Ancor prima del motore, c'è un elemento fondamentale che ogni buona moto dovrebbe avere

Ancor prima del motore, c’è un elemento fondamentale che ogni buona moto dovrebbe avere

Leonardo Anchesi  | 08 Nov 2023  | Tempo di lettura: 4 minuti
Ascolta i podcast
 

Siamo spesso abituati a parlare di motore, cavalli e prestazioni, trascurando, seppur involontariamente, un altro elemento fondamentale che può fare la differenza fra una buona moto e un missile inguidabile: l’aerodinamica. Questa scienza, branca specifica della fluidodinamica, si è formata ed è progredita di pari passo con l’evoluzione del mondo aeronautico, a cui un tempo era riservata. Nel mondo dei veicoli, e in particolare delle moto, ha iniziato ad affacciarsi solo a partire dagli anni ’20 del Novecento; ma cerchiamo di non essere precipitosi perché c’è tanto da raccontarvi e non voglio svelare ora tutte le carte. Vi basti sapere che da che era un aspetto di contorno del mondo motociclistico, gare comprese, oggi se ne parla sempre di più ed è diventata una delle caratteristiche principali delle moto del XXI secolo.

1 Alla base di tutto il principio di reciprocità

Un esempio di galleria del vento in scala ridotta in uso alla NASA

Gli studi di aerodinamica si sviluppano principalmente all’interno di uno strumento che, oggi, è nella disponibilità di tutte le case motociclistiche: la galleria del vento. In buon sostanza, e senza addentrarsi troppo in noiosi tecnicismi, si tratta di camere chiuse all’interno delle quali viene fatto passare un flusso di aria forzata che, all’occorrenza, può essere raffreddata, scaldata oppure più o meno veloce. Posizionando, quindi, all’interno di questi ambienti l’oggetto dell’analisi, che nel nostro caso sarà una motocicletta o il modello in scala di essa, si possono studiare gli effetti del vento a una determinata velocità. Questo è possibile grazie a quello che in fisica si chiama principio di reciprocità, ossia il principio secondo cui, ai fini dello studio dei flussi aerodinamici, è del tutto indifferente che sia la moto a muoversi nell’aria o che sia il flusso di aria “sparato” sulla moto ferma.

La prima galleria del vento a grandezza naturale al mondo è di Moto Guzzi

Altra caratteristica che contraddistingue le diverse la gallerie del vento è la possibilità di essere in scala ridotta oppure a dimensioni naturali. Se le prime sono particolarmente indicate per costi di costruzione e gestione più contenuti, le seconde sono migliori per la qualità dello studio, potendo essere condotto su moto reali e, volendo, anche con il biker in sella, avendo così la possibilità di analizzare il complesso pilota/moto e ottenendo risultati estremamente aderenti alla realtà. Una curiosità: la prima galleria del vento in scala 1 a 1 nel mondo delle case motociclistiche la costruì Moto Guzzi nel 1950 ed è tutt’ora operativa.

2 Dalle carene tonde alle ali per (non) spiccare il volo

Una Guzzi V8 del 1957 con carena a campana

La conseguenza diretta degli studi di aerodinamica applicate al motociclismo fu un elemento che oggi tutti noi biker conosciamo più che bene: la carena. Nata attorno agli anni Venti del Novecento, al carena fu inizialmente destinata esclusivamente alle moto per i record di velocità; i piloti di competizioni su strada, difatti, la ritenevano ingombrante e poco utile per i loro scopi. Come ben sappiamo, con il passare del tempo le carene vennero adottate sempre di più, sino a divenire un elemento fondamentale e distintivo delle moto da pista e da strada. I tipi di carena che sono nati, nel corso degli anni, sono numerosi: a siluro, a campana, carena integrale, semi-carena, cupolone e cupolino, sono tutti modelli di copertura aerodinamica ormai nati da moltissimo tempo e che contraddistinguono buona parte del parco moto circolante.

La GP15 sfoggia le grandi ali applicate nella parte anteriore

Tuttavia, partendo dall’esperienza della Moto GP, le case motociclistiche sono andate ben oltre, applicando addirittura delle vere e proprie ali sulla parte anteriore delle carene spesso in abbinamento ad alettoni sul codino, volti a garantire una maggiore stabilità a tutta la moto, soprattutto su quelle più estreme. Dal 2010, anno in cui la Ducati GP10 esordì con le prime, le appendici aerodinamiche hanno continuato a espandersi, sino a diventare un elemento fondamentale nella Moto GP ma anche su diversi modelli stradali.

La Desmosedici GP 23 mostra orgogliosamente le appendici aerodinamiche anteriori e posteriori

Tuttavia, molti si pongono una doverosa domanda: tutte queste innovazioni rischiano forse di essere troppo di aiuto per il pilota, andando così a inficiare il risultato finale? La risposta non la possiamo sapere, ma noi comunque continuiamo a goderci il continuo evolversi di queste moto spettacolari.

Credit foto:
KTM Moto GP (Copertina) – Sito ufficiale KTM
Galleria del vento NASA – Wikipedia
Galleria del vento Moto Guzzi – Wikipedia
Moto Guzzi V8 – Wikipedia
Ducati Desmosedici GP15 – Wikipedia
Ducati Desmosedici Gp23 – Sito Ufficiale Ducati

Leonardo Anchesi
Leonardo Anchesi

Garfagnino DOC e Sardo di adozione, sono uno storico dell’arte (da qualche anno) e biker sin dalla più tenera giovinezza. Ho iniziato a collaborare con TrueRiders nel 2023 per mettermi in gioco nel campo della scrittura e ho voluto cominciare scrivendo di qualcosa che amo particolarmente: la moto e tutto ciò che le ruota attorno.



Articoli più letti

©  2024 Valica Spa. P.IVA 13701211008 | Tutti i diritti sono riservati.
Per la pubblicità su questo sito Fytur