Vedendola così, Roma, sembrerebbe che tutto il mondo intorno a lei sia una pianeggiante distesa armonica di monumenti, chiese e palazzi, inframmezzati da giardini e basse colline. Eppure, usciti dalla cerchia del Raccordo Anulare, c’è una pletora di meraviglie naturali che si apre davanti agli occhi. Un po’ come i Monti Ruffi, una breve catena montuosa che “anticipa” gli Appennini e che corrisponde, grosso modo, allo spazio che va da Tivoli a Fiuggi, tra Roma Est e Roma Sud. Un territorio poco conosciuto, di piccoli borghi, ciascuno con una caratteristica particolare, perfetti da raggiungere in modo grazie a strade non eccessivamente impegnative ma di grande pregio paesaggistico. E tra loro c’è Rocca Canterano, un luogo dove la fisica, la prospettiva, ogni regola di buon senso sembra voler sfidare il sentire comune, e offrire un paesaggio tanto insolito quanto grandioso. Partiamo?
Quello dei Monti Ruffi è un percorso tra due autostrade, la A1 e la A24. Ecco perché sarà piuttosto facile arrivare in zona, ma anche concedersi una full immersion di strade di montagna, immerse nel verde. Partiamo da Piglio, bellissima località del Frusinate celebre per l’ottimo vino, e subito prendiamo la SR155/SP54 in direzione Serrone, dove arriviamo dopo appena 6 chilometri. Visita al borgo, e si prosegue per Bellegra, entrando in provincia di Roma. Da seguire la SP198 per 2 km verso San Quirico, poi la SP110a (possibile una deviazione alle Grotte dell’Arco). Il tratto più “impervio”, e allo stesso tempo magnifico, sono i 20 km per Rocca Canterano, passando per Rocca Santo Stefano (SP63a, SP27c, SP48a). Altro giro, altro borgo e il percorso si fa via via più facile seguendo la SP411 (22 km) in direzione di Anticoli Corrado.
Uno scorcio “interno” dei vicoli di Rocca Canterano
Vista dal basso verso l’alto, quando ancora non si è giunti in questo centro storico, Rocca Canterano appare insolita. Non è il classico borgo aggrappato alla roccia, perché da questo case e chiese sembrano quasi volersi discostare. Ce ne accorgiamo, in particolare, nella parte alta, che sfida le geometrie consuete dell’italianità architettonica incurvandosi, protendendo verso l’esterno. Uno spettacolo originale, che si tramuta – percorrendola a piedi – in una serie di armonici saliscendi, inframmezzati da tanto verde, edicole votive, spazi di un silenzio che profuma di passato.
Nonostante oggi conti meno di 200 abitanti, questa Rocca – a circa 750 metri d’altitudine – è un luogo piacevole da scoprire, ben tenuto, nel quale visitare la splendida chiesa di Santa Maria Assunta, recentemente restaurata, e il profilo del Palazzo Moretti (1756-9). Il tutto, dopo essersi soffermati a godere il paesaggio di Piazza degli Eroi, da dove parte l’annuale Festa del Cornuto.
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Un borgo dal… Piglio decisamente interessante! Tra Fiuggi e gli Altopiani di Arcinazzo, questo bel centro storico dove si gusta un’ottima cucina locale – un po’ romana, un po’ ciociara – è dominato dai resti dell’antica Rocca fortificata, mentre il borgo ha una originale forma “a fuso”, testimonianza di un progressivo ampliamento intorno al perimetro del Castello. Imperdibile, ovviamente, un assaggio del Cesanese del Piglio, vino rosso di grande pregio.
I magnifici panorami di Bellegra
A più di 800 metri d’altitudine, la piacevole località di Bellegra è circondata ai quattro lati dalle montagne: non solo i Monti Ruffi protagonisti di questo itinerari, ma anche i Prenestini e i Lucretili, oltre alla presenza del ben noto fiume Sacco. Il borgo fu benedetto, nel 1223, dalla visita di San Francesco d’Assisi, il cui Convento è ancora oggi visitabile. Le vicine Grotte dell’Arco sono un prestigioso sito naturale, unico nel suo genere nella Campagna romana, ampie ben 34 ettari e con una lunghezza prossima al chilometro.
Uno scorcio di Anticoli Corrado
Ricco di chiese e di elementi antichi, Anticoli Corrado è anche un borgo moderno. Sì, perché ospita il Civico museo di arte moderna, una importante – e quantomai curiosa vista la collocazione – collezione di opere di rinomati artisti internazionali, dall’austriaco Kokoschka fino a Giulio Aristide Sartorio, il cui Fregio domina l’aula della Camera dei Deputati a Palazzo Montecitorio.
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