In Trentino si possono ancora trovare borghi che conservano ancora l’aspetto di un tempo, e che non sembrano essere stati ancora toccati dal turismo di massa. Uno di questi è Mezzano, paese di legno e di pietra, circondato dai prati e dagli alpeggi ai piedi delle Dolomiti, percorso dagli odori delle stufe e di qualche stalla ancora in funzione, e d’estate ravvivato da concerti e musica dal vivo. È una località generosa anche a tavola, soprattutto nei formaggi: il più conosciuto è la tosèla di Primiero, formaggio fresco da gustare con polenta e luganega trentina. A pieno titolo rientra nel circuito dei Borghi Più Belli d’Italia, e quindi non può essere che una destinazione perfetta per il nostro prossimo viaggio in moto!
Partenza dal capoluogo Trento, cui si può arrivare attraverso l’autostrada A22 del Brennero. Imbocca la statale SS47 della Valsugana, verso Levico Terme, Olle, Grigno. Oltrepassato Primolano esci per prendere la SP50bis verso Giaroni, e poi svolta a sinistra sulla statale SS50 del Grappa e del Passo Rolle che porta fino a Mezzano. A piacere, puoi proseguire verso Primiero cuore dell’omonima valle, e verso il Passo Rolle che è uno dei percorsi “classici” di questo territorio.
Mezzano, tra case in pietra e cataste di legna.
Posta a 640 metri di altitudine, Mezzano si trova nella valle del Primiero tra Imer e Fiera di Primiero, nell’estremità orientale della provincia autonoma di Trento in Trentino Alto Adige. Alzando lo sguardo, si vedono le vette delle Pale di San Martino, ovvero il gruppo montuoso più esteso delle Dolomiti.
Passeggiando nei vicoli di Mezzano (le canìsele) viene spesso voglia di sedersi. Perché? Perché nel paese ci sono alcuni punti in cui è posizionata una sedia rossa, con appoggiata una campanella. Il consiglio è di sederti e suonare la campanella: presto arriverà un abitante di Mezzano a raccontare storie del borgo, curiosità sul territorio, consigli su quali attrazioni visitare. Quale modo migliore per scoprire un luogo nella sua vera essenza?
Oltre alle sedie rosse, ad aggiungere fascino ai vicoli acciottolati ci sono le tipiche cataste di legna che prendono vita come installazioni di arte contemporanea. Si tratta delle Cataste & Canzèi, ovvero una mostra permanente diffusa che riprende l’antica usanza di accatastare la legna sotto casa, affinché si secchi per diventare materiale da ardere durante l’inverno. Da qui gli artisti locali hanno avuto l’idea di realizzare di opere d’arte, e ogni anno si aggiunge una nuova catasta in uno degli angoli più belli del paese.
La passeggiata nel centro di Mezzano prosegue tra fontane, lavatoi e vecchi fienili. Una particolarità sono i tre stòli, ristrutturati e visitabili, ovvero antiche gallerie sotterranee costruite per permettere all’acqua di sorgente di raggiungere il paese. Si incontra inoltre la lisiera, il lavatoio dove le donne si recavano a fare il bucato, che ora è uno spazio pubblico aperto ai visitatori. Infine, non mancano i tabià, ovvero i fienili, che in molti casi sono trasformati in spazi espositivi o musei etnografici che raccontano la vita tradizionale del passato, l’arte, l’artigianato, il lavoro. Ci sono el Tabià del Checo, el Tabià de la Marì, el Tabià de la Gema: quest’ultimo comprende una stalla in cui è allestita una mostra di presepi realizzati da Mario Corona. E come sappiamo, il Trentino Alto Adige è imbattibile nell’emozionarci durante il periodo natalizio!
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Scrivo di viaggi e musica - che a volte sono la stessa cosa.
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