Per festeggiare San Valentino, la festa di tutti gli innamorati compresi quelli che lo sono per la propria moto, vi porto a scoprire Bitti, paese immerso nel cuore della Sardegna anzi, più precisamente, della Barbagia, la terra selvaggia per eccellenza che neanche i potenti eserciti romani riuscirono a domare. Immersa nel verde e fra i monti (rassegnatevi perché oggi il mare non lo vedrete neanche in cartolina), Bitti rappresenta uno degli esempi più significativi della vita nel cuore dell’Isola: ospitale (ma solo per chi si comporta bene e porta rispetto), genuino e tradizionalista, sarà pronto ad accogliervi e farvi respirare un’aria diversa che, con ogni probabilità, non avete mai neanche immaginato. E se sarete fortunati potrete anche assistere a una estemporanea esibizione dei famigerati Tenores locali, perché qui non, per nostra fortuna, non abbiamo bisogno di attendere Sanremo per godere del loro canto soave.
Non perdiamo le buone abitudini e manteniamo lo schema dell’anello, decisamente più versatile e adattabile alle diverse esigenze. Oggi il chilometraggio non è esasperato considerato che andremo poco oltre i 100. Partenza da Bitti; prenderemo verso sud, sfruttando la SS 389 di Buddusò e del Correboi; la statale, una delle principali arterie del centro Sardegna, ci condurrà a Orune per poi portarci oltre, iniziando a piegare verso ovest. Adesso, prestate la massima attenzione, perché se date retta alla 389 quella vi porta in Ogliastra e addio giro corto; al bivio di Benetutti tenente la destra e proseguita sulla SP 41 che, fra una curva e l’altra, vi permetterà di arrivare a Bono.
Qui ci sta anche bene una breve sosta; dopo di che, seguiremo le indicazioni per Buddusò e, una volta giunti qui, riprenderemo la 389 che ci riporterà, dopo una serie di destra e sinistra quasi senza fiato, alla nostra meta: Bitti.
Bitti by night è decisamente incantevole
Nonostante le prime attestazioni documentali facciano risalire Bitti (o meglio, Bitthe) al XII secolo, le numerose evidenze archeologiche ci dicono che l’uomo si è insediato in questa zona già in epoca preistorica e il complesso nuragico di Romanzesu ne è un esempio cristallino. Tuttavia, la struttura dell’odierno centro storico la dobbiamo al periodo medievale durante il quale Bitti era capoluogo della curatoria della Barbagia di Bitti. Passeggiando per le vie del centro vi accorgerete, infatti, dell’importante quantità di costruzioni antiche, tutt’oggi utilizzate dagli abitanti.
Il complesso nuragico di Romanzesu racconta una storia antichissima
Lasciatevi stregare dalla cucina locale, ricca di prelibati piatti cucinati con i migliori prodotti locali. Se i ravioli di ricotta e formaggio (sos gurugliones) vi accenderanno la curiosità, le genuine carni (rigorosamente a km 0) di pecora, capra e maialetto, cucinate sapientemente alla brace o, in alternativa, in umido, cattureranno la vostra completa attenzione, regalandovi una esperienza culinaria difficilmente ripetibile. Ah, giusto: non dimenticate di innaffiare il tutto con un ottimo vino cannonau e spizzicare un po’ di pane guttiau (la versione condita del carasau), l’antico pane un tempo destinato ai pastori, così da avere un prodotto sempre fresco e poco ingombrante.
Abbandonatevi ai piaceri della gastronomia locale
Qualora aveste posto nella moto, vi consiglio vivamente di portarvi una piccola scorta di queste prelibatezze a casa, perché, diversamente, sono certo che la nostalgia sarà quasi ingestibile.
Credit foto:
Complesso nuragico di Romanzesu – Wikipedia
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Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.
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