Nel cuore del Trentino-Alto Adige, è il Lago di Levico (con l’accento sulla e) una delle mete più sorprendenti della zona. Il perché di questa fama è da ricercarsi nella sua forma, che ricorda vagamente quella di un fiordo norvegese. E non è un caso se lo sentirete chiamare così, il fiordo del Trentino.
Proprio come le terre del Nord Europa, in questo angolo d’Italia è interessante approfondire il profondissimo legame tra territorio e popolazione, ma non solo. Sono molte le caratteristiche che fanno di questo luogo un unicum nel Trentino-Alto Adige e non solo.
Dalla vicinanza al Lago di Caldonazzo (del quale è spesso considerato un gemello) fino alle curve dolomitiche, andiamo a scoprirne di più su questa piacevole meta italiana.
82 chilometri possono bastare per coprire la distanza tra il Lago di Levico e Trento. A onor del vero ce ne vorrebbero soli 24, ma le strade dirette non sono il forte dei motociclisti. Una volta visitato il lago, infatti, deviamo sulla SP228 per raggiungere il borgo di Levico Terme. Una passeggiata piacevole, in un borgo panoramico tra i più belli della Valsugana. Da qui risaliamo lungo la Provinciale 11 verso Vetriolo Terme, l’altra località del comprensorio salutistico di zona. Ci attende un tratto di 13 chilometri con numerose curve e tornanti, che sale fino a 1500 metri di altitudine.
Sapevate che Vetriolo Terme è il centro termale più alto d’Europa? Supera infatti anche Bormio, in Valtellina, ed è il punto di partenza verso Panarotta, la zona chiamata anche Porta occidentale del Lagorai. Guardando verso fondovalle, dove troviamo il Lago di Levico e quello di Caldonazzo, proseguiamo in direzione di Pergine Valsugana. La Provinciale 12 ci accompagna per 13 chilometri, disegnando un profilo che pian piano ridiscende di quota. Qui merita una visita il Castel Pergine, un imponente castello rinascimentale (ma dalle architetture gotiche) sul quale aleggia il mistero della dama bianca. Secondo la leggenda sarebbe il fantasma di una donna, uccisa dal marito castelliere, che si aggira tra merlature e stanze.
Ci attende ora una piacevole deviazione di montagna, passando per Tolleri e Cialini. Seguiamo un itinerario semicircolare che tocca due laghi alpini, il Lago delle Piazze e il Lago di Serraia. Un leitmotiv che ci ricollega al Lago di Levico, punto di partenza del nostro itinerario. Da Cialini proseguiamo verso Baselga di Piné e da qui puntiamo dritti verso Trento. La strada si fa più agevole, soprattutto nell’ultimo tratto, quello della Statale 47 della Valsugana, che unisce Padova a Trento.
Relax, quiete, natura autentica. Sono tutte caratteristiche che associamo al Trentino, una terra dove le vacanze “green” sono la cifra caratteristica. E lo stesso vale per il Lago di Levico, questo piccolo specchio d’acqua che è lungo 2800 metri e largo 950. Nonostante possa sembrare come il lago “gemello” di Caldonazzo, dal quale dista poche centinaia di metri, ha avuto un’origine diversa.
Qui infatti, a causa di alcune alluvioni, due fiumiciattoli locali sono stati sbarrati dai depositi di rocce e materiali. Uno sbarramento che ha “allagato” questa vallata, profonda meno di 40 metri, dando vita a un lago che ha circa 13 miliardi di litri d’acqua. Il lago ha una forma allungata, più stretta verso nord (direzione Pergine Valsugana) e più larga a sud. Proprio questa sinuosità ricorda quella di un fiordo norvegese, circondato com’è da fittissimi boschi e alte montagne.
Insieme a Valle d’Aosta, Lombardia, Piemonte, e Umbria il Trentino-Alto Adige è una delle cinque regioni italiane che non si affaccia sul mare. Eppure, le spiagge non mancano: e sono spiagge prestigiose, proprio come quella del Lago di Levico (p.s. si pronuncia con la E chiusa). È dal 2013 infatti che questo lago del Trentino ottiene la Bandiera Blu, l’ambito riconoscimento europeo assegnato dalla FEE.
Perché premiare un lago invece di una spiaggia marittima? Beh, è presto detto: la qualità delle acque, cristalline e freschissime, si affianca ai tanti servizi offerti ai visitatori. Dalla ristorazione al noleggio delle bici, dal bellissimo pontile in legno fino ai parcheggi, c’è tutto per godersi un tuffo nel Trentino, indipendentemente dalla stagione.
Dopo esserci fatti un bagno nelle fresche acque del lago, perché non concederci un trattamento rilassante alle terme?
Sì, perché tra le tante sorprese della Valsugana c’è Levico Terme (uno dei finalisti dell’edizione di Borgo dei Borghi 2022), un gioiellino che dista soli 20 chilometri da Trento. Il paese, circondato dalle montagne del Lagorai, deve la sua fama di stazione termale alle fonti del Panarotta, dal quale sgorgano queste acque benefiche. Le terme furono costruite nel Settecento, quando alcuni medici austriaci diffusero la notizia delle qualità di queste acque, “amiche del benessere”. Quelle di Levico e Vetriolo sono considerate delle acque straordinarie, forse le uniche del loro genere in Italia e in Europa. Si tratta in realtà di due “tipologie”, l’Acqua Forte e l’Acqua Debole: la Forte è perfetta per curare infiammazioni, rilassare e migliorare l’umore. La Debole è adatta per inalazioni e trattamenti respiratori, ma anche per la riabilitazione motoria e per chi ha problemi di pelle.
Sono Alessio Gabrielli, ho 26 anni. Laureato magistrale presso l'Università La Sapienza di Roma in Media, comunicazione digitale e giornalismo. Mi occupo dal 2022 di creare contenuti web per il sito TrueRiders portando avanti la mia passione per le moto e lo sport
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