondato dai boschi di faggi. È un monte di 1.727 metri con percorsi per ogni stagione che in inverno viene adorato dagli sciatori. Da non perdere pure la Chiesa di Santa Maria Assunta a Collagna, in zona.
Attenzione alle temperature.
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