Siamo in Toscana, più precisamente lungo la sua costa che affaccia sul Mar Tirreno. Un territorio che si compone di zone particolarmente note al turista (in sella o meno), come la Maremma o la Versilia. Pensate alle spiagge di Talamone, Forte dei Marmi, spaziate addirittura più in là verso la splendida Isola d’Elba. Di spiagge e di mare piacevolissimi ce ne sono a bizzeffe, ma la regione di Pisa, Firenze e Siena nasconde un luogo dalla bellezza particolare, in tutti i sensi: è Rosignano Solvay. Colori che sembrano usciti dalle Maldive o dai Caraibi, ma una storia centenaria che vi farà storcere il naso. Pronti a partire verso una destinazione diversa?
Lasciamo Pisa, e seguiamo la SP224 fino a Marina di Pisa, che dista circa 15 chilometri. Ne approfittiamo per vedere l’ultimo tratto dell’Arno, che si getta nel Tirreno nella zona detta appunto Bocca d’Arno. Da qui parte il nostro percorso verso Rosignano Solvay che, quasi senza soluzione di continuità, tocca tutta la costa tirrenica. La SP224 tocca Tirrenia e Calambrone, supera il Canale Imperiale e raggiunge Livorno. Una visita in città e si riparte verso la SS1 (Via Aurelia), passando per Calafuria e Quercianella, per raggiungere infine Rosignano al termine di un percorso che impiega circa 60 chilometri, e poco più di un’ora, per completarsi. Facile, ma ricco di spunti interessanti.
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Bella è bella, ma a quale prezzo? Se vi sembrerà di trovarvi alle Maldive, dovete sapere tuttavia che Rosignano Solvay deve la sua fama, e i suoi colori apparentemente “paradisiaci”, a uno dei peggiori casi di inquinamento industriale in Italia. La spiaggia, infatti, sorge nei pressi di un impianto per la produzione della soda, inaugurato da Ernest Solvay, imprenditore belga, a inizio del Novecento. Per questa zona della Toscana, sostanzialmente priva di grande valore turistico, fu una vera e propria rivoluzione sociale ed economica. Intorno alla fabbrica nacque un villaggio destinato a operai e famiglie, Rosignano appunto, costruito secondo i principi di una architettura umana, ispirata alle forme Liberty dei primi anni del XX secolo.
La zona, vicina al mare, fu presto vittima inconsapevole degli scarichi della fabbrica, i cui scarti della produzione si compongono di un mix di calcare tritato e cloruro di calcio. Nonostante quest’ultimo componga solo il 10% dello scarto produttivo, la International Labour Organization riconosce l’ISCS 1184 – Cloruro di calcio (Anidro) come corrosivo per gli occhi, irritante per cute, tratto respiratorio superiore e tratto gastrointestinale.
È un problema? Se conservato in un ambiente protetto, no. Se lo si trova in quantità industriali nelle cosiddette Spiagge Bianche, antistanti il sito produttivo di Rosignano Solvay, certamente sì. Curiosamente, però, la zona è balneabile, salvo che nelle immediate vicinanze degli scarichi. Eppure, dal 1999 è inserita nelle “14 spiagge più inquinate d’Europa”, ma ARPA Toscana considera tutte le acque di Rosignano come idonee alla balneazione. Insomma, potete immergervi, ma il consiglio è di farlo con cautela. Oppure, con un mix di prudenza e distacco, guardare queste spiagge da lontano, e godervi le tante meraviglie che questo itinerario mette a vostra disposizione.
La Piazza del Duomo a Pisa con la celebre Torre Pendente
Di Pisa è difficile escludere, nella lista di cose da vedere, la Piazza dei Miracoli che include la basilica, il Camposanto e ovviamente la Torre Pendente, capolavoro storico che da “semplice” campanile è divenuta una delle più belle e amate attrazioni d’Italia.
Parimenti bella, ma di una bellezza diversa e “internazionale”, è Livorno, che tra Settecento e Ottocento fu uno dei porti più frequentati d’Italia, soprattutto da navi straniere, dando alla città un afflato culturale unico, che si ritrova ancora oggi nei suoi monumenti, nei quartieri e nella bellissima Terrazza Mascagni.
Se poi non potete fare a meno del mare, ad attendervi c’è Quercianella Sonnino, frazione proprio di Livorno con la sua Cala del Leone, Baia del Rogiolo e le altre meraviglie di un mare, questo sì pulito e balneabile senza rischi (e pensieri).
Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015
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