Il rifugio verde della Campania: questo piccolo borgo di appena 3000 abitanti è un sogno a occhi aperti

Il rifugio verde della Campania: questo piccolo borgo di appena 3000 abitanti è un sogno a occhi aperti

Stefano Maria Meconi  | 11 Gen 2024  | Tempo di lettura: 3 minuti
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Immerso nel verde di uno dei tanti parchi che proteggono il rigoglioso entroterra campano, c’è un piccolo borgo che invita a scoprire la montagna, posizionato com’è a poco più di 600 metri d’altitudine. Un luogo di calma serafica, circondati dai tanti alberi di castagno che, soprattutto in autunno, disegnano un paesaggio dai colori cangianti e dalle mille opportunità gastronomiche. Il suo parco omonimo fa di Roccamonfina il buen retiro ideale per chi, in aperto contraltare alla Campania delle spiagge e della movida, preferisce il lato più riflessivo e autentico della regione, non fastoso ma non per questo meno accogliente. E che trova, in questo itinerario, la sintesi perfetta di un savoir vivre che si ispira ai tempi passati ma anche oggi è straordinariamente attuale.

1 Roccamonfina e il Casertano in moto. L’itinerario

1.1 Mappa

1.2 Percorso

Lasciata Caserta, prendere la SP336 in direzione nord fino al bivio con la SP4 per Diga Volturno, e proseguire su di questa. Continuare sulla SP107/SP270 per ulteriori 10 chilometri in direzione dell’Eremo di San Salvatore di Monte Maggiore (Croce, CE), prima tappa intermedia dell’itinerario. Proseguire su SP270, poi SP112/SP329 per Teano (16 km). Entrare tramite SP111 nel Parco Regionale Roccamonfina – Foce Garigliano in direzione di Roccamonfina, che si raggiunge in 13 km da Teano. Da qui, SP14 per Conca della Campania (7 km) poi SP86 e SP171SP145SS430 per Castelforte (26,6 km) entrando così nel Lazio. Raggiungere infine Scauri, sulla costa tirrenica, prendendo la SS7qtr. Il percorso totale è di 109 chilometri e una percorrenza, soste escluse, di circa 2 ore e mezza.

2 Un itinerario dalle 1000 bellezze: cosa vedere a Roccamonfina e dintorni

Roccamonfina, il borgo e il vulcano

Un nome, tre distinte entità geografiche: Roccamonfina il comune, il vulcano, e il parco regionale. Iniziamo a esplorare la prima, borghetto della Campania sul quale si staglia, archetipo degli skyline di allora, l’austero profilo del campanile della Collegiata di Santa Maria Maggiore, con le sue maioliche colorate che fanno da contraltare a quattro ordini di pietra ottagonali. Sul comune si staglia poi il Vulcano Roccamonfina, una montagna di poco più di 1000 metri la cui origine vulcanica oggi si esprime attraverso fonti termali e magnifici castagneti, alimentati da un terreno fertilissimo. E infine i 9000 ettari del Parco regionale di Roccamonfina-Foce Garigliano, che prendono il nome sia dal borgo che dal fiume, quest’ultimo protagonista di parte del confine tra Lazio e Campania.

2.1 Cosa vedere in zona

Teano e lo scorcio sul vulcano Roccamonfina

Sono davvero molte le proposte di visita racchiuse in questi 100 chilometri di itinerario tra Lazio e Campania, e vale la pena riassumerle:

  • Eremo di San Salvatore: risalente all’anno 1000, questa abbazia benedettina si trova a 857 m s.l.m. ed è un sito religioso con velleità difensive, visto il felice posizionamento spaziale; lo stile unisce elementi medievali e pre-rinascimentali, con mura di cinta e la chiesa principale.
  • Teano: la città del celebre incontro tra Vittorio Emanuele II e Giuseppe Garibaldi nel 1860, può essere definita uno dei luoghi che hanno dato vita all’Unità d’Italia. Oggi è una cittadina di circa 11mila abitanti, la porta della Campania ospita un Teatro romano, un tratto della Via Adriana romana e la splendida Cattedrale risalente al XII secolo.
  • Castelforte: antica località a cavallo tra Lazio e Campania, è celebre per le terme di Sujo, di origine romana e ancora oggi particolarmente apprezzate per i loro poteri benefici.
  • Scauri: frazione marittima di Minturno, è una località marittima particolarmente frequentata ai piedi dei Monti Aurunci con importanti testimonianze di epoca romana. Celebre anche la Cartiera di Scauri, che Wolfgang Goethe citò nel suo libro La biografia di Hackert, di cui oggi si conservano le mura perimetrali
Stefano Maria Meconi
Stefano Maria Meconi

Responsabile editoriale di TrueRiders sin dal 2015



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