Tra i monti dell’Irpinia, nel cuore della Campania, c’è un puntarello in mezzo a boschi e colline che è perfetto per inaugurare l’autunno. Si chiama Montella ed è ben conosciuto come il borgo delle castagne e dei tartufi, un angolino d’Italia che è appunto noto per la tradizione della Castagna di Montella IGP ed è stupendo per una gita in moto autunnale. Questo piccolo comune in provincia di Avellino ha poco più di 7.000 abitanti, ma quando i colori si scaldano e l’aria finalmente torna fresca (ndr. era pure ora!) tutte le curve diventano più piacevoli. Strade panoramiche e curve dolci come la farina di castagne, per un percorsino verso il borgo che si fa l’Appennino campano tra boschi di querce e castagni. Già dal casco in prossimità si sentono i profumi della stagione, tra foglie secche e un po’ di fumo di caldarroste specie se decidi di andarci per la Sagra della Castagna che quest’anno si fa dall’1 al 3 e dall’8 al 10 novembre. Certo, non è solo questo, perché ci sono anche cose veramente belline da vedere, tra santuari e monasteri fra una collina e l’altra. Lo cominciamo bene questo autunno, TrueRiders?
Considera che il percorso puoi trovarlo toccando qui mentre le indicazioni dinamiche per Montella invece le trovi toccando qui.
Il viaggio comunque parte da Avellino: dirigiti verso ovest su Via Giosuè Carducci prima di continuare su Via Circumvallazione. Continua su Via Francesco Tedesco e Via Fratelli Troncone verso Atripalda sulla SS7bis, poi prendi l’uscita verso Bari/Canosa/Napoli. A questo punto imbocchi la SS400, una strada panoramica che ti porterà a Castelvetere sul Calore. Da qui continua pure a seguire la SS400 verso Via S. Francesco a Montemarano, con Montella come prossima tappa.
Continuando da Montemarano prendi la SS7 in direzione di Montella passando per la SP220. Il percorso continua su una strada molto piacevole che si fa bei tratti verdi e collinari per 5 km e mezzo. Continua poi sulla SS7 e la SP164 finché non raggiungi Montella. Sono gli ultimi 8 km e mezzo che ti portano gradualmente in mezzo al paesaggio caratteristico della zona, smoteggiando tra le curve delle montagne irpine.
Montella è un puntino dove storia e spirito vanno a braccetto. La prima delle cose da vedere è decisamente il Convento di San Francesco a Folloni, antico luogo di pace fondato nel 1222 da San Francesco d’Assisi che andava nel vicino bosco Folloni. È sia religione che cultura perché là dentro c’è il Museo di San Francesco a Folloni, che si gode opere e reperti davvero belli, in primis il farsetto quattrocentesco del conte Diego I Cavaniglia, un capo d’abbigliamento storico recuperato da una tomba antica. C’è certamente anche una bella collezione di manufatti liturgici, argenteria sacra e opere pittoriche (alcune delle quali vengono dalla bottega di Francesco Solimena). Quello che vedi lì sopra è il complesso monastico di Santa Maria della Neve, che non si abita dal 1921, ma è affrescato da Ricciardi (di San Severino).
Oltre a questo, però, c’è decisamente da nominare (sui 950 metri s.l.m., però) il Santuario del Santissimo Salvatore che sorge sul monte che domina la valle. È un santuario del 1779 molto importante per il pellegrinaggio, e la sua fama viene da una leggenda che racconta di una lunga siccità che colpì la regione. Secondo tradizione dopo che gli abitanti di Montella salirono tutti in pellegrinaggio alla cappella cominciò a piovere, finendo direttamente la carestia. E ogni anni alla celebrazione della Santissima Trinità molti pellegrini van qui a rendere omaggio il 6 agosto: la cosa carina e dolorosa è che è tradizione percorrere l’ultima scalinata in preghiera e in ginocchio, cosa che molti fedeli tutt’oggi mantengono. Però sì, la vista è mozzafiato e rende la salita davvero bella.
Fuori dal culto però Montella le tracce di un passato più guerriero le offre, perché c’è il Castello del Monte (di origine longobarda, 762 d.C.) che si domina il paesaggio circostante. Quelle che sono rovine raccontano battaglie e dominazioni, ed esplorarlo equivale a camminare sulle tracce di chi il territorio l’ha difeso col sangue secoli fa. Il castello era ovviamente strategico e si è fatto il suo curriculum di battaglie, tra dominazioni longobarde, normanne, nel medioevo ci si sono scontrati un bel po’ di nobili per le dispute sulle terre… e difatti fra gli scavi archeologici è stata rinvenuta una necropoli.
Montella è una immersione nella natura e nei profumi, perché il territorio montano ti piazza davanti (poco dopo Montella, ndr) paesaggi straordinari, specie qualche cascata specifica. Anzitutto ci sono le Cascate della Lavandaia, tra i boschi, che prendono il nome da una leggenda locale di una povera lavandaia rimasta incinta da un nobile che poi è stata affogata lì. Di cascate ce ne sono altre due, però, ossia la Cascata della Maronnella dove ci si può fare il bagno e la Cascata del Fascio, un po’ più nascosta. Considera però che le cascate stanno nel Parco Regionale dei Monti Picentini, che si allarga per più di 69.000 ettari, e sono tutte formate dal fiume Calore, un fiume carsico, ossia con sorgenti sotterranee che creano grotte. Ci andavano sia i romani che i monaci benedettini, per dire.
Se ti piace il cicloturismo (anche in affitto) o le cose all’aria aperta, specie in famiglia, hai due opzioni carine qui. La prima è la Fattoria Rosabella, che è un bioparco con un’area pic-nic attrezzata che fa anche escursioni tra i boschi di castagni più una questione di fattoria didattica per i più piccoli. Tra animali e percorsi la vita agricola la si vede qui, senza togliere a formaggi e ortaggi freschissimi. Qui in zona ci sono le escursioni per la Cascata della Maronnella. Se invece vai per il cicloturismo c’è l’Irpinia BikeHouse che dà un’esperienza con tour organizzati che si fanno i paesaggi più belli di tutta la zona. Si noleggiano bici ed anche ebike per godersi castagneti e colline tra i Monti Picentini.
Se preferisci qualcosa di più rilassante però c’è la Grotta di Sale di Montella che è un centro benessere. Si ricrea un microclima che ti fa provare i benefici del sale naturale, ottimo per rigenerarsi dopo le esplorazioni, perché tra pareti di sale e silenzio si trova benessere e tanta pace, richiamando molto i benefici del mare. Però sì, cibo, o meglio castagne: la Castagna di Montella IGP è famosa in tutta Italia e in autunno la si celebra con una sagra bella piena. Qua la si sfrutta in una caterva di dolci tradizionali (castagnaccio in primis, marron glacé) che aromatizzano tutta l’area, anche se qui c’è un’altra eccellenza, il tartufo nero, che si trova abbastanza bene nelle montagne circostanti. I ristoranti ne fanno ben uso, spesso fatto a pasta fresca come la maccaronara.
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