Bella da morire: al centro di un impervio canyon c'è la "città dei morti" che richiama turisti da tutta Italia

Bella da morire: al centro di un impervio canyon c’è la “città dei morti” che richiama turisti da tutta Italia

Stefano Maria Meconi  | 24 Giu 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Nei suoi 25.711 chilometri quadrati di territorio, che ne fanno l’isola più grande del Mediterraneo e la 7° d’Europa, la Sicilia nasconde un patrimonio culturale e una varietà di paesaggi, influenze, abitudini che non eguali nel resto del Vecchio Continente. Ancor più che il resto d’Italia, la Trinacria è stata terra di conquista per popoli lontani, dai Fenici ai Greci, dagli Arabi ai Normanni, che l’hanno punteggiata di luoghi impossibili da non visitare. Tra questi, uno risalente addirittura al XIII secolo a.C. è ancora oggi considerato tra i gioielli più preziosi della corona siciliana. La Necropoli di Pantalica, di epoca egeo-micenea, è un pezzo fondamentale della storia dell’isola. E ci arriveremo percorrendo un itinerario che è pura magia. Amuninni, picciotti!

1 Necropoli di Pantalica in moto. L’itinerario

1.1 Mappa

1.2 Percorso

Partiamo da Ragusa (città bassa), che lasciando percorrendo Via Archimede passando per la SP52. Giunti in località Annunziata, prendiamo la prima uscita a destra della rotatoria e ci immettiamo sulla SP10, direzione Chiaramonte Gulfi. Prima di arrivare nella località ragusana, deviamo sulla SP62, poi lasciamo anche questa prendendo la SS194 in direzione di Giarratana, dove arriviamo in 26 chilometri.

La seconda tappa intermedia, Palazzolo Acreide, la raggiungiamo in 15 chilometri passando per SP12/SP23/SP24 e seguendo semplicemente le indicazioni, lungo delle strade di campagna tanto suggestive quanto poco manutenute. Usciti da Palazzolo, seguiamo la SS124 fino al bivio con la SPN 54 “Sortino Fiumara Mandradonne”, una strada di campagna che arriva fino alla SP54 e, da qui, al comune di Sortino (25 km).

Infine, un breve tratto sulla SP29/SR11 ci porta in circa 6 chilometri al sito del Belvedere, da dove iniziare la visita al complesso della Necropoli di Pantalica.

2 Ecco perché quella siciliana è una delle necropoli più importanti d’Italia

Con oltre 3000 anni di storia sulle sue rocce, la necropoli di Pantalica non può che essere considerata un sito archeologico di riferimento nel panorama siciliano e italiano nel suo complesso. Dichiarata patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2005, a dimostrazione del suo valore storico, dato soprattutto dalla notevole presenza di tombe rupestri, scavate nella roccia calcarea con sapiente maestria, relative a un periodo che va dal XIII al VII secolo a.C.

Questo sito archeologico non è solo una semplice testimonianza sull’architettura funeraria siciliana pre-ellenica e greca, ma è una vera rappresentazione plastica della vita quotidiana delle popolazioni che ivi risiedettero e le loro credenze. Siamo abituati a pensare, soprattutto nel periodo etrusco e romano, a necropoli come ambienti separati dagli insediamenti abitati, secondo il principio della “Città dei Vivi” e della “Città dei Morti”. Pantalica, invece, non è costituita solo da tombe, ma anche dai resti di un antico insediamento greco e bizantino, tra cui l’Anaktoron, o palazzo del principe. Riscoperto verso la fine dell’Ottocento, il palazzo della Regina è un complesso megalitico grande circa 500 metri quadrati che fu fondato probabilmente dagli Egei intorno al XII secolo a.C.

Il complesso del luogo pieno di pietre, questo il significato di Pantalica, non è bello solo perché costituito da numerosi elementi (necropoli, acropoli, persino dei villaggi scavati nella roccia che ricorderebbero anche i sassi di Matera). Parte del suo fascino è dato dall’essere circondato da un contesto panoramico intatto, caratterizzato da suggestive gole e viste mozzafiato.

2.1 Una breve lista di cosa vedere nella Necropoli di Pantalica

  • 6 necropoli (sud-ovest o di Filiporto, nord-ovest, della Cavetta, Nord, Sud, di San Martino)
  • l’Acropoli con il già descritto Anaktoron (palazzo della Regina, o della Principessa)
  • villaggi di San Micidiario e San Nicolicchio
  • le grotte del Crocifisso, dei pipistrelli e della Stella
  • il fossato della Sella di Filoporto
  • il bosco di Giarranauti
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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