Immerso nel verde di uno dei tanti parchi che proteggono il rigoglioso entroterra campano, c’è un piccolo borgo che invita a scoprire la montagna, posizionato com’è a poco più di 600 metri d’altitudine. Un luogo di calma serafica, circondati dai tanti alberi di castagno che, soprattutto in autunno, disegnano un paesaggio dai colori cangianti e dalle mille opportunità gastronomiche. Il suo parco omonimo fa di Roccamonfina il buen retiro ideale per chi, in aperto contraltare alla Campania delle spiagge e della movida, preferisce il lato più riflessivo e autentico della regione, non fastoso ma non per questo meno accogliente. E che trova, in questo itinerario, la sintesi perfetta di un savoir vivre che si ispira ai tempi passati ma anche oggi è straordinariamente attuale.
Lasciata Caserta, prendere la SP336 in direzione nord fino al bivio con la SP4 per Diga Volturno, e proseguire su di questa. Continuare sulla SP107/SP270 per ulteriori 10 chilometri in direzione dell’Eremo di San Salvatore di Monte Maggiore (Croce, CE), prima tappa intermedia dell’itinerario. Proseguire su SP270, poi SP112/SP329 per Teano (16 km). Entrare tramite SP111 nel Parco Regionale Roccamonfina – Foce Garigliano in direzione di Roccamonfina, che si raggiunge in 13 km da Teano. Da qui, SP14 per Conca della Campania (7 km) poi SP86 e SP171, SP145, SS430 per Castelforte (26,6 km) entrando così nel Lazio. Raggiungere infine Scauri, sulla costa tirrenica, prendendo la SS7qtr. Il percorso totale è di 109 chilometri e una percorrenza, soste escluse, di circa 2 ore e mezza.
Roccamonfina, il borgo e il vulcano
Un nome, tre distinte entità geografiche: Roccamonfina il comune, il vulcano, e il parco regionale. Iniziamo a esplorare la prima, borghetto della Campania sul quale si staglia, archetipo degli skyline di allora, l’austero profilo del campanile della Collegiata di Santa Maria Maggiore, con le sue maioliche colorate che fanno da contraltare a quattro ordini di pietra ottagonali. Sul comune si staglia poi il Vulcano Roccamonfina, una montagna di poco più di 1000 metri la cui origine vulcanica oggi si esprime attraverso fonti termali e magnifici castagneti, alimentati da un terreno fertilissimo. E infine i 9000 ettari del Parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano, che prendono il nome sia dal borgo che dal fiume, quest’ultimo protagonista di parte del confine tra Lazio e Campania.
Teano e lo scorcio sul vulcano Roccamonfina
Sono davvero molte le proposte di visita racchiuse in questi 100 chilometri di itinerario tra Lazio e Campania, e vale la pena riassumerle:
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