La punta occidentale della Svizzera (quella francese, dove c’è il Lago di Ginevra) è ricca di vigneti che producono vino di ottima qualità. Ma il vino svizzero è poco conosciuto all’estero, perché di tutta la produzione – ben 99 milioni di bottiglie all’anno! – viene esportato solo l’1% (fonte MySwitzerland). Dunque c’è solo un modo per andare a conoscere le specialità enologiche elvetiche ed è, semplicemente, andare sul luogo. Oggi partiamo per una delle località più attive nella produzione vinicola, che è Dardagny, paese che anche grazie al suo castello si è guadagnato l’ingresso nel circuito dei Borghi Più Belli della Svizzera. Allons-y!
Dardagny è una località che si può raggiungere agevolmente in un’ora da chi è in vacanza in Francia al Lago di Annecy (in Alta Savoia) o al Lago di Bourget (in Savoia). Dall’Italia, invece, il tragitto è di due ore abbondanti a partire da Aosta. È necessario in questo caso prendere l’autostrada per Courmayeur e attraversare il Traforo del Monte Bianco raggiungendo Chamonix. Prendi la N205 fino a Passy e poi la A40 in direzione Ginevra. Continua senza deviazioni fino all’uscita 13, che è quella da imboccare per entrare in Svizzera da Perly sull’autostrada 1. L’uscita da imboccare è la n. 3 di Bernex, per poi andare a Aire-la-Ville e infine a Dardagny. Mi raccomando ricorda che per viaggiare sulle autostrade svizzere è necessario dotarsi della vignette (che costa 40 franchi svizzeri all’anno, equivalenti a circa 41 euro).
Ci troviamo sull’estremità occidentale della Svizzera, nel Canton Ginevra, nella valle dell’Allondon. Dardagny, situata su un promontorio a 434 m s.l.m., si trova sul confine con la Francia. Dall’altra parte del confine c’è Thoiry, la località che ha avuto una certa popolarità per la canzone di Quentin40 e Achille Lauro.
Il Castello di Dardagny nel Canton Ginevra
L’edificio principale di Dardagny è senz’altro il Castello. Costruito nel 1228 e ampliato successivamente, trae origine dall’unione di due case fortificate, intorno alle quali si è sviluppato il nucleo abitato – più denso a nord, più sparso a sud dove dominano i campi coltivati e i vigneti. Il Castello oggi è sede del municipio e della scuola. Tra gli altri edifici storici sono da annoverare la Maison Leleux del XVIII secolo, villa nobiliare dichiarata patrimonio architettonico, e la cappella di Malval risalente al sedicesimo secolo, che si trova nella zona dei vigneti.
Per gli amanti delle passeggiate nella natura, c’è il Centre Nature Vallon de l’Allondon (Route de l’Allondon 150), che propone percorsi naturalistici lungo il fiume dell’Allondon. Chiude in inverno e riapre in primavera, all’inizio di Aprile. Il luogo dispone anche di un ristorante.
A Dardagny si trovano diversi Domaines, ovvero poderi, in cui si può degustare il vino prodotto in loco. Tra i tanti, ricordiamo: Domaine de la Planta (Chemin de la Côte 11), Domaine Les Faunes (Route du Mandement 540), Domaine des Esserts (Chemin de Chafalet 17), Stéphane Gros (Chemin de Bertholier 10), Domaine Hutins (Chemin de Brive 8), Domaine Dugerdil (Route du Mandement 452). Le varietà autoctone variano dalle più tipiche come la Chasselas (bianco) fino al Pinot Nero (rosso) che è tra i più diffusi nel Paese. Eravamo abituati al dualismo Francia/Italia che nel vino sono sempre state “rivali”, ma come vedi c’è un terzo concorrente, la Confederazione Elvetica!
Vista dall’alto del Castello di Dardagny
Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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