Quando la bellezza "artificiale" supera quella naturale: questo lago è l'incredibile sorpresa immersa tra gli Appennini - TrueRiders

Quando la bellezza “artificiale” supera quella naturale: questo lago è l’incredibile sorpresa immersa tra gli Appennini

Stefano Maria Meconi  | 14 Ott 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti
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L’Italia è uno dei paesi che, nel corso del Novecento, ha saputo valorizzare maggiormente la presenza di fiumi e valli per trasformarli in una risorsa di produzione dell’energia elettrica, pulita e sicura. Ed è così che sono nati tanti, nuovi laghi che hanno trasformato il paesaggio e, nella maggior parte dei casi, si sono così ben dissimulati nel panorama da farci pensare che la loro sia una bellezza naturale. Un po’ come il lago del Turano, specchio d’acqua situato nell’alto Lazio in un contesto paesaggistico davvero unico, dove negli anni ’40 si realizzarono due laghi artificiali che oggi disegnano paesaggi imperdibili. Partiamo?

Lago del Turano in moto. L’itinerario

Un percorso da weekend, lungo poco più di 100 chilometri, con partenza e rientro nella splendida Tivoli, la città delle antiche ville romane e rinascimentali (Villa Adriana, Villa d’Este e Villa Celimontana), che attraversa le zone dei Monti Lucretili, poi sale fino al Lago del Turano, quasi in corrispondenza del confine con Umbria e Abruzzo e poi discende nella Sabina, tra Rieti e Roma, per chiudersi finalmente di nuovo a Tivoli. L’itinerario che proponiamo si divide in tre tappe, ovvero da Tivoli a Castel di Tora, da Castel di Tora a Montorio Romano, e infine da Montorio Romano a Tivoli, per un chilometraggio complessivo di 126 chilometri, e un tempo di percorrenza (soste e traffico esclusi) di 3 ore e 12 minuti.

Percorso

Il nostro itinerario in moto nella Valle del Turano prende il via da Tivoli, la splendida cittadina a pochi chilometri di distanza da Roma, immersa tra la Campagna romana e gli Appennini laziali. Dal centro città, seguiamo il percorso della SS5 (da Via delle Piagge) in direzione Orvinio, un tratto di circa 35 chilometri che passa lungo la Riserva Naturale Monte Catillo, segue il percorso del Fiume Aniene e, sorpassata Vicovaro, prosegue in direzione nord-est. Oltrepassata Orvinio, ci immettiamo sulla SR314 (Via Licinese) per Pozzaglia Sabino, e proseguiamo poi sulla SP36 in direzione di Paganico, per poi percorrere l’ultimo tratto di strada, in direzione Castel di Tora, sulla SP34, affiancando la bella Riserva Naturale del Monte Navegna.

Il bel borgo medievale di Castel di Tora, affacciato sulle sponde del Lago del Turano (un lago artificiale nato dallo sbarramento del Fiume Turano, lungo circa 70 chilometri), a oltre 500 metri sul livello del mare, ci accoglie con i suoi stupendi paesaggi, che ci ricordano le atmosfere alpine. Da qui, il nostro viaggio nella Valle del Turano riprende in direzione sud-ovest, passando per la SP34, che percorriamo per circa 15 chilometri, in direzione Poggio Moiano prima, e della SS4 poi, che costeggiamo per un breve tratto in corrispondenza di Osteria Nuova, per poi proseguire sulla SP40 verso Scandiglia, e infine lungo l’ultimo tratto sulla SP9c, che ci conduce direttamente a Montorio Romano.

Montorio Romano si trova nella parte nord del Parco dei Monti Lucretili, ed è molto noto perché da queste parti si produce l’ottimo Olio d’oliva della Sabina, una produzione che, pur meno rinomata rispetto ai vicini oli di Umbria e Toscana, è altrettanto apprezzata dal punto di vista gastronomico. Da qui, prende il via la terza e ultima tappa del nostro itinerario laziale. Usciti dal borgo, prendiamo la SP636 in direzione Palombara Sabina, percorrendo all’incirca 14 chilometri, in una splendida atmosfera tra campagna, a destra, e monti a sinistra.

Da Palombara Sabina, poi, seguiamo la SP636 fino al bivio per Marcellina, da dove proseguiamo sulla SP30a e, dopo Cesalunga, sulla SP31a che, in 17 chilometri, ci conduce a Tivoli, dove eravamo partiti, e dove termina questo interessante itinerario con protagonista la Valle del Turano.

Mappa

Un lago e la sua valle: la bellezza del Turano

Un lago e un fiume. Sono loro gli elementi cardine che definiscono la geografia della Valle del Turano, splendida zona dell’Alto Lazio in provincia di Rieti. Il primo, peraltro, è una diretta emanazione del secondo. Fu infatti nel 1939 che si decise di costruire una diga artificiale in corrispondenza di Posticciola e Stipes, sfruttando così le acque del Fiume Turano per produrre energia. Insieme al Lago del Turano, il progetto portò alla nascita anche del Lago del Salto, poco lontano. In questo modo si realizzarono due obiettivi in uno: produrre energia e ridurre il rischio di alluvioni della Valle Santa.

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Piuttosto ampio, il Lago del Turano si estende per 5,58 chilometri quadrati, con una lunghezza complessiva di 7 chilometri. Il profilo costiero è molto esteso, toccando i comuni di Colle di Tora, Castel di Tora, Posticciola e, solo parzialmente, Ascrea e Paganico. Colle di Tora e Castel di Tora, situati alle due estremità laterali, sono collegate da un ponte che taglia il lago a metà. La zona è particolarmente suggestiva, circondata dalle vette del Monte Navegna (1506 m s.l.m.) e si trova a una quota media di 536 m s.l.m.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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