Ricordate il film Basilicata coast to coast di Rocco Papaleo? Un buon successo al botteghino, ma anche l’inizio di una stagione nuova per questa regione che, fatta eccezione per Matera (Capitale europea della cultura 2019), è sempre rimasta ai margini dei grandi flussi turistici in Italia. Eppure, in Lucania c’è un po’ di tutto: laghi, montagne, grandi vigneti – qui si produce l’Aglianico del Vulture, vino di straordinaria fattura – ma anche città fantasma e calanchi. Sì, proprio loro, queste formazioni rocciose che ricordano un po’ il sud della Francia, un po’ la Corsica e anche la Cappadocia dei camini delle fate. Insomma, un viaggio tra Europa ed Asia, senza muoversi dall’Italia, ma nell‘Italia. Pronti?
Lasciata Pisticci, prendiamo la Strada Provinciale Pozzitello – S. Basili in direzione di Tinchi, poi SP154 fino a Montalbano Jonico, dove giungiamo in 27 km. Da qui, usciamo dal centro storico in direzione sud, ed entriamo sulla SS598 “di Fondo Valle d’Agri” per Caprarico Vallo, proseguiamo poi per Alianello Nuovo (dove c’è il Belvedere dei Calanchi) e infine Strada Provinciale Aliano – Alianello per Aliano.
È una domanda a cui il geologo Pierfrancesco Burrato, esperto dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, ha dedicato un ampio approfondimento sul sito dell’INGV. Riassumendo, e tentando (umilmente) di semplificare il concerto, quando l’acqua scorre su rocce a base di argilla crea dei solchi, ovvero un fenomeno erosivo geomorfologico, tipico dei fianchi delle montagne. I calanchi si riconoscono dalla forma lineare, con delle piccole valli che scendono verso il basso, disegnando dei paesaggi aspri ma allo stesso tempo bellissimi. In Italia li si trova soprattutto in Emilia-Romagna (Calanchi dell’Abbadessa), Toscana (Val d’Orcia e Crete Senesi), in Abruzzo (Atri), in Calabria (Vrica) e in Sicilia (Monte San Nicola e Caltagirone).
Quelli che fanno parte di questo itinerario lucano si trovano prevalentemente nel complesso tutelato della Riserva Regionale dei Calanchi di Montalbano Jonico e, in misura minore, tra Aliano e Pisticci. Il centro storico di Montalbano Jonico sorge sulla parte sommitale di un complesso di calanchi, anche detto Petrolla. Si tratta di una zona particolarmente bella nel suo aspetto selvaggio, dentro la quale ammirare la lammia, una sorta di abitazione-fortezza che si dice venisse utilizzata dai briganti come covo.
Uno scorcio del centro storico di Pisticci
Un po’ pueblo blanco dell’Andalusia, un po’ città dalle influenze bizantine, Pisticci si protende dalla collina al mare, disegnando una lingua di terre e case candide sulla quale svetta la romanica chiesa dei Santi Pietro e Paolo, con la sua magnifica cupola dal tamburo finestrato e la copertura maiolicata. Ma sapevate che c’è un po’ di Pisticci in ogni casa italiana? Sì, perché il tradizionale abito femminile delle donne di Pisticci compare sulle bottiglie dell’Amaro Lucano, un liquore che proprio qui è prodotto sin dal lontano 1894.
Se abbiamo parlato di cinema, non possiamo non farlo di letteratura. Aliano, l’altra estremità di questo percorso tra i calanchi della Basilicata, è costruito anch’esso su una valle argillosa modellata dal tempo, e immortalata tra le pagine di Cristo si è fermato a Eboli, di Carlo Levi (1945). Sembra quasi di essere in un villaggio messicano, con la facciata bianca della chiesa di San Luigi Gonzaga, mentre il campanile squadrato e merlato ci riporta subito ai fasti architettonici più europei. Bianca è anche la casa in cui Levi, autore inviso al fascismo, fu inviato al confino tra il 1935 e il 1936.
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