Lo spopolamento è un fenomeno che, ormai da tempo immemore, coinvolge i piccoli comuni in Italia e nel resto d’Europa. Sono sempre più le persone che cercano comodità, comfort, spedizioni in 24 ore e delivery sempre disponibile. Certo, non il paesaggio di servizi che si può trovare nei borghi. E così, mano a mano, le città si riempiono e le piccole realtà rurali si svuotano, lasciando spazio a vicoli ben tenuti, ma privi di vita. Poi, però, c’è chi pensa a progetti alternativi per far tornare le persone: comunità energetiche, case a 1 euro, e babaci. Beh, in quest’ultimo caso ci ha pensato un borgo solo, Maranzana. Ma siamo sicuri che una volta visto il panorama sul Monferrato che questo paesino regala, vorrete esserci anche voi.
Lasciamo il centro di Nizza Monferrato prendendo Via Cirio, poi SP456 “del Turchino” per 5 km, fino al bivio ocn la SP45/SP60. Prendiamo quest’ultima e continuiamo per 6 km oltrepassando Stazione Mombaruzzo, per poi prendere SP45 e arrivare a Maranzana (14 km). Ripartiamo verso Ricaldone sulla SP236, poi SP235/SP30 per Cassine e SP196 per Castelnuovo Bormida (11,4 km). Da qui SP196/SP195 per Rivalta Bormida (4,4 km). Infine, SP30 per Acqui Terme (9 km).
C’era una volta Maranzana, borgo rurale del Monferrato, una delle terre più importanti in Piemonte per la produzione enologica e che, insieme a Langhe e Roero, fa parte dei patrimoni dell’Umanità UNESCO in Italia. Se fino agli anni ’10 del Novecento qui c’erano 1244 abitanti, oggi la popolazione si è assestata intorno ai 200 abitanti. Pochi abitanti, ma tanti bellissimi spazi, tra cui quello del Castello, oltre che delle stradine maranzanesi, oggi popolate soprattutto dai babaci.
Babaciu al singolare, queste bambole di pezza sono tipiche della tradizione piemontese, ma a differenza di quanto il nome lasci immaginare, si tratta di fantocci a dimensione umana, realizzati con materiali di recupero e abbigliati con costumi tradizionali o vestiti tipici della professione che ricoprono come alter ego umano. E così, passeggiando per Maranzana, si incontrerà il babaciu carabiniere, quello suonatore di organetto, la maestra e i bambini usciti da scuola, tutti ben tenuti ed esposti negli spazi pubblici soprattutto durante i mesi estivi, quando la probabilità di pioggia è più scarsa.
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Un vero e proprio paese dei balocchi, in cui i babaci hanno permesso di rispondere, ironicamente, a chi lamentava che Maranzana fosse un paese fantasma, come molti se ne trovano non solo in Piemonte, ma lungo tutto il Bel Paese. Del resto, sono proprio loro a ripopolare i tavolini del bar, a sedersi in gruppo sulle panchine, a scambiarsi quattro chiacchiere davanti alle botteghe del paese. Perché non si dica che qui manca la fantasia!
E proprio a lei, così come alle tradizioni del luogo, si ispirano i babaci numerati (ogni bambola ha un numero): il n° 29 è il marinaio, per ricordare l’emigrazione da Maranzana di tanti che scelsero di prendere la strada del mare. E tra questi, Giacomo Bove, ufficiale nella Marina del Regno d’Italia e tra i primi esploratori dell’Artico, ma anche verso la Terra del Fuoco e il Congo.
Dominata dall’alto da un castello del XIV secolo, che ha mantenuto quasi inalterata la struttura originale, Maranzana si trova in una splendida posizione panoramica e naturalistica, grazie alla presenza dell’imponente Bosco delle Sorti. Passeggiando per le stradine del borgo, oltre ovviamente ai babaci, si può ammirare anche la casa natale di Giacomo Bove, per conoscere un pezzo importante di storia italiana che è passato per quest’angolo del Piemonte.
Il percorso parte da Nizza Monferrato, patrimonio UNESCO con i paesaggi vitivinicoli che danno vita al Barbera, ma celebre anche per le splendide chiese dalle facciate in pietra tipiche del periodo settecentesco. Si arriva, infine, ad Acqui Terme che come il nome suggerisce è una importante stazione termale; lo testimonia La Bollente, una fonte di acqua a 74,5 °C che si trova proprio in centro città, sormontata da un monumento in marmo di fine Ottocento.
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