In questi giorni di tempo incerto, abbiamo deciso di scendere nella punta estrema del tacco dell’italico stivale e più precisamente a Specchia, particolare cittadina della provincia di Lecce o, per meglio dire, del Salento, la terra del cielo, del mare e del vento. Le sue origini risalgono al tempo dei Normanni, in quell’epoca in cui addirittura i Vichinghi arrivarono a voler dominare queste terre, tanto ne era riconosciuta la loro bellezza e la loro importanza strategica. Oggi, Specchia ha un ruolo più dietro le quinte, complice la sua lontananza dal mare che, tuttavia, attira gli indecisi, quelli che non sanno se buttarsi sulla costa ionica o quella adriatica; sì perché dovete sapere che Specchia è quasi a metà strada fra l’una e l’altra. E secondo voi, conoscendo bene come siamo fatti noi di TrueRiders, potevamo forse dall’esimerci di proporvi un bel tour a cavallo dei due mari?
Facciamo così: oggi si parte presto, quando il sole si è sollevato da un’oretta circa, si fa un bel giretto di un centinaio di chilometri (o poco più) per le strade salentine e poi dedichiamo il resto della giornata a Specchia…ci state? E allora via, in sella, andiamo verso ovest; la SP 364 sarà la nostra prima compagna di viaggio ma la saluteremo dopo pochi chilometri per sfruttare la SS 274 Salentina Meridionale che già dal nome fa capire che siamo proprio a sud. La statale ci condurrà sino alla famigerata Gallipoli, meta turistica balneare d’eccellenza; oggi, tuttavia, non è il suo giorno e quindi le concederemo, al massimo, una breve sosta, giusto per sentire il profumo del mar Ionio.
Da qui sarà la SP 361 a permetterci di buttarci a capofitto verso levante, con il viso verso il sole, godendoci il tepore dei raggi solari invernali. Maglie sarà lo snodo viario dove troveremo la SP 363, fedele compagna che ci condurrà sino Santa Cesarea Terme, il nostro affaccio privilegiato sull’Adriatico. Un altro tuffo nel profumo di salsedine e poi via, attraverso un breve tratto di costa per poi sfruttare un susseguirsi di strade provinciali che, in pochi chilometri, ci permetterà di tornare al punto di partenza. Specchia, infatti, ci attende impaziente per mostrarci tutte le sue bellezze.
Il candore delle abitazioni è abbagliante
Sino al 1873 la denominazione del paese era Specchia De’ Preti, che traeva origine dall’antico nome latino di Specula presbitorum. Se Specula (poi tradotto in Specchia) si riferiva a una località sollevata artificialmente (le specchie), il riferimento ecclesiastico era invece dovuto a una nutrita presenza di proprietà afferenti al clero regolare e secolare. Altro dato certo è che fino agli inizi del XIX secolo il paese fu territorio sottoposto al dominio di diverse famiglie nobili che si susseguirono nel tempo, incastrato, come il resto dell’Europa, in quello che era definito sistema feudale. E il suo centro storico non smette mai di raccontarci qualcosa di meraviglioso e antico.
Deliziose tinte pastello creano dei gradevoli contrasti
Le sue case, a tratti candide, a tratti caratterizzate da pregevoli tinte pastello, sono una testimonianza unica di come la vita, un tempo, scorreva serenamente, scandita dal solo rintocco delle campane. Ben sette sono, infatti, le chiese disseminate per il paese e ognuna di essere merita di essere visitata.
L’antico Castello Risolo è uno dei protagonisti del centro storico
Dopo aver dedicato qualche ora alle bellezze architettoniche di Specchia, Castello Risolo in testa, concedetevi un momento di ristoro con l’ottima cucina locale; qualora amaste di più il dolce non potrete non assaggiare il pasticciotto oppure, qualora preferiste il salato, soffermatevi sulle pittole, palline di pasta fritta che rappresentano il tipico street food specchiese e salentino. Tuttavia, non lasciatevi ingannare perché le pittole esistono sia in variante salata che dolce e sono quindi perfette per mettere tutti d’accordo.
Credit foto:
Specchia – Wikipedia
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Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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