La storia di questo borgo fa venire voglia di partire subito a vederlo. Parliamo di Roscigno Vecchio, località della Campania da tempo abbandonata a causa di diverse frane. Un vero e proprio paese fantasma (ghost town) eccetto che per un piccolo particolare: ci vive ancora una persona. Si chiama Giuseppe Spagnolo e – nonostante l’assenza di acqua corrente, negozi, servizi – è deciso a rimanere fra queste case, e per l’occasione fa da cicerone ai numerosi turisti che vengono a curiosare un centro rimasto esattamente come oltre un secolo fa. Con l’unica differenza che è disabitato. Ti è venuta voglia di venire a vedere?
La direzione è quella del Cilento. Dall’autostrada A2 Salerno Reggio Calabria esci ad Atena Lucana. Prendi la SS166 che taglia in due l’area del Vallo di Diano. Inizia quindi a salire sui rilievi dei Monti Alburni – prima passando da Rufo, poi raggiungendo il Passo della Sentinella – che conducono verso il Cilento. Sulla strada troverai la tua destinazione Roscigno, a poca distanza dal Ponte di Sacco e le Gole sul Sammaro che è un altro itinerario che vale la pena provare.
Il centro abbandonato di Roscigno Vecchio.
Roscigno Vecchio è stato soprannominato la “Pompei del Novecento” da Onorato Volzone, giornalista de Il Mattino, quando nel 1982 scoprì questo borgo abbandonato in provincia di Salerno. Venne abbandonato a inizio Novecento su decisione governativa a causa di ripetute frane, con l’obiettivo di trasferire la popolazione nella città nuova costruita più a monte. Da allora il borgo, caduto in abbandono, è rimasto come un tempo, e oggi rappresenta una preziosa testimonianza della passata civiltà contadina meridionale.
Da quando Roscigno Vecchio fu riscoperto negli anni 80, gradualmente sono arrivati diversi turisti a visitarlo, attratti dallo scenario che riportava il tempo a un secolo precedente. Nacque quindi la Pro Loco e il Museo della Civiltà Contadina, che ha sede nelle sale dell’ex municipio e dell’ex canonica, allestito dalla storica dell’arte Maria Laura Castellano. Sono esposti cinquecento pezzi tra foto, oggetti, utensili, che raccontano i cicli lavorativi che dall’uva, dal grano e dalle olive portano alla produzione rispettivamente del vino, del pane e dell’olio. E poi naturalmente vengono illustrate le attività di allevamento, produzione di formaggi, lavorazione dei campi e della lana.
La chiesa di Roscigno Vecchio.
Nel 1998 Roscigno Vecchio – o Roscigno Vecchia, come a volte è chiamato – è stato inserito tra i siti patrimonio Unesco, insieme al Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, l’area archeologica di Paestum e la certosa di Padula. Questa Città-Museo è diventata set cinematografico per videoclip e film. Tra i visitatori, si registrano anche i giornalisti di National Geographic, che con riprese e reportage hanno fatto conoscere il borgo in tutto il mondo. Il centro è Piazza Giovanni Nicotera, con una fontana circolare in pietra, un abbeveratoio e la Chiesa settecentesca di San Nicola di Bari. Tra i ruderi si possono trovare portali d’epoca, archi, balconcini in ferro battuto, cappelle. Diverse case non sono accessibili, diversi sentieri sono persi tra i rovi, ma l’atmosfera autentica del passato è ancora integra.
Fino al 2000, quattro persone erano resistite in questo luogo. Oggi è rimasto solo un abitante: Giuseppe Spagnolo, che si definisce non tanto l’ultimo abitante di Roscigno Vecchio, ma “il primo del nuovo millennio”. Autobattezzatosi “Libero”, è una vera e propria guida che accompagna i turisti a scoprire il borgo. Sperando che “paese fantasma” davvero non lo diventi mai.
E se le ghost town ti affascinano, abbiamo appena pubblicato un itinerario alla scoperta di un altro borgo disabitato, non così lontano!
Giuseppe Spagnolo, l’ultimo abitante di Roscigno Vecchio
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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