La brutta addormentata su strada: la top 5 delle moto che non ce l'hanno fatta nella gara dello stile

La brutta addormentata su strada: la top 5 delle moto che non ce l’hanno fatta nella gara dello stile

Leonardo Anchesi  | 10 Dic 2023  | Tempo di lettura: 5 minuti
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Cerchiamo sempre la moto più bella, la più performante oppure la più seducente…ma se per una volta, invece, parlassimo della moto più brutta? Sì, quella nata con grandi sogni, o frutto della mente di un sognatore, che però poi, all’atto pratico, non ce l’ha fatta, infrangendosi inesorabilmente contro il muro del mercato e del gusto dei piloti. Ebbene sì, amici di TrueRiders, la top five di oggi è dedicata a quelle moto che, per un motivo o per l’altro, non hanno convinto i biker del loro tempo se non, addirittura, ne hanno suscitato lo sdegno e il disprezzo. In un mondo sempre più impegnato nella continua ricerca del bello e del miglior canone estetico, abbiamo deciso di dare voce ai brutti anatroccoli, quelli che, tuttavia, non sono mai riusciti a diventare dei cigni.

1 Aprilia Motò 6.5: quella volta che a Noale presero un abbaglio

Un buffo ibrido snobbato da tutti

Iniziamo questa particolarissima top five con una moto brutta che proviene dal nostro Patrio suolo. In Aprilia, a scanso di equivoci, l’hanno anche voluta chiamare “Motò”, così da convincere anche i più perplessi che si trattasse effettivamente di una motocicletta. L’idea iniziale era quello di un prodotto di design su due ruote, tanto da chiamare niente popò di meno che Philippe Starck (famigerato architetto e designer francese) per il progetto. Nonostante gli ottimi propositi di casa Aprilia, e la cospicua somma investita, il risultato fu quasi disastroso: una specie di strano ibrido fra una naked e una custom, con le soluzioni peggiori dell’uno e dell’altro segmento.

I pochi visionari biker che la comprarono fra il 1996 e il 1998 (moltissimi rimasero invenduti nelle concessionarie) furono principalmente attirati dal nome Starck, forse nella speranza che potesse prendere un certo valore con il tempo. Tuttavia, a distanza di quasi 25 anni, questo balzo non è avvenuto…aspettiamo fiduciosi!

2 La K che non ebbe successo: BMW K1

La K1 è stato una dei peggiori insuccessi di BMW

Anche a Monaco di Baviera non hanno solo prodotto grandi successi come la GS o la RT, ma anche lì pare che ogni tanto l’ossigeno, in passato, sia stato a tratti particolarmente rarefatto e in quei momenti siano nati degli obbrobri come la K1. Nulla quaestio su motore e meccanica: motore K, la consonante che indica i motori in linea da 4 cilindri in su, e consolidatissima trasmissione a cardano e coppia conica. Ma la linea, signori miei, un pianto greco: la moto era completamente racchiusa in una goffa e pensate carenatura che non lasciava intravedere quasi niente del motore, andando persino a coprire oltre la metà della ruota anteriore. Anche impegnandosi qualcosa di più sgraziato non avrebbero decisamente potuto metterlo in produzione. E nonostante tutto ha resistito ben 5 anni a listino, fra il 1988 e il 1993…un vero record per una moto così brutta!

3 Honda DN-01: se non la ricordate c’è un motivo

Futuristica, forse anche troppo

State provando a fare mente locale, a spremere ogni vostra singola cellula cerebrale ma niente, non vi viene proprio in mente niente…questo nome, Honda DN-01, non vi dice proprio un bel nulla. Perché? Semplice: è da considerare uno dei peggiori flop della casa giapponese, nota (per fortuna loro e nostra) ben più per i successi planetari che per scivoloni di tal guisa. Probabilmente il progettista aveva da poco visto il film “Dredd – La legge sono io”, perché la DN-01 ha una preoccupante somiglianza con la moto che il giudice Dredd, rappresentato da Silvester Stallone, in un futuro distopico solcava le strade giudicando e condannando immediatamente i malviventi. Nonostante la celebre somiglianza, la DN-01 venne letteralmente snobbata dal mercato, complice anche il cambio automatico, mal digerito dai biker. Neanche a dirlo, nel giro di 2 anni (2008-2010) finì nelle cantine della sede centrale di Honda.

4 Brutta e anche sconosciuta: Morbidelli V8

Un plauso al particolarissimo motore

Brutta e sconosciuta, what else? Difatti, qui abbiamo raggiunto l’apice: la Morbidelli V8 non solo è una moto veramente brutta, ma praticamente nessuno la conosce. Complice anche il fatto che, per fortuna, rimase solo poco più che un prototipo, con soli 4 esemplari realizzati. Nonostante dietro a questo design inguardabile vi sia la matita di Pininfarina (probabilmente non in una delle sua migliori giornate) la Morbidelli V8 non è di sicura annoverabile fra i grandi successi del noto studio di progettazione. Tuttavia, interessante il motore V8 concepito da Giancarlo Morbidelli; un punticino in più rispetto alle altre ci sentiamo di darglielo, perché comunque il motore era quanto meno di particolare interesse.

5 La Suzuki cha ha incontrato il Wankel: RE 5

Come riuscire a rendere brutta una cafè racer

Chiudiamo questa tanto simpatica quanto bizzarra top five con una moto che, nonostante sia catalogabile fra le cafè racer che sono notoriamente belle, è decisamente brutta: la Suzuki RE 5. Una linea tanto minimal quanto sgraziata ha caratterizzato questa moto, il tutto accentuato dai pessimi catarifrangenti montati ai lati dei fanali anteriori e posteriori. Ma la vera particolarità era il motore, un rotativo Wankel, soluzione praticamente avveniristica che, tuttavia, decretò il fallimento definitivo del prodotto. Rimase, infatti, a listino per soli due anni, dal 1974 al 1976, per poi scomparire fra l’indifferenza generale del pubblico, decisamente non ancora pronto per così tanto tutto insieme.

Credit foto:
Buel RR 1000 (copertina) – Wikipedia
Aprilia Motò 6.5 – Wikipedia
BMW K1 – Wikipedia
Honda Dn-01 – Wikipedia
Morbidelli V8 – Wikipedia
Suzuki RE 5 – Wikipedia

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi

Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.



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