Cosa vi viene in mente quando sentite la parola Serenissima? Difficile, se non addirittura impossibile, è non pensare a Venezia. La sua repubblica, una realtà che per mille anni ha segnato i destini di buona parte del Nord-Est, ma anche del Mediterraneo, oggi rivive nel pellegrinaggio laico costante di migliaia, milioni di turisti. Eppure, non è solo nella città abbracciata dalla Laguna che si vive la sua leggenda. Ogni casa che si rispetti, infatti, ha un giardino. E il Giardino della Serenissima risponde al nome di Sacile, cittadina del Friuli-Venezia Giulia alla quale, nonostante canali e isole, risparmiamo l’appellativo di piccola Venezia. Perché ha molto da scoprire oltre una definizione trita e ritrita. Insomma, partiamo?
Roma fu costruita su sette colli, Sacile su due isole. In realtà il suo territorio è oggi più ampio, ma il nucleo storico di questa città-borgo risiede in due piccole isolette create dalla biforcazione del fiume Livenza, che dà così vita alla città più antica, tradizionale e monumentale. Nell’isola “a nord” troviamo la centralissima Piazza del Popolo, salotto buono circondato nella molteplicità irregolare dei suoi lati da palazzi raffinati in stile veneto, con balconate in marmo, portici e colori pastello. Attraversando il Ponte della Pietà arriviamo invece al Duomo di San Nicolò, nell’isola sud, con uno skyline dominato dall’imponente torrione della chiesa arcipretale. Tutt’intorno a noi, si respira un’atmosfera di placida serenità, di ritmo lento della provincia, con il verde della natura che si scorge ad ogni angolo. Il tutto, senza rinunciare all’artigianato tipico, che è fatto di prodotti di eccellenza, come i pianoforti Fazioli o il ferro battuto.
Nonostante Sacile si trovi in Friuli-Venezia Giulia, il suo Duomo, consacrato a San Nicolò, appartiene a una diocesi veneta, ovvero quella di Vittorio Veneto. Dall’elegante stile rinascimentale, è un edificio che merita una visita per scoprire il ciclo di affreschi che caratterizza tutta la zona dell’abside, il cui catino, così come la parte introduttiva, è caratterizzata da temi di religiosità classica che tuttavia risalgono al 1946, su lavoro di Pino Casarini. Allo stesso tempo, nella chiesa vi si conserva una tela del Palma il Giovane, ma lo stesso esterno è di interesse, richiamando la facciata le forme tipiche del Codussi (autore della chiesa di San Zaccaria a Venezia).
Il fiume Meschio che attraversa il centro di Serravalle, Vittorio Veneto.
In questo itinerario di appena 40 chilometri i luoghi da scoprire non mancano di certo. A partire da Vittorio Veneto, la città che deve il suo nome al Re Vittorio Emanuele III e che segnò una delle più importanti pagine per l’Italia nel corso della Prima guerra mondiale. Divisa in due realtà, Ceneda e Serravalle, una più monumentale e l’altra dall’afflato naturale, è una splendida località dove si respira la classifica atmosfera dell’entroterra veneto. Bellissima la salita al Santuario di Sant’Augusta, un’escursione di circa un’ora che si completa con la vicina Turris Nigra.
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Ancora in territorio friulano, il Castello di Caneva è uno splendido edificio medievale, terza iterazione della fortificazione paleo-veneta prima, e romana poi, costruita su questo luogo. Abitato dalle truppe militari per secoli, divenne veneziano a inizio Quattrocento e fu abbandonato due secoli dopo. Tant’è che oggi ne rimangono poche tracce, che si confondono con il millenario complesso della chiesa di Santa Lucia.
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