Da 500 anni è la piccola Gerusalemme d'Italia, e in questo borgo potrete scoprire le più belle tradizioni ebraiche

Da 500 anni è la piccola Gerusalemme d’Italia, e in questo borgo potrete scoprire le più belle tradizioni ebraiche

Stefano Maria Meconi  | 06 Giu 2024  | Tempo di lettura: 4 minuti
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Ci sono piccoli gesti destinati a diventare grandi, e a cambiare per sempre la storia di un popolo. Per quello Ebraico che viveva sull’attuale territorio italiano, questi gesti hanno nomi altisonanti, in latino: Caeca et obdurata (25 febbraio 1593) e Hebraerorum gens (26 febbraio 1569). Si tratta di due encicliche, emanate rispettivamente da Papa Clemente VIII e Papa Pio V, entrambe con l’obiettivo di espellere gli Ebrei dallo Stato Pontificio. Dopo la ghettizzazione, una nuova – anzi doppia – decisione antiebraica che ebbe come effetto quello di una migrazione tutta interna alla Penisola. Molti di questi trovarono rifugio in Toscana, e scelsero come casa un borgo destinato a divenire la piccola Gerusalemme d’Italia. Benvenuti a Pitigliano, un angolo di ebraismo nel cuore della Toscana.

1 Pitigliano in moto. L’itinerario

1.1 Mappa

1.2 Percorso

2 Pitigliano, il luogo della pacifica convivenza tra ebrei e cristiani


Uno dei vicoli della Pitigliano storica

Con le “cacciate” papaline del 1569, gli Ebrei che trovarono rifugio a Pitigliano contribuirono a trasformare questo borgo in un luogo di dialogo, incontro e pacifica convivenza tra culture e religioni apparentemente in conflitto. Una lezione, vecchia di quasi 500 anni, che forse sarebbe utile anche al giorno d’oggi. Al 1598 risale la Sinagoga. Situata nel fulcro del quartiere ebraico in Via Zuccarelli, ancora oggi è ben conservata, fulcro della comunità ebraica del borgo e ancora oggi visitabile come parte integrante del Museo Ebraico di Pitigliano.

Il complesso degli edifici ebraici in città si compone inoltre del Ghetto (o quartiere ebraico, visto che qui non esistevano delle vere e proprie restrizioni), del cimitero ebraico, il Forno delle azzime, la cantina e la Macelleria kosher. Per ciascuno, vale la pena soffermarsi e conoscere qualcosa in più:

  • Il ghetto di Pitigliano è il quartiere dove gli Ebrei vennero ospitati dopo l’espulsione dallo Stato Pontificio. Fu costruito per ospitare i luoghi più importanti della comunità ebraica, sia dal punto di vista sociale che delle necessità quotidiane.
  • Il cimitero ebraico, costruito per ospitare le sepolture degli Ebrei, dato che per molti secoli la Chiesa non ha permesso la realizzazione di cimiteri misti, e che si trova lungo la strada tra Manciano e Pitigliano.
  • Il forno delle azzime, un bellissimo forno a tumulo attivo fino al 1939 e composto da due stanze, impiegato solo una volta all’anno in occasione della Pasqua ebraica (Pesach) per cuocere il pane azzimo, che si prepara senza lievito o altri ingredienti.
  • La cantina Kosher, poiché il vino consumato dagli Ebrei doveva avere caratteristiche particolari, che oggi ritroviamo nel Rosso (Sangiovese) e nel Bianco (Trebbiano Toscano e Malvasia), ancora prodotti alla vecchia maniera ebraica.
  • La macelleria Kosher, dove venivano macellate le carni consentite dalla religione ebraica (mucca, vitello, agnello e capra).


Scorcio della Fontana delle Sette Cannelle di Pitigliano

Ma Pitigliano non è solo elementi della tradizione ebraica. In questo magnifico borgo toscano c’è spazio anche per la Fontana delle Sette Cannelle, costruita nel 1545 per volontà della Famiglia Orsini, oltre che per la Necropoli, che ovviamente risale all’epoca Etrusca. Passeggiando nel paese si può visitare anche la Cattedrale dei Santi Pietro e Paolo, ammirare il Palazzo Orsini (già Aldobrandeschi) e scorgere i panorami sulla valle circostante, ricca di siti termali, collezioni archeologici e tantissimo altro ancora.

2.1 Le Vie Cave


Le Vie Cave di Pitigliano, un complesso scavato nella roccia di epoca etrusca

Un percorso scavato tra le rocce, a tratti strettissimo, impervio, difficile e bellissimo. Le Vie Cave di Pitigliano sono state ricavate nel tufo, come una sorta di canyon artificiale, che gli Etruschi realizzarono per funzioni che gli storici contemporanei non hanno ancora chiarito del tutto, forse come sistema difensivo o anche per ospitare le sepolture, se non addirittura per canalizzare le acque. 40mila tonnellate di roccia scavate e portate via, per lasciare spazio a un ambiente che ha pochi esempi simili in Italia. Tra questi, quello forse più immediatamente simile sono le Grotte Cave di Rocca di Papa, nei Castelli Romani, le cui grotte venivano utilizzate come rifugio bellico.

Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015




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