Se pensate che la città più porticata d’Italia sia Bologna, forse potreste avere una bella sorpresa se guardate a nord, in Veneto. C’è un cerchietto sulla mappa nel nostro itinerario di oggi che vi porta a esplorare un volto un po’ meno conosciuto della regione che a livello di architettonico e di bellezze naturali non è da meno… ma del resto, questo solitamente è il destino di ciò che è in provincia. Eppure è un errore: oggi si parte da Pordenone e ci vediamo cose molto pittoresche finché non arriviamo alla splendida Oderzo, protagonista di oggi. Opitergium, piena di portici, è una sosta stupenda che dovresti fare prima di andare verso il mare. Pronti a partire?
Partendo da Pordenone devi farti le vie interne fino a raggiungere Viale Treviso da dove devi proseguire in direzione di Portobuffolè. Il tragitto si fa la campagna veneta ed è un antipasto dei paesaggi della regione con le scade che tagliano per piccoli centri e natura ancora fresh.
Da Portobuffolè si prosegue verso Oderzo per strade provinciali e piccoli borghi nel pieno del Veneto rurale. Oderzo è dove vi consigliamo di fermarvi per una sosta che merita (poi vedrete).
Dopo Oderzo si prosegue per San Donà di Piave seguendo i percorsi che si costeggiano il Piave e danno begli scorci da vedere. Da San Donà si tira dritto verso Lido di Jesolo per strade di mare che si fanno le lagune.
Le strade principali di riferimento lungo il percorso sono la SP35, la SP50, la SR53 e la Strada Regionale Del Mare.
Per l’itinerario diretto (e dinamico) su Maps tocca qui.
Duomo di San Giovanni Battista, Oderzo
Oderzo, che è conosciuta come l’antica Opitergium, è un comune veneto in provincia di Treviso di 20.659 abitanti che è stata riconosciuta dal Touring Club Italiano come la “Città più porticata d’Italia”, di origini antiche risalenti all’epoca romana. Oderzo deriva dal latino Opitergium, che deriva da Obterg in venetico, cioè piazza del mercato. Famosa appunto per i tanti e tanti portici che si fanno tutto il centro storico e sono una parte fondamentale dell’architettura urbana: ormai sono una continuità storica che vale sia per le case più antiche che per gli edifici più recenti. Toccato da due fiumi, il Monticano e un pezzo del Piave, divenne un municipium romano nel 49 a.C. ottenendo lo status di città (e diritto di voto).
Talmente adatto ai commerci che la laguna veneziana veniva chiamata laguna opitergiana; tra barbari, bizantini e longobardi si riprende dopo il Mille per poi passare verso fine Trecento sotto Venezia, poi sotto la Francia, Austria e poi al Regno d’Italia. Se avete già sentito Oderzo in giro forse è per la strage di Oderzo di fine aprile 1945 dove 120 persone vennero uccise poiché sospetti di essere fascisti.
Nella Bologna del Nord il centro di tutto è Piazza Grande, circondata (come si può pensare) da portici ed edifici antichi che alle volte si sfruttano per gli eventi. È tutta pedonale. Il Torresin (in copertina) è una torre dell’orologio sopra una porta medievale a cui piace farsi chiamare Porta Trevisana o Torre Littoria, rifatta negli anni 30, e accoglie tutti nella piazza dove ogni anno si fa un Festival chiamato Opera in Piazza per gli appassionati di lirica. Questo perché Piazza Grande è a forma di palcoscenico, ma la chiamano meridiana perché l’ombra del Duomo indica la posizione del sole nel cielo.
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Passeggiando sotto i portici di Via Umberto I si arriva al Duomo di San Giovanni Battista (XI secolo) nato sulle rovine di un tempio romano di Marte. Lì dentro c’è l’operato del Tintoretto e Jacopo Palma il Giovane che danno altro valore aggiunto al tutto, ma se sei in vena di storia c’è il Museo Archeologico Eno Bellis, lì dal 1876, mostra i reperti in ordine cronologico dall’epoca preromana con diversi bronzetti di guerrieri in assalto e alcune lamine votive. Senza scordarsi dello scheletro di un cavallo che è stato trovato in perfetta connessione anatomica. Lo trovi nella Barchessa di Palazzo Foscolo. Sempre lì a Palazzo Foscolo c’è la Pinacoteca Alberto Martini con 450 sue opere e la Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea. Per un po’ di meditazione o una passeggiata rilassevole puoi andare al parco Ca’ Diedo oppure all’Antico Foro Romano coi resti archeologici. Invece una cosa che va vista è Via dei Mosaici perché c’è una Domus romana del I secolo a.C. col pavimento fatto col cocciopesto.
Duomo di Santa Maria delle Grazie, o Duomo di San Donà di Piave. Szeder László, via Wikimedia Commons
Oltre a Oderzo ci sono varie cose che potresti voler vedere con una sosta nei punti dell’itinerario di oggi. Considera che a Portobuffolè c’è la stupenda Piazza Maggiore come cuore medievale del borgo che ha un fascino tutto suo, impreziosito dalla Casa di Gaia da Camino e da un’imponente Torre Civica.
San Donà di Piave invece è famosa per il Duomo di Santa Maria delle Grazie, un edificio stupendo con una volta a botte, semicolonne corinzie e decorato da 12 pannelli e un organo degli anni ’20. Non lontano c’è il Museo della Bonifica per capire meglio la trasformazione del territorio e l’importanza delle opere di bonifica. Continuando verso la fine c’è il Lido di Jesolo con le sue spiagge dorate stupende che per finire il tour sono la ciliegina sulla torta: la lunga Via Bafile e l’acquario Sea Life Aquarium sono belle idee, ma puoi finire col vicino Faro di Jesolo con gli ultimi panorami mozzafiato sulla costa di oggi.
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