Mille e un castello: tra gli Appennini alle porte di Firenze c'è un monumento che unisce l'Italia alle atmosfere d'Oriente

Mille e un castello: tra gli Appennini alle porte di Firenze c’è un monumento che unisce l’Italia alle atmosfere d’Oriente

Stefano Maria Meconi  | 30 Lug 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Mille e un castello. L’Italia è una terra di manieri antichi, formidabili avamposti militari, luoghi simbolo di una storia millenaria che ha ereditato gli antichi fortilizi del passato trasformandoli in luoghi si superba bellezza, sia che abbiano mantenuto inalterato il loro assetto originario e sia che siano stati riadattati a seconda dei tempi contemporanei. Fatto sta che, tra questi, a volte alcuni emergono per l’eclettismo e l’originalità con cui hanno visto il passare dei secoli. Tra gli esempi meglio riusciti, nonostante un progressivo e solo di recente rallentato declino, c’è il Castello di Sammezzano a Leccio, a una cinquantina di chilometri da Firenze. Luogo dove pare di lasciare il Bel Paese e atterrare, o meglio planare su un tappeto volante, in quelle atmosfere arabeggianti e fantastiche di Aladdin e compagnia cantante. Insomma, più che un castello, una sperimentazione di stili e architetture che da sola merita il viaggio. E dunque, pronti a partire?

Castello di Sammezzano in moto. L’itinerario

Mappa

Percorso

La SS67 funge come una sorta di tangenziale, limitando il centro storico di Firenze e passando per un tratto sul Lungarno, dopo il Ponte alle Grazie. La prendiamo fino a Varlungo per uscire dalla città, e deviamo su Via del Gignoro direzione nord fino al Parco del Mensola. Da qui SP55 in direzione di Fiesole e proseguiamo per Castel di Poggio, deviando poi sulla SP110 per Compiobbi. Continuiamo sulla SS67 per Pontassieve, poi SR69 fino al Castello di Sammezzano. Proseguiamo per Reggello (SP17) e infine SP87/SP8 per Balze del Valdarno.

Un capolavoro di eclettismo dove ogni scorcio è un trionfo di colori

Lasciata Firenze e raggiunta Reggello, in un contesto paesaggistico ben lontano da quello cittadino, si trova una gemma architettonica unica nel suo genere: il Castello di Sammezzano. Questo straordinario edificio risale al Medioevo, ma è noto soprattutto per le trasformazioni apportate nel XIX secolo dal marchese Ferdinando Panciatichi Ximenes d’Aragona, che lo trasformò in un capolavoro di stile moresco (in origine, infatti, era una fattoria seicentesca e, ancora prima, un edificio storico non ben delineato). Figlia di Ferdinando, Marianna Paulucchi Panciatichi lasciò anch’essa grandi testimonianze nel castello, che fu anche il centro focale dei suoi importanti studi di biologia teorica e naturalismo, in un’epoca dove le donne erano ancora bandite – ufficialmente e ufficiosamente – dalle università.

Il Castello di Sammezzano è una testimonianza vivida dell’eclettismo dell’epoca, con i suoi 365 ambienti ornati con elaborate decorazioni in stucco e vivaci colori. Gli interni, dal Salone dei Pavoni alla Sala dei Gigli, rappresentano una sintesi sorprendente di influenze orientali, medievali e rinascimentali, così come la facciata posteriore riccamente adornata e sormontata da una semicupola che incornicia un grande orologio. L’edificio è immerso in un vasto parco, anch’esso progettato dal marchese, dove è possibile ammirare una varietà di piante esotiche e locali, sentieri tortuosi e piccoli templi, rendendo la visita un’esperienza quasi fiabesca.

Informazioni utili per la visita al Castello di Sammezzano

Se stai pianificando di visitare il Castello di Sammezzano, ecco alcuni dettagli importanti:

  • Indirizzo: Via Giuseppe Garibaldi, 6, Leccio (FI)
  • Orario di apertura: la visita al Castello è possibile solo in determinati giorni dell’anno, generalmente collegati a eventi speciali (come ad esempio le Giornate FAI di primavera e autunno). Si consiglia di verificare in anticipo date e orari di accesso

Maggiori informazioni si trovano anche sul sito ufficiale, sammezzano.info, gestito dal Comitato Sammezzanno FPXA.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015




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