Lo sapevi che anche i motociclisti hanno il loro santo patrono? E il "suo" borgo è una vera scoperta tra fiumi e strade della Val Trebbia

Lo sapevi che anche i motociclisti hanno il loro santo patrono? E il “suo” borgo è una vera scoperta tra fiumi e strade della Val Trebbia

Stefano Maria Meconi  | 26 Ott 2024  | Tempo di lettura: 5 minuti
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C’era una volta un monaco che scelse di abbandonare la sua bellissima isola verde per trasferirsi nientepopodimeno che… in Emilia-Romagna. Direte voi, vale la pena rinunciare all’Irlanda per la regione dei tortellini? Forse che sì, forse che no. Fatto sta che nella mente di San Colombano non c’erano le prelibatezze delle sfogline, ma la volontà di portare il messaggio del cristianesimo più lontano possibile. E nel farlo, passando per il Passo Penice, raggiunse quella che sarebbe diventata l’ultima tappa della sua vita, il bellissimo borgo di Bobbio. Dove oggi, 1400 anni dopo, ancora si ricorda quello che dal 2002 è il santo patrono dei motociclisti. Del resto, ne ha macinati di chilometri… anche senza il ferro, ma camminando e vagando per il Vecchio Continente.

Bobbio in moto. L’itinerario

Mappa

Itinerario

Partiamo da Voghera. Usciamo dalla città dopo aver superato il Ponte Rosso, e ci indirizziamo su Via Negrotto Cambiaso, che cambia nome in SP51 fino a Retorbido, per poi diventare SP1 per altri 3 chilometri fino a costeggiare Rivanazzano Terme. Da qui inizia il percorso della SP461. La lunghezza complessiva della SP461 è di poco superiore ai 57 chilometri e copre praticamente per intero la distanza stessa del nostro itinerario in direzione Bobbio. Questo ci permette di seguire in tranquillità il tracciato senza doverci preoccupare di svolte o incroci, permettendoci di godere a pieno del panorama incantato dell’Appennino Ligure. Per un buon tratto del percorso seguiamo il confine tra Piemonte e Lombardia, davvero a pochissima distanza dal limite regionale. Il percorso ci porta in “vetta” al Passo Penice (1149 m s.l.m.), una strada piuttosto interessante sotto il profilo panoramico e che non presenta invece particolari elementi di difficoltà, risultando adatta per una “passeggiata” in moto. Prima di giungere sul valico, entriamo nel territorio della Riserva Naturale Monte Alpe. Una volta oltrepassato il Passo Penice, il nostro percorso inizia a decrescere in direzione di Bobbio (14 km). Qui la strada è lievemente più tortuosa di quella che abbiamo attraversato nel primo tratto in Lombardia. La sua brevità rende il dislivello decisamente maggiore, essendo la destinazione a soli 272 metri di quota.

Il borgo dei motociclisti e il loro patrono (che viene dall’Irlanda)

Monastero di San Colombano a Bobbio

Colombano di Bobbio fu un monaco irlandese, vissuto a cavallo tra il VI e il VII secolo. A lui si devono lunghe e proficue azioni di evangelizzazione in tutta Europa, soprattutto in Francia e in Italia. Il monachesimo irlandese, nelle sue fasi primigenie, si diffuse nell’Europa continentale proprio grazie a lui. Nei suoi numerosi viaggi tra Francia e Italia (è patrono anche di Luxeuil-les-Rains, città della Borgogna) espresse più volte il suo auspicio per l’unità degli europei, che gli sono valsi il riconoscimento di “santo europeo” dall’allora Papa Benedetto XVI.

L’arrivo del monaco irlandese a Bobbio si deve a una serie di eventi: cacciato dalla Francia dalla regina Brunechilde dei Visigoti, preoccupata dal forte seguito dei suoi religiosi, vagò prima in Germania, per poi raggiungere l’Italia nel 612. Lungo la strada per Roma, dove avrebbe dovuto incontrare Papa Bonifacio IV, si fermò a Bobbio nel 614 ampliando le strutture intorno alla chiesa di San Pietro (oggi sostituita dall’edificio del Castello Malaspina). Nonostante la richiesta di Clotario II, Re dei Franchi, affinché tornasse in Francia per proseguire la sua predicazione, il religioso rimase a Bobbio dove morì nel 615

Il suo spirito intraprendente, i costanti viaggi, la ricerca del dialogo e dell’incontro hanno fatto sì che nel 2002 la chiesa lo proclamasse santo patrono dei motociclisti, con una cerimonia tenutasi proprio sul Passo Penice alla presenza delle autorità vaticane, italiane e irlandesi, suo paese di origine. La sua figura viene ricordata annualmente nel Columban’s Day, un incontro internazionale di fede e spiritualità. Nel 2014 l’evento si è tenuto a Roma, alla presenza di Papa Francesco, in occasione del 1400° anniversario della morte del santo

La strada di San Colombano: il Passo Penice

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Passo Penice, il valico della Val Trebbia

Il Passo Penice si trova ad un’altitudine di 1149 m s.l.m., nelle propaggini settentrionali degli Appennini Liguri. Tramite questa strada sono in comunicazione tre importanti località: Varzi, Romagnese e Bobbio (PC). La strada è sovrastata dal Monte Penice, alto 1490 m s.l.m. e spartiacque tra ben quattro territori: l’Oltrepò Pavese, la Valle Staffora, la Val Trebbia e la Val Tidone. La sua posizione strategica ha reso da sempre questa via di comunicazione fondamentale, sin dai tempi di Carlo Magno, quando permetteva di tenere i contatti tra il monastero di san Colombano di Bobbio e i suoi possedimenti o mantenere il controllo degli accessi al mare. In vetta al monte e al santuario di Santa Maria, utilizzata per la manutenzione delle numerose antenne trasmittenti e al centro trasmittente di Monte Penice.

Nei mesi invernali il Passo del Penice diventa una rinomata località sciistica. Monte del Penice vanta infatti un impianto sciistico dotato da 2 impianti di risalita, 3 piste da discesa lunga due chilometri e una pista da fondo di 10 chilometri, sia in diurna che in notturna, con innevamento sia naturale che artificiale. Nel piazzale è posta la statua di San Colombano. Proprio perché si tratta di un’importante meta invernale, il Passo è percorribile in ogni stagione.

Dove mangiare a Monte Penice

  • Chalet della volpe (Località Sassi Neri, Bobbio) si trova lungo la SP 461. Un’ambientazione pop ed eclettica e un’accoglienza dell’oste davvero calorosa sono i presupposti di un grande pasto. Cibo tradizionale piacentino di qualità e prezzi decisamente proporzionati.
  • Agriturismo “Ra Cànva da Berto” (Frazione Bognassi 13, Varzi). Portate semplici genuine fatte in casa verdure a km 0. Il menù varia di giorno in giorno e propone sempre eccellenze. 
  • Acqua dolce e salata (Località Moglia 9, Bobbio). Pezzo forte dell’antipasto è lo gnocco fritto con salumi; da provare anche tortelli piacentini con la coda e i pinoli con la salsiccia.
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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